di Cesare Sacchetti
Hunter Biden, il noto figlio dell’attuale presidente degli Stati Uniti Joe, è conosciuto per essere stato al centro di vicende molto controverse.
Molti probabilmente ricordano le immagini prese dal suo computer che lo ritraevano mentre fumava crack.
Altri video ancora sempre provenienti dal suo PC lo ritraevano invece impegnato a fare sesso con delle prostitute ucraine.
In realtà, quanto trapelato da quel PC è solo una piccola parte di quello che è stato mostrato al pubblico.
Ci sono immagini ancora più scabrose e ripugnanti che ritraggono Hunter Biden impegnato in atti di pedofilia con dei bambini.
Il lato oscuro e criminale del figlio del presidente americano non è mai stato veramente rivelato.
Ora però emerge anche un legame fino ad ora ignoto di Hunter Biden con l’Italia.
Le email in mano all’FBI rivelano come Hunter corrispondesse abitualmente con ambasciatori e importanti uomini d’affari nel 2014.
Il figlio di Joe scriveva regolarmente a diplomatici di altissimo rango per chiedere loro favori e cortesie che puntualmente gli venivano accordati perché tutti erano estremamente ossequiosi e rispettosi nei suoi confronti.
Il padre di Hunter, Joe, all’epoca già occupava un ruolo di primissimo piano in quanto vice-presidente degli Stati Uniti.
Tutti quindi sembravano più che disposti ad accontentarlo.
Ad esempio, in una lettera rivolta all’allora ambasciatore francese, Francois Delattre, Biden chiede consiglio per quello che riguarda l’acquisizione della società francese TDF, attiva nel settore delle telecomunicazioni.
L’ambasciatore puntualmente gli indica le persone con le quali parlare per poter avere più informazioni sulla questione.
L’imprenditore americano però, come si accennava sopra, mostra di avere un legame privilegiato anche con l’Italia.
Hunter Biden nel 2016 ha scritto direttamente all’ex Presidente della Regione, Enrico Rossi, membro del partito democratico, per invitarlo al Forum dell’Energia di Monaco.
La lettera viene girata anche a dei manager di Burisma, la società ucraina specializzata nel settore del gas per la quale lo stesso Hunter lavorava percependo uno stipendio pari a un milione di euro all’anno nonostante la sua completa inesperienza in questo campo.
Burisma è stata già al centro di numerose controversie per le sue pratiche di malaffare e corruzione sulle quali stava già indagando la magistratura ucraina.
Nel 2016, il procuratore ucraino, Viktor Shokin, era ad un passo dal far processare i vertici di questa società per riciclaggio e stava per arrivare proprio al figlio del vicepresidente degli Stati Uniti.
La storia probabilmente a molti è già nota. L’inchiesta fu affondata proprio da Joe Biden che intimò un ultimatum all’allora presidente ucraino Poroshenko.
O Shokin viene rimosso dall’incarico, oppure Washington non farà avere a Kiev la tranche di finanziamenti previsti.
Poroshenko non esitò. La testa di Shokin cadde e Hunter Biden fu salvato da suo padre che si vantò successivamente del “successo” raggiunto in un convegno del Consiglio delle Relazioni Estere, il potentissimo think-tank legato ai Rockefeller che viene considerato il vero governo occulto di Washington.
Nella lettera che Hunter scrive a Enrico Rossi si parla comunque proprio di stabilire una “fruttuosa collaborazione tra la regione Toscana e Burisma”.
Questo il testo della missiva del figlio dell’allora vicepresidente USA a Rossi.
“Caro Presidente Rossi, spero che questa email la trovi bene. Volevo far seguito alla lettera che ho mandato al suo ufficio per assicurarmi che l’abbia ricevuta. Inoltre, per conto di Burisma, volevo invitarla al Forum dell’Energia di Monaco che stiano tenendo a giugno. Ho allegato l’invito dal momento che sarà un grande evento dedito alla promozione delle energie alternative in Europa. Guardo fiducioso ad una fruttuosa relazione tra Burisma e la Toscana. Spero che sia in grado di partecipare.”
L’evento in questione è stato organizzato dalla società Burisma assieme alla fondazione del principe Alberto di Monaco.
Nel sito dedicato all’evento viene riportato proprio il nome di Hunter Biden tra gli organizzatori e nelle immagini raccolte nel giorno del forum si vede il figlio dell’allora vicepresidente americano assieme al principe Alberto.
Non è noto se poi l’ex governatore toscano abbia effettivamente raccolto l’invito di Hunter Biden, ma è certamente interessante notare come l’imprenditore americano ci tenesse particolarmente alla partecipazione di Enrico Rossi al forum di Monaco, tanto da scrivere al suo indirizzo email personale.
Attualmente il nome di Enrico Rossi è apparso nuovamente sulle cronache dei quotidiani nazionali per via di una vicenda giudiziaria che lo vede protagonista.
Rossi è accusato infatti dalla procura di Firenze di falso ideologico per via di presunte irregolarità nelle spese della sua campagna elettorale tenutasi nel 2015.
Appare comunque esserci un legame profondo, quasi inestricabile tra gli uomini di spicco del partito democratico americano e quelli del partito democratico in Italia.
Il legame tra Obama e Renzi nell’ambito della vicenda Spygate, lo spionaggio illegale praticato contro Donald Trump, sembra essere solo la punta dell’iceberg.
E’ questa la ragione per la quale c’è estremo nervosismo e paura negli ambienti dell’establishment italiano.
L’esempio più lampante a questo proposito viene proprio da Matteo Renzi che in un suo recente tweet ha ribadito che l’Italiagate sarebbe soltanto una “notizia falsa”. Nessuno recentemente ha chiamato in causa ufficialmente Renzi per la frode elettorale USA, eppure l’ex segretario del PD ha fatto questa uscita pubblica spontanea.
Nell’antichità di fronte a queste situazioni erano soliti dire “excusatio non petita, accusatio manifesta”.
Tutti comunque sembrano essere consapevoli che un ritorno di Trump può innescare un effetto domino.
Se viene colpito e affondato il governo occulto di Washington, vengono colpiti inevitabilmente anche gli uomini in Italia e in Europa che sono legati a questo potere.
Il ritorno di Trump spaventa molti negli Stati Uniti, ma spaventa forse ancora di più la classe politica italiana legata al governo occulto di Washington.
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