mercoledì 23 dicembre 2020

La manovra Pence–Raiklin


Forse per la prima volta viene presentata la “manovra Pence–Raiklin”, che potrebbe essere l’opzione decisiva fra le tante descritte

Mike Adams per Natural News (trascrizione integrale prima parte)

Benvenuti nel Situation Update di lunedì 21 dicembre. Sono Mike Adams, grazie per esservi uniti a me. Apprezzo davvero il vostro sostegno.

Stiamo diffondendo queste informazioni per i patrioti e per i sostenitori di Trump, ma fondamentalmente per tutti coloro che amano l’America. 

Vi presenterò alcune delle strategie cui Trump sta pensando e alcune vicende di questo fine settimana. Ovvero, i molteplici percorsi di Trump verso la vittoria. 

Ho anche controllato chi è che nomina un “Procuratore Speciale”, perché in questo momento si parla molto di Sidney Powell e se sarà davvero lei a indagare sulle frodi elettorali.

E’ il Procuratore Generale degli Stati Uniti che ha il potere di nominarla.

Ricordiamo anche che William Barr — è stato licenziato anche se, apparentemente, si è dimesso — lascerà il suo incarico il 24 dicembre.

Questo significa che ci sarà un nuovo Procuratore Generale, un uomo di nome Jeffrey Rosen. 

E poi Richard Donoghue nella posizione di Vice Procuratore Generale, un collega del Generale Michael Flynn. 

La cosa interessante è che, se Rosen non volesse nominare un “Procuratore Speciale”, Donoghue potrebbe farlo al suo posto. Questo è ciò che dice la legge.

In ogni caso, la scelta ricadrebbe su Sidney Powell che, nella sua nuova posizione, avrebbe la possibilità di citare chiunque in giudizio. 

Ricordatevi che il team del Procuratore Speciale Robert Mueller ordinò qualcosa come 400 e più “mandati di perquisizione” in tutto il paese, nel tentativo d’incastrare Donald Trump per quella bufala del Russiagate. 

Il “Procuratore Speciale” cumula il potere della citazione in giudizio (a livello federale) con quello tipico dell’accusa. 

Dan Scavino, che è il manager dei social-media del Presidente Trump, ha anche twittato alcune cose interessanti nel fine settimana, oltre a dire “Il presidente Trump non concederà la vittoria a Biden”.

Gli è mancato solo di aggiungere la parola “mai”.

Ad esempio, ha twittato tre foto. 

Una con il Presidente Trump che guarda il ritratto di Abraham Lincoln. 

Poi un’altra mentre guarda un ritratto di Winston Churchill e infine l’ultima in cui guarda un’aquila calva pronta a combattere, con un’espressione molto feroce. 

Non è troppo difficile interpretare il significato di quelle foto. 
Lincoln invocò “poteri esecutivi straordinari” per arrestare i traditori che stavano cercando di separare la nazione o di rovesciarla.

E, sapete, perseguì anche alcuni membri del Congresso, della Corte Suprema e dei media dell’epoca.

In questo modo fu in grado di mantenere l’unità del Paese ed è per questo che oggi siamo gli Stati Uniti.

Winston Churchill fu colui che si rifiutò di arrendersi a Hitler al contrario di Chamberlain (il RINO dell’epoca) che, invece, credeva di poterci fare la pace. 

La terza foto è con un’aquila americana aggressiva e determinata, pronta a combattere. Simbolo di libertà e di vittoria. 

Quindi, mettendo insieme queste tre immagini, è facile capire che Trump combatterà. 

Durante il fine settimana Trump ha anche twittato: “Legge marziale = fake news”. 

Questo è corretto perché, per prima cosa, l’Insurrection Act non vuol dire “legge marziale”, come abbiamo ripetutamente detto.

L’Insurrection Act fu approvato dal Congresso e firmato dal Presidente all’epoca. Quindi è del tutto costituzionale.

Quando c’è la “legge marziale” la Costituzione è sospesa e a capo di tutto ci sono i Comandanti Militari in carica, non i leader democraticamente eletti. 

La “legge marziale” è quella che in realtà applicò Abraham Lincoln, che sospese l’”habeas corpus” — il pilastro delle moderne libertà individuali, che consente a una persona di presentare ricorso per essere liberata, dopo essere stata arrestata o trattenuta senza alcun motivo. 

Abraham Lincoln fece arrestare gli insorti e, quando questi gli chiesero il rispetto dell’”habeas corpus”, supportati anche dalla Corte Suprema, rispose: “No, non lo facciamo perché siamo noi ad avere le armi “. 

E, fra l’altro, ne fece giustiziare qualcuno. 

Comunque, la “legge marziale” non è ciò che Trump sta pianificando, nonostante le chiacchiere di Maggie Haberman, falsa portavoce-fantoccio della CIA del New York Times. 

Questo risulta anche da altre fonti, incluso nientemeno che Patrick Byrne (fondatore ed ex CEO di overstock.com), presente alla riunione. Ha detto che niente di quanto riportato sia vero.

Non si tratta quindi della “legge marziale”. L’Insurrection Act vuol dire solo che i militari avranno la possibilità di controllare i voti e le macchine della Dominion. 

E, come ho detto nel podcast di ieri, il sequestro di quelle prove potrà essere disposto da Sidney Powell nelle sue vesti di “Procuratore Speciale”. 

E’ quello che dice Patrick Byrne: le voci che si sia discusso di un “colpo di stato militare” o di “legge marziale” sono false al 100%. 

Dice anche che Trump viene costantemente ingannato da alcuni dei suoi stessi Consiglieri (membri del Deep State) che dicono allo staff di “convincere il Presidente a concedere la vittoria”.

E’ questo in effetti il pericolo maggiore. 

(.….)

Ma, se Trump non facesse nulla dopo tutto quello che gli è stato fatto, dopo tutte le prove acquisite (comprese quelle procurate dal 305° battaglione Kraken e il sequestro dei server a Francoforte), dopo l’”Ordine Esecutivo 2018” … ebbene passerebbe in un attimo dall’essere un eroe ad essere uno zero. 

Ma non credo che il suo piano sia quello di “non far niente”. 

Penso che Trump sia stato a Washington abbastanza a lungo da sapere che non bisogna ascoltare le creature del Deep State se vuole sopravvivere. 

Quindi, la mia ipotesi è che Trump agirà. 

Non so se sarà questa settimana (la utilizzerà probabilmente per organizzare le cose), ma è chiaro che non sta concedendo la vittoria. È chiaro che sta combattendo. 

Di conseguenza, penso che Patrick Byrne abbia effettivamente offerto una valutazione abbastanza accurata di quello che probabilmente sta succedendo in questo momento nell’entourage del Presidente Trump.

*****

Ok, ora parleremo di quella che ho chiamato la manovra Pence-Raiklin. 

Questa è una nuova strategia, attraverso la quale il Presidente Trump potrebbe vincere le elezioni il 6 gennaio.

La cosa interessante di questa manovra è che non richiede l’intervento della Corte Suprema e non richiede nemmeno un voto da parte della Camera o del Senato. 

Eppure, potrebbe consentire a Trump di vincere in modo decisivo. Interessante, vero? 

Bè, l’ho saputo solo ieri e ho pensato che fosse abbastanza interessante da condividerla con voi. 

Viene da un Avvocato Costituzionalista di nome Ivan Raiklin che, credo, sia anche un ex berretto verde. 

Coinvolge il Vicepresidente, che dovrebbe fare una manovra particolare. Quindi la chiamo manovra Pence-Raiklin. 

(..…)

Ivan Raiklin ha escogitato un piano che forzerebbe la mano dei “legislatori statali” e che, molto probabilmente, squalificherebbe completamente i “voti elettorali” degli swing states. 

Significa che il 6 gennaio nessuno dei voti presenti nelle due liste parallele di elettori verrà conteggiato.

Secondo il 12° emendamento e l’art. 2 della Costituzione degli Stati Uniti, il 6 gennaio per essere eletti occorrono 270 voti. 

Tuttavia, c’è una sezione particolare che parla del caso in cui i 270 voti non vengano raggiunti da nessuno dei due candidati.

In altre parole, se gli “swing states” venissero squalificati e nessuno raggiungesse i 270 voti, ma uno dei due conservasse ancora un vantaggio sull’altro, allora quel candidato vincerebbe senza necessità di ricorrere all’”elezione contingente” [votazione alla Camera con il criterio di un voto per ogni Stato], perché queste hanno luogo solo in caso di pareggio.

Quindi, se buttate fuori Wisconsin, Pennsylvania, Michigan, Arizona, Nevada e Georgia, Trump avrebbe 232 voti e Biden 227. Trump vince!

Come questi Stati potrebbero essere esclusi ce lo spiega Raiklin.

La Costituzione dice che il quarto mercoledì di dicembre, se i legittimi voti elettorali non fossero stati sottoposti al Vicepresidente Pence, allora non possono essere presi in considerazione il 6 gennaio.

Ora, alla luce delle tante prove sui brogli (con particolare riferimento al rapporto di 36 pagine di Peter Navarro), il Vicepresidente Pence potrebbe dire, mercoledì di questa stessa settimana, che:

“Non abbiamo ricevuto voti elettorali legittimi dai sei ‘swing states’ nei quali ci sono ampie prove di frode elettorale. Non sono accettabili né ai sensi della Legge Federale né dalla Costituzione degli Stati Uniti”. 

E, visto che il Team Trump ha appena intentato una “causa d’emergenza” presso la Corte Suprema sul fatto che le estensioni temporali (per la ricezione dei voti postali) concesse in Pennsylvania siano incostituzionali, il Vicepresidente Pence, mercoledì, potrebbe citare anche quella decisione rimasta in sospeso. 

E questo pronunciamento della Corte Suprema deve arrivare entro giovedì. Interessante. 

Di conseguenza, tutti gli Stati dovrebbero rispondere entro mercoledì 23 e la Corte Suprema dovrebbe pronunciarsi entro giovedì. 

Ve l’avevo detto che sarebbe stata una settimana affascinante, questo almeno è sicuro. 

E, quindi, abbiamo appena scoperto che è il Vicepresidente Pence che costituzionalmente prende questa decisione. 

Non c’è niente nel nostro Codice o nella nostra Costituzione che lo costringa ad accettare voti elettorali illegittimi. 

Lui solo può prendere questa decisione. Lui solo può costringere gli swing states a riconsiderare la loro “lista di elettori”. 

Questo, molto probabilmente, spingerebbe i “legislatori statali” a tornare in seduta, se riuscissero a farcela. 

Ma, soprattutto, scatenerebbe una raffica di azioni legali da parte dei Democratici che tenterebbero di citare in giudizio il Vicepresidente Pence per costringerlo ad accettare gli elettori illegittimi. 

Ma in questo modo, come spiega Raiklin, l’onere della prova sulla legittimità del processo elettorale statale ricadrebbe sui Democratici, che dovrebbero andare davanti a un Giudice e dimostrare che il loro processo è stato legale e costituzionale. 

E, come abbiamo già visto, i Giudici hanno già rigettato i casi presentati, compresa la Corte Suprema. 

In altre parole, la Corte Suprema non potrebbe ascoltare questo “caso d’emergenza” presentato dai Democratici, perché ha già respinto quello del Texas la scorsa settimana, dichiarandolo privo di legittimità. 

Così, all’improvviso, i Democratici si troverebbero presi nella loro stessa trappola.

Non potrebbero obbligare un Tribunale a far cambiare idea al Vicepresidente Pence. 

E così nessun elettore verrebbe probabilmente presentato, perché non ci sarebbe alcuna prova che negli “swing states” ci siano state elezioni legittime. 

E quindi, il 6 gennaio, sarebbe lo stesso Vicepresidente Pence, mentre apre le buste sigillate e legge i voti, a decidere di rifiutarli. 

Può rifiutare entrambe le liste di elettori [quella dei Democratici e quella dei Repubblicani] e può citare come motivo la frode. 

Questa strategia, in particolare, non consente ai membri della Camera o del Senato di sollevare obiezioni — e non richiede il voto del Congresso. 

Per la Costituzione, è il Vicepresidente Pence ad avere questa discrezionalità. In esclusiva. 

Quindi, potrebbe decidere semplicemente di non accettare gli elettori dei sei “swing states”, citando prove convincenti sui brogli.

Tutto questo, ovviamente, dovrebbe essere supportato da una campagna d’informazione pubblica piuttosto energica per mostrare a tutta l’America che quei voti erano davvero fraudolenti. 

In questo modo, i sei “swing states” sarebbero rimossi dal “collegio elettorale” e, di conseguenza, Trump vincerebbe per 232 a 227, senza un'”elezione contingente”. 

Questi “swing states”, non avendo seguito la Legge Federale e la Costituzione, non hanno neanche argomenti legali o costituzionali per costringere il Vicepresidente Pence ad accettare i loro illegittimi voti elettorali. 

Quindi, è questa è la teoria alla base della manovra Pence-Raiklin. 

Tutto ciò, ovviamente, richiede che il Vicepresidente Pence abbia i giusti attributi perché sarebbe immediatamente etichettato come un traditore e chi più ne ha più ne metta.

Ma chi se ne frega.

A questo punto Trump starà già conversando con Pence e gli avrà detto: “Ehi, questo è quello che devi fare”. 

Il motivo per cui penso che questa manovra sia quella giusta è legato al fatto che Trump sembra molto ottimista sul rally del 6 gennaio a Washington. 

Presenta il 6 gennaio come una festa, perché dice che tutti devono venire a Washington. Sarà una cosa pazzesca. Non è un qualcosa che si dice se non si è sicuri di vincere.

In ogni caso, sono diversi i modi in cui potrebbe vincere e di qualcuno ne abbiamo discusso. 

Ci sono Stati che potrebbero nominare nuovi “elettori certificati”, anche se sembra davvero improbabile che ciò accada. 

Ho menzionato Sidney Powell che, se nominata “Procuratore Speciale”, potrebbe incriminare e far arrestare un numero sufficiente di membri della Camera perché questa finisca sotto il controllo del GOP.

Perché ci sono così tanti Democratici complici del tradimento, dei brogli elettorali e degli attacchi informatici. 

Ci sono anche molti altri modi attraverso i quali Trump potrebbe invocare il 14° emendamento. 

Potrebbe privare dei “voti elettorali” gli Stati che si sono impegnati nei brogli. 

Potrebbe invocare l’Insurrection Act per sequestrare le macchine della Dominion, o invocare la “difesa nazionale”, o far arrestare Joe Biden per tradimento. 

Oh, a proposito. Lasciatemi parlare di alcune chiacchiere che ho sentito in giro e che ho inserito nella categoria delle “voci”. 

Sembra che il Pentagono, all’inizio, abbia fatto dei briefing con Joe Biden, salvo interromperli credo giovedì scorso. 

Quindi, niente più briefing e si vocifera che il Pentagono abbia fornito a Biden e al suo Team false informazioni per vedere cosa ne avrebbero fatto.

Si dice che la “squadra di transizione” di Biden sia stata sorpresa a rilasciare informazioni riservate, ancor prima che Biden diventasse Presidente.

Questo implica che Biden e il suo team siano ora accusati di tradimento. 

Questa è la voce. Ma non sono in grado di confermare.

Certo è che mi piacerebbe vederlo indossare un altro braccialetto alla caviglia. Sarebbe divertente, vediamo in quale piede lo mette, questa volta. 

Ma è solo una voce. Vedremo.    

(…..)

In conclusione, avrete notato che sto descrivendo molti potenziali percorsi per la vittoria. 

Probabilmente, nelle ultime due settimane ne ho illustrati sei o sette. Ci sono molti percorsi, non posso prevedere quale di questi funzionerà.

Certo è che, se Trump il 6 gennaio non vincesse, a quel punto dovrebbe considerare l’opzione della “difesa nazionale”. Assolutamente. 

(…..)

Fonte: https://www.naturalnews.com/2020-12-21-situation-update-dec-21st-the-pence-raiklin-maneuver.html

Tradotto da Roberto321654 che ringraziamo vivamente. Sintesi e formattazione a cura di Franco

https://www.mittdolcino.com/2020/12/23/la-manovra-pence-raiklin/ 

 

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