Medita, perché questo momento avrà per te un enorme
significato. Quando qualcuno muore, qualcuno con il quale hai avuto un rapporto
profondo, con il quale sei stato molto intimo, con il quale hai vissuto momenti
di grande felicità e infelicità, sei stato triste e arrabbiato, qualcuno con il
quale hai vissuto tutte le stagioni della vita e che è diventato una parte di
te come tu eri una parte di lui o di lei – quando una persona così muore, non è
solo una morte che accade all’esterno, ma è una morte che accade anche dentro
di te. [Lei] portava con sé una parte del tuo essere quindi, con la sua morte,
muore anche quella parte di te. Colmava qualcosa dentro di te; quando scompare,
ti rimangono le ferite.
Nel nostro essere esistono molti ‘buchi’. È per questo che
cerchiamo la compagnia dell’altro, l’amore dell’altro. Con la presenza
dell’altro siamo in grado in qualche misura di colmare questi vuoti. Quando
l’altro scompare, i buchi riappaiono, si spalancano come abissi. Forse te n'eri
dimenticato, ma ora li noterai nuovamente, e questo creerà sofferenza. Usa
questi momenti per una meditazione profonda, perché prima o poi questi vuoti
saranno di nuovo colmati, scompariranno di nuovo. Prima che accada è bene
esplorarli, entrare nel vuoto che lei ha lasciato dietro di sé.
Usa questi momenti. Rimani seduto in silenzio, chiudi gli
occhi e vai dentro. Guarda ciò che è accaduto. Non pensare al futuro o al
passato. Non andare nei ricordi, è inutile. Vai dentro. Cosa ti è successo? Lei
è morta, e cos’è accaduto a te? Vai in questo processo, e ti rivelerà molte
cose. Se riesci a penetrare in quei buchi, ne sarai completamente trasformato.
Non desidererai più colmarli, ma questo non vorrà dire che perderai la capacità
di amare.
Puoi amare anche senza dover assorbire l’altro in te, per
soddisfare qualche tuo bisogno profondo. Il tuo amore può essere un semplice
lusso… il desiderio e la necessità di condividere. A quel punto l’amore non è più un bisogno; non lo usi per nascondere le
tue ferite.
Vai in queste ferite, vai in questo vuoto, in quest’assenza,
e osserva – questa è la prima cosa.
La seconda cosa è ricordare che la vita è un fenomeno
fugace, passeggero, del tutto momentaneo. Viviamo in un mondo magico.
Continuiamo a creare illusioni, e poi queste illusioni cadono; la realtà fa
ripetutamente il suo ingresso. Qualcuno muore, e ti viene ricordato che la vita
non è affidabile e che non dovresti dipendere troppo da essa. Un momento c’è, e
il momento dopo se n’è andata. È una bolla di sapone – basta la puntura di uno
spillo e sparisce. Più comprendi la vita, e maggiore diventa la meraviglia per
il semplice fatto della sua esistenza. La morte allora non è più il problema –
è la vita il problema. La morte sembra una cosa naturale.
È un tale miracolo che la vita esista – una cosa così
temporanea, momentanea. Non solo esiste, ma la gente ne ha fiducia. La gente
dipende da essa, si affida a essa, depone ai suoi piedi tutto il suo essere –
quando è solo un’illusione, un sogno. In ogni istante scompare, e la gente
viene lasciata a spargere le sue lacrime. E con essa se ne vanno tutti gli
sforzi, i sacrifici che avevi fatto: di colpo tutto scompare. Osserva tutto
questo – questa vita così fugace, così simile a un sogno.
La morte arriva per tutti. Siamo tutti in fila, una fila che
si avvicina sempre di più alla morte. La vita scompare, e la fila diventa un
po’ più corta; si è creato spazio per un’altra persona. Ogni persona che muore
ti porta più vicino alla tua morte, quindi ogni morte è anche un po’ la tua
morte. Con ogni morte, ti avvicini al punto di arrivo. Prima che accada,
diventa sempre più consapevole.
Se ci fidiamo troppo della vita, tendiamo a diventare
inconsapevoli. Se dubitiamo della vita – questa cosiddetta vita che termina
invariabilmente nella morte – diventiamo più consapevoli. In questa
consapevolezza si aprono le porte di un nuovo tipo di vita, una vita che non
conosce la morte, una vita eterna, una vita al di là del tempo.
Osho, The
Passion for the Impossible
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