martedì 18 dicembre 2018

AFFRONTARE L'ABISSO


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Medita, perché questo momento avrà per te un enorme significato. Quando qualcuno muore, qualcuno con il quale hai avuto un rapporto profondo, con il quale sei stato molto intimo, con il quale hai vissuto momenti di grande felicità e infelicità, sei stato triste e arrabbiato, qualcuno con il quale hai vissuto tutte le stagioni della vita e che è diventato una parte di te come tu eri una parte di lui o di lei – quando una persona così muore, non è solo una morte che accade all’esterno, ma è una morte che accade anche dentro di te. [Lei] portava con sé una parte del tuo essere quindi, con la sua morte, muore anche quella parte di te. Colmava qualcosa dentro di te; quando scompare, ti rimangono le ferite.

Nel nostro essere esistono molti ‘buchi’. È per questo che cerchiamo la compagnia dell’altro, l’amore dell’altro. Con la presenza dell’altro siamo in grado in qualche misura di colmare questi vuoti. Quando l’altro scompare, i buchi riappaiono, si spalancano come abissi. Forse te n'eri dimenticato, ma ora li noterai nuovamente, e questo creerà sofferenza. Usa questi momenti per una meditazione profonda, perché prima o poi questi vuoti saranno di nuovo colmati, scompariranno di nuovo. Prima che accada è bene esplorarli, entrare nel vuoto che lei ha lasciato dietro di sé.

Usa questi momenti. Rimani seduto in silenzio, chiudi gli occhi e vai dentro. Guarda ciò che è accaduto. Non pensare al futuro o al passato. Non andare nei ricordi, è inutile. Vai dentro. Cosa ti è successo? Lei è morta, e cos’è accaduto a te? Vai in questo processo, e ti rivelerà molte cose. Se riesci a penetrare in quei buchi, ne sarai completamente trasformato. Non desidererai più colmarli, ma questo non vorrà dire che perderai la capacità di amare.

Puoi amare anche senza dover assorbire l’altro in te, per soddisfare qualche tuo bisogno profondo. Il tuo amore può essere un semplice lusso… il desiderio e la necessità di condividere. A quel punto l’amore non è  più un bisogno; non lo usi per nascondere le tue ferite.

Vai in queste ferite, vai in questo vuoto, in quest’assenza, e osserva – questa è la prima cosa.

La seconda cosa è ricordare che la vita è un fenomeno fugace, passeggero, del tutto momentaneo. Viviamo in un mondo magico. Continuiamo a creare illusioni, e poi queste illusioni cadono; la realtà fa ripetutamente il suo ingresso. Qualcuno muore, e ti viene ricordato che la vita non è affidabile e che non dovresti dipendere troppo da essa. Un momento c’è, e il momento dopo se n’è andata. È una bolla di sapone – basta la puntura di uno spillo e sparisce. Più comprendi la vita, e maggiore diventa la meraviglia per il semplice fatto della sua esistenza. La morte allora non è più il problema – è la vita il problema. La morte sembra una cosa naturale.

È un tale miracolo che la vita esista – una cosa così temporanea, momentanea. Non solo esiste, ma la gente ne ha fiducia. La gente dipende da essa, si affida a essa, depone ai suoi piedi tutto il suo essere – quando è solo un’illusione, un sogno. In ogni istante scompare, e la gente viene lasciata a spargere le sue lacrime. E con essa se ne vanno tutti gli sforzi, i sacrifici che avevi fatto: di colpo tutto scompare. Osserva tutto questo – questa vita così fugace, così simile a un sogno.

La morte arriva per tutti. Siamo tutti in fila, una fila che si avvicina sempre di più alla morte. La vita scompare, e la fila diventa un po’ più corta; si è creato spazio per un’altra persona. Ogni persona che muore ti porta più vicino alla tua morte, quindi ogni morte è anche un po’ la tua morte. Con ogni morte, ti avvicini al punto di arrivo. Prima che accada, diventa sempre più consapevole.

Se ci fidiamo troppo della vita, tendiamo a diventare inconsapevoli. Se dubitiamo della vita – questa cosiddetta vita che termina invariabilmente nella morte – diventiamo più consapevoli. In questa consapevolezza si aprono le porte di un nuovo tipo di vita, una vita che non conosce la morte, una vita eterna, una vita al di là del tempo.

Osho, The Passion for the Impossible

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