17 NOVEMBRE 2015
I momenti difficili come quelli di questi giorni, oracolo di una guerra, di uno scontro di civiltà, di violenza senza fine e senza senso, sono quelli che ci mettono alla prova: quello che credevamo era vero, era sentito, o era solo un modo di dire? Come disse un tale, una volta: “Credevo di avere fede, ma era solo una buona salute“.
Oggi che le forze del male alzano la voce, che il dolore per la perdita si fa sentire, che la rabbia e il desiderio di vendetta, alimentato da una sana aspirazione alla Giustizia, fa capolino, bisogna più che mai riprendere il filo di ciò che sappiamo, stare fermi nella nostra Fede e non vacillare. E cosa abbiamo imparato, che non dobbiamo dimenticare in questi momenti?
- Che chi genera dolore, morte e distruzione vuole la nostra reazione. La vuole cattiva, violente, arrabbiata. E noi non gliela daremo.
- Che chi cerca lo scontro tramite il terrorismo, vuole la nostra reazione di divisione, di contrapposizione, di muro contro muro. E noi non gliela daremo.
- Che chi scrive “è guerra” sta facendo il gioco di chi vuole violenza, odio e distruzione. E facendo così, coscientemente o inconsciamente, sta facendo il gioco del Falsario, del Divisore, della Scimmia di Dio. Ma noi non ci cascheremo.
- Che solo il desiderio comune, espresso in preghiera continua, armato da una Fede incrollabile, rinforzato nella comunione di intenti coi fratelli, può sconfiggere le Forze del Male, ovunque esse si insinuino. E noi questo faremo. Senza speranza, ma con la certezza che l’Amore è più forte.
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