“Non dimenticate mai la via. È molto semplice: dalla mente
al cuore,
dal cuore all’essere e dall’essere al puro spazio.
Questo puro spazio è il buddha.”
Il nucleo essenziale del mio insegnamento è: nessun credo,
nessun dogma, nessuna fede, nessuna religione, niente che sia preso in
prestito. Puoi fare affidamento solo su ciò che hai sperimentato di persona;
devi dubitare di tutto il resto. Proprio come le altre religioni trovano il
loro fondamento nella fede, il mio è nel dubbio.
Il mio principio fondamentale è lo stesso su cui si basa la
scienza: dubita, finché non trovi qualcosa nella tua esperienza di cui è
impossibile dubitare. La scienza si muove verso l’esterno, io mi muovo verso
l’interiorità. Questo movimento verso l’interno è ciò che chiamo meditazione.
Per poterti muovere all’interno devi compiere tre semplici passi, e il quarto
accade da solo.
- Il primo passo è osservare tutte le tue attività; quello è
il tuo corpo e quelle sono le sue azioni: camminare, tagliare legna, attingere
acqua dalla fonte. Rimani un testimone. Non agire da robot.
In secondo luogo, quando diventi capace di osservare il tuo
corpo, di essere un testimone delle sue azioni, puoi fare
- il secondo passo:
osservare le attività della tua mente: pensieri, sogni, fantasie. Rimani un
testimone, come se ti trovassi sul ciglio di una strada e, su questa strada,
stesse passando una processione di pensieri. Tu non ne sei parte. Sei solo uno
specchio che riflette, senza giudicare, perché uno specchio non ha giudizi. Col
100% di capacità di osservazione, ci sarà il nulla totale; questo è lo stato di
non-mente, questa è la porta verso il terzo e ultimo passo.
- Adesso osserva le
emozioni più sottili, gli stati d’animo. I pensieri non sono così sottili. Gli
stati d’animo, un’ombra di tristezza, una certa gioia.
Il primo passo
riguarda il corpo, il secondo la mente, il terzo il cuore. E quando puoi
osservare anche il terzo, il quarto accade da solo. All’improvviso un salto
quantico, e ti ritrovi proprio al centro del tuo essere, dove non c’è nulla di
cui essere consapevoli. La consapevolezza è consapevole di se stessa, la
coscienza è cosciente di se stessa. Questo è il momento dell’estasi suprema,
del samadhi, dell’illuminazione, o comunque vuoi chiamarlo; in ogni caso questo
è il momento supremo, al di sopra del quale non c’è nulla.
Non c’è modo di
andare oltre, perché dovunque tu vada al di là di esso, sarai comunque un
testimone. Se inizi a osservare l’osservatore, non sei andato più in alto; sei
sempre un testimone. Quindi l’osservazione è la fine del viaggio, sei arrivato
a casa. Il mio insegnamento è tutto qui. È assolutamente scientifico. Non ha
bisogno di fede, ciò che serve è sperimentare. Non chiedo a nessuno di aver
fede in me. Chiedo solo di provare e sperimentare.
So che accadrà anche
a te perché è accaduto a me, e io sono un essere umano normale proprio come te.
Non sostengo di essere un profeta o un salvatore o un’incarnazione di Dio. Non
vanto alcuna capacità speciale. Sono proprio uguale a te. L’unica differenza è
che tu stai ancora dormendo, e io sono sveglio. È solo una questione di tempo,
prima o poi anche tu ti sveglierai. Quindi non c’è alcun bisogno di fare di me
un oggetto di venerazione, non c’è bisogno di adorarmi. Se mi ami veramente,
questo è sufficiente perché tu possa partecipare all’esperimento. Ti darò una
garanzia: accade veramente. Ti posso dare un incoraggiamento, ma non sarò il
tuo salvatore. Non mi prenderò la responsabilità, ma farò del mio meglio per
scuoterti e far sì che ti svegli.
OSHO
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