La meditazione è uno stato di non-mente. La meditazione è
uno stato di pura consapevolezza, priva di contenuti. Di solito la tua
consapevolezza è sovraccarica di scorie, assomiglia a uno specchio coperto di
polvere. La mente è un traffico continuo, un estenuante flusso di pensieri, di
desideri, di ricordi, di ambizioni: è un traffico inarrestabile! Giorno dopo
giorno, perfino quando dormi, la mente è sempre in funzione, sogna. Continua a
rimuginare, è sempre immersa in ansie e preoccupazioni. Si prepara per il
domani: preparativi segreti sono in atto.
Questa è una condizione non-meditativa. La meditazione è
esattamente l'opposto. Quando il traffico si è dissolto e il pensiero è
cessato, quando nessun pensiero si muove più, non vi è più un agitarsi di
pensieri e tu sei in totale silenzio: quel silenzio è meditazione. E in quel
silenzio si conosce la verità, mai prima. La meditazione è uno stato di
non-mente.
Ed è impossibile giungere alla meditazione tramite la mente,
perché la mente perpetua sempre se stessa. Si può giungere alla meditazione
solo mettendo la mente da parte, restando calmo, indifferente, privo di
identificazioni con la mente; osservando il dipanarsi del processo mentale, ma
senza esservi identificato, senza credere di essere la mente.
Meditazione è la consapevolezza di non essere la mente.
Quando la consapevolezza scende in profondità dentro di te, lentamente, molto
lentamente, giungeranno alcuni istanti: attimi di silenzio, momenti di puro
spazio, momenti di trasparenza, istanti in cui nulla in te si muove e tutto è
quiete. In questi istanti di quiete realizzerai chi sei e comprenderai il
mistero di questa esistenza.
E verrà un giorno, un giorno di profonda beatitudine, in cui
la meditazione diventerà la dimensione naturale del tuo essere.
La mente è una cosa innaturale, non potrà mai diventare la
tua dimensione naturale. Invece la meditazione è una condizione naturale che
abbiamo perso. È un paradiso perduto, ma il paradiso può essere riconquistato.
Guarda negli occhi di un bambino, osserva e vedrai un silenzio straordinario,
vedrai l'innocenza. Ogni bambino, nasce in uno stato meditativo. Ma deve essere
iniziato agli schemi della società: gli si deve insegnare come pensare, come
fare i suoi calcoli, come ragionare, come discutere; gli si devono insegnare le
parole, il linguaggio, i concetti. E pian piano, egli perde contatto con la sua
innocenza. Viene contaminato, corrotto dalla società. Diventa un meccanismo
efficiente: non è più un uomo.
Occorre soltanto riconquistare quello spazio. L'hai
conosciuto in passato, per questo quando ti affaccerai alla meditazione per la
prima volta, rimarrai sorpreso, perché in te affiorerà la sensazione fortissima
di averlo già conosciuto. Ed è una sensazione vera: l'hai conosciuto in
passato. L'hai solo dimenticato. Il diamante si è smarrito sotto un mucchio di
rifiuti. Ma se riesci a riportarlo alla luce, lo riavrai — ti appartiene!
In realtà non lo si può perdere: lo si può solo dimenticare.
Siamo nati in meditazione e in seguito abbiamo appreso le vie della mente, ma
la nostra vera natura rimane nascosta in un luogo profondo, simile ad un flusso
sotterraneo: in un giorno qualsiasi, basta scavare un poco per ritrovare la
sorgente che ancora fluisce, la sorgente di fresche acque. E questa riscoperta
è la gioia più grande della vita.
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