È difficile spiegare qualcosa a qualcuno, i cui interessi, dipendono dal fatto che non lo capisca…
Quella di dimenticare i micobatteri per inventare “virus”
mai fotografati senza pericapside e che non rispondono ai postulati è
un’arte … specie quando poi si fotografano esosomi e si scambiano
stupidamente per virus pericolosi…
https://m.facebook.com/notes/informare-per-sopravvivere/sintomi-promossi-a-malattie-coronavirus-italy-in-crisis-dr-lbroxmeyer/3549628105109017/?comment_id=3311706878857145
ESOSOMI MICOBATTERI E CORONAVIRUS – ECCO SPIEGATE LE FOTO – TUTTO SI CONCLUDE
https://www.youtube.com/watch?v=Xr8Dy5mnYx8
https://www.youtube.com/watch?v=KGGd7-vvd9Y
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5827556/
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1536396569841728&id=100004141980713
Queste cose le sanno i vostri falsi paladini … li ho informati tutti …
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=3097406083632653&id=100000898764524
By Giancarlo Luzzi
I VIRUS (pericolosi) non esistono. Sono stati inventati con la censura dei micobatteri.
Non sono mai stati isolati e purificati è non rispondono ai postulati di Koch.
Sono stati inventati con la censura del microscopio in campo oscuro e con l’invenzione del microscopio elettronico.
Li trovano in modo indiretto. Cercando anticorpi presenti in tutti o con
la PCR il cui inventore Mullis sconsigliava l’uso per la ricerca di
virus. Amplificando il DNA ne troverebbe anche in acqua distillata…
In origine la parola “virus” significava veleno e il termine “virulento”
voleva dire velenoso. Oggi intendiamo per virus una entità
submicroscopica e “virulento”, in generale, significa contagioso. La
medicina moderna utilizza il termine “virus” per indicare una
microscopica forma di vita capace di infettare le cellule e a cui viene
pertanto attribuita la responsabilità di molte delle nostre malattie.
Nell’immaginario popolare, il virus è una forma di vita in grado di
parassitare ogni altra forma di vita, inclusi gli animali, le piante e i
saprofiti (funghi e batteri).
Nella descrizione delle infezioni virali, ai virus vengono attribuiti comportamenti quali “iniettarsi”, “incubare”, “essere in latenza”, “invadere”, avere uno “stadio attivo”, “impadronirsi”, “riattivarsi”, “mascherarsi”, “infettare”, “assediare” ed essere “devastanti” e “mortali”.
La teoria medica
convenzionale sostiene che i virus nascono da cellule morte che essi
stessi hanno infettato. Il virus “si inietta” nella cellula e le
“ordina” di riprodurlo, fino al momento in cui la cellula esplode per lo
sforzo. I virus sono a questo punto liberi di cercare altre cellule in
cui ripetere il processo, infettando così l’intero organismo.
Tuttavia i virologi ammettono che i virus, pur avendo natura
peculiarmente organica, non possiedono metabolismo, non possono essere
replicati in laboratorio, non possiedono alcuna caratteristica degli
esseri viventi e, in realtà, non sono mai stati osservati vivi!!
I “virus vivi” sono sempre morti
Il termine “virus vivo” indica semplicemente quei virus creati dalla
coltura di tessuti viventi in vitro(cioè in laboratorio), dai quali si
possono ottenere trilioni di virus. Ma proprio qui sta il punto: anche
se alcune colture da laboratorio vengono tenute vive, nel corso del
processo si verifica un massiccio ricambio cellulare ed è dalle cellule
morenti che vengono ottenuti i “virus”. Essi sono comunque morti o
inattivi, poiché non possiedono né metabolismo né vita e non sono altro
che molecole di DNA e proteine.
I virus contengono acido nucleico e proteine, ma mancano di enzimi e non possiedono una vita propria poiché mancano dei prerequisiti fondamentali della vita, e cioè dei meccanismi di controllo metabolico (che perfino i batteri “inferiori” possiedono). Il Guyton’s Medical Textbook riconosce che i virus non hanno nessun sistema riproduttivo, nessuna capacità di locomozione, nessun metabolismo e non possono essere riprodotti in vitro come entità viventi.
Il legame con i mitocondri
Poiché i “virus” non sono vivi, essi non possono agire in nessuno dei
modi che vengono loro attribuiti dalle autorità mediche, tranne che come
unità funzionali del nostro normale materiale genetico all’interno del
nucleo cellulare o del nucleo mitocondriale interno alla cellula.
I
mitocondri sono organismi viventi, uno dei molti diversi organelli
(piccoli organi) presenti all’interno delle cellule del nostro corpo. I
mitocondri hanno grosso modo la dimensione dei batteri e sia gli uni che
gli altri possiedono un proprio DNA e un proprio metabolismo.
I mitocondri metabolizzano glucosio ricavandone molecole di ATP, che
sono energia pronta per l’uso a cui il corpo può attingere quando ce n’è
bisogno. Cosa ha a che fare questo con i “virus” in quanto tali? Tutto,
come capirete fra un momento.
Chiunque abbia studiato citologia (struttura delle cellule) sa bene che
la stragrande maggioranza delle forme di vita presenti all’interno della
cellula è rappresentata dai mitocondri, i creatori della nostra
energia.
I semplici protozoi monocellulari possiedono al proprio interno fino a
mezzo milione di mitocondri. Le cellule umane ne hanno meno: dalle poche
centinaia presenti nelle cellule sanguigne ai 30.000 e più delle
cellule dei tessuti muscolari maggiori. Poiché l’intero corpo umano
possiede dai 75 ai 100 trilioni di cellule, ciascuna delle quali
contiene, mediamente, migliaia di mitocondri, devono esserci quadrilioni
o quintilioni di mitocondri all’interno del nostro sistema.
Quando una cellula muore, essa viene rimpiazzata da una cellula figlia nata dal processo della mitosi, mentre la cellula esausta viene disintegrata dai lisosomi, i potenti enzimi intracellulari autodistruggenti e autodigerenti, che frammentano i componenti cellulari in particelle ultra-minute affinché il corpo possa prontamente riciclarle o espellerle come scarti.
Ogni giorno, da 300 milioni fino a oltre mezzo trilione di cellule del nostro corpo muoiono (a seconda del nostro livello di tossicità) e ognuna di esse contiene in media dai 5.000 ai 20.000 mitocondri. Quando le cellule muoiono esse vengono autodistrutte dai loro stessi lisosomi, ma i nuclei e i genomi dei mitocondri sono protetti assai meglio rispetto ad altri organelli e protoplasmi cellulari e spesso non si decompongono completamente.
Genomi e nuclei sono microscopici contenitori di informazioni genetiche, consistenti in DNA o RNA che agisce come centro di controllo e immagazzinamento del “progetto” stesso della cellula. In quanto tali essi sono per i mitocondri e le cellule ciò che il cervello è per il nostro corpo. Ogni cellula e ogni mitocondrio contengono questo materiale genetico che è la zona più protetta della cellula (grazie alla sua guaina proteica a doppi lipidi), proprio come il nostro sistema nervoso è la parte più vitale e protetta della nostra fisiologia (grazie alla colonna vertebrale e al cranio). Alla morte della cellula i mitocondri vengono frammentati dai lisosomi, ma non sempre in modo completo, a causa della loro doppia membrana protettiva. Ed è qui che la spiegazione diventa interessante.
Secondo il Guyton’s Textbook of Medical Physiology un virus può definirsi come una parte minuta di materiale genetico (detto genoma) le cui dimensioni equivalgono a circa un miliardesimo di quelle della cellula. Il genoma è circondato da una protettura detta capside che è di solito una guaina proteica a doppi lipidi ed è composta di due membrane (quasi identiche alla membrana cellulare) che, per inciso, rappresentano l’ossatura stessa del nucleo mitocondriale.
Le foto dei “virus” scattate col microscopio elettronico mostrano che le loro membrane sono irregolari e frastagliate, a volte semplici porzioni di uno strato, a volte di uno strato e di parte del secondo, il che concorda con l’azione autodigerente dei lisosomi, nel momento in cui il loro lavoro di frammentazione delle scorie cellulari è ancora parziale e incompleto. Pertanto, questa descrizione di un “virus” è virtualmente identica a quella di ciò che resta dei genomi dei mitocondri cellulari.
In
breve, i virus sono resti di materiale vivente e alcuni testi di
fisiologia ipotizzano che essi siano il residuo di cellule esauste. I
lisosomi che disintegrano la cellula morta a volte non riescono a
frammentare questi “virus”, circondati dalla membrana protettiva a doppi
lipidi.
E’ sorprendente che i ricercatori non riescano a riconoscere questi
corpi per ciò che sono in realtà: generico materiale mitocondriale
esausto, soprattutto frammenti di DNA e RNA.
I “virus” non sono microrganismi
Anche se le autorità mediche attribuiscono erroneamente a questi inerti
residui cellulari il carattere della vita e della malignità, i
microbiologi riconoscono che i virus sono in realtà frammenti morti di
DNA rivestiti di una membrana lipido-proteica, pur non riuscendo a
comprendere la loro origine.
In realtà i genomi sono meccanismi di controllo, ma non microrganismi come l’establishment medico vorrebbe farci credere, e questi cosiddetti “virus” non sono altro che frammenti senza vita di generico materiale mitocondriale. Per questo motivo i virus non possono provocare malattie, a meno che non si accumulino come impurità che inquinino le cellule, i tessuti e la circolazione nel corso del ricambio cellulare.
I virus sono quindi genomi morti, provenienti da cellule disintegrate, la cui membrana cellulare non è stata completamente frammentata dai lisosomi. I genomi non presentano alcuna caratteristica di vita e sono semplici particelle di materiale acido nucleico, di norma riciclati attraverso la fagocitosi o espulsi come scorie.
Le fotografie dei presunti virus che “si iniettano” all’interno della cellula mostrano in realtà la cellula che letteralmente inghiotte il virus o scoria proteinacea. Si forma allora un’incavatura, detta invaginario, e il materiale organico viene circondato dalla sostanza cellulare che poi si richiude, formando uno “stomaco” improvvisato, in cui il virus scompare. Lo “stomaco” si riempie allora di potenti enzimi lisosomici che digeriscono il materiale organico, frammentandolo in amminoacidi o acidi grassi per il riciclaggio o l’eliminazione.
Questo processo è una caratteristica della fisiologia cellulare nota come fagocitosi (letteralmente “divorazione di cellule”); è un normale processo di ingestione cellulare e digestione enzimatica di batteri, scorie di tessuti e altre cellule erratiche.
I
virus non sono altro che materiale organico inerte, completamente privo
di qualsiasi caratteristica di vita e che nessuno ha mai visto in
azione. Le fotografie che asseriscono di mostrare i virus in azione sono
vere e proprie frodi: ciò che mostrano in realtà è un ordinario
processo fisiologico di fagocitosi che avviene innumerevoli volte ogni
giorno all’interno del corpo.
E’ da ricordare che secondo i testi di virologia e microbiologia i virus
presentano le seguenti caratteristiche, che sono incompatibili con la
vita:
1) I virus non possiedono metabolismo. Non possono elaborare il cibo o
il nutrimento e dunque non possiedono strumenti per formare energia.
Sono solo un contenitore, o schema di informazioni, come lo sono i
genomi.
2) I virus non possiedono alcun tipo di capacità di movimento. Non hanno
un sistema nervoso, né un apparato sensorio, né un’intelligenza che
possa in qualche modo coordinare movimenti o “invasioni del corpo” di
qualsiasi natura.
3) I virus non possono replicarsi: essi dipenderebbero interamente dalla
“riproduzione obbligata”, vale a dire la riproduzione attraverso un
organismo ospite, cosa assolutamente inaudita in ogni altro campo della
biologia.
Riproduzione Obbligata
Nelle spiegazioni che i medici forniscono sulle cause delle infezioni
virali, ci viene chiesto di credere alla riproduzione obbligata, in cui
un organismo (la cellula) viene costretto a riprodurre un organismo
alieno (il “virus”). Tuttavia non esiste in natura nessun esempio di
esseri viventi che riproducano qualcosa di non appartenente alla propria
specie.
Non dimentichiamo che il rapporto tra le dimensioni del virus e quelle della cellula è di circa un miliardesimo. La spiegazione offerta dalla teoria virale delle malattie ci domanda di credere che il virus si inietti all’interno della cellula e le ordini di riprodurre il virus centinaia di migliaia di volte, finché la cellula esplode. Ma anche nel momento in cui il virus “si riproduce” la sua massa complessiva rimane comunque meno di 1/100 dell’uno per cento della massa della cellula. E’ come dire che se voi vi iniettaste mezzo grammo di una sostanza, essa potrebbe provocare una tale pressione interna da farvi esplodere!
Solo i microrganismi viventi sono in grado di agire e di riprodursi, e ciò avviene sotto il diretto controllo del nucleo, genoma o “cervello”.
I
cosiddetti “virus” non sono che residui di entità un tempo
organicamente funzionanti, la cui struttura genetica ha con esse la
stessa relazione che una testa ha col corpo; attribuire ai virus una
qualsiasi attività è più o meno come attribuire delle azioni alla testa
decapitata di un cadavere !
By Arthur M. Baker – Estratto da Exposing the Myth of the Germ Theory
https://pattoverascienza.com/i-virus-pericolosi-non-esistono/
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