di Cesare Sacchetti
Il concepimento dell’operazione terroristica del coronavirus non risale al 2020. Le élite stavano già cercando negli anni precedenti un evento catalizzatore così potente e devastante da trascinare definitivamente il mondo verso il governo mondiale.
Fu proprio David Rockefeller a pochi anni di distanza dal crollo del Muro di Berlino, nel 1994, a rivelare ad una platea delle Nazioni Unite che era tutto pronto per giungere al “Nuovo Ordine Mondiale”.
Tutto ciò di cui c’era bisogno era una “giusta e grande crisi” tale da costringere le nazioni ad “accettare il Nuovo Ordine Mondiale”.
La logica del mondialismo è sempre stata questa nel corso dei decenni ed è rimasta sostanzialmente immutata. Sono sempre e solo le crisi che permettono alla massoneria e alle famiglie mondialiste di fare dei passi da gigante verso il loro piano finale.
Tra le varie opzioni a disposizione, le élite hanno ripiegato sulla crisi pandemica e le loro intenzioni non erano state nascoste in qualche documento segreto.
Erano state rivelate alla luce del sole già nel 2010 e furono proprio i Rockefeller a quindici anni di distanza dalle loro dichiarazioni rilasciate all’ONU a rivelarlo in un documento ufficiale dal titolo “Operazione Lockstep”. Lockstep in inglese significa l’esecuzione di una procedura estremamente rigida e questo fa intuire già chiaramente che tipo di società scaturirà dalla cosiddetta “emergenza sanitaria”.
È comunque interessante notare come la famiglia Rockefeller abbia
avuto un ruolo determinante nel concepire questo piano. Secondo diversi
ricercatori ed esperti dei grandi poteri mondialisti, dopo i Rothschild,
la famiglia di banchieri di origini askenazite, nella gerarchia del
potere mondialista vengono immediatamente proprio loro, i Rockefeller.
I Rothschild esercitano il loro potere soprattutto sull’Europa, mentre ai Rockefeller è stato assegnato il dominio degli Stati Uniti.
Ad ogni modo, nel documento in questione si descrive esattamente tutto quello che è accaduto dopo la comparsa del Covid.
Uno sconosciuto virus animale muta e si trasmette all’uomo. I governi per fare fronte a questa nuova “minaccia” decidono di esercitare un controllo ferreo e autoritario sulla società.
Vengono proibiti gli spostamenti e imposti obblighi di indossare le mascherine esattamente come accaduto dopo l’inizio della crisi terroristica del Covid.
Successivamente, l’economia mondiale crolla completamente perché vengono fermate le attività economiche a causa delle ripetute chiusure imposte dai governi.
Una volta che il mondo precipita nel caos, gli Stati gradualmente spariscono e lasciano il posto a delle enormi strutture sovranazionali che prendono il posto delle nazioni.
Il mondo viene diviso in blocchi e ognuno di questi viene governato
da entità sovranazionali sostanzialmente nelle mani dei poteri
industriali, finanziari e bancari.
Questa struttura per blocchi sarà poi la base del futuro governo mondiale così ardentemente desiderato dal mondialismo.
La strategia pertanto è quella collaudata che la massoneria pratica sin dall’inizio della sua esistenza. Ordo ab chaos. Il caos programmato servirà in questa ottica a partorire il risultato già prestabilito dagli stessi architetti della destabilizzazione.
A questo punto, è importante continuare a prestare attenzione alla cronologia. Una volta che i Rockefeller annunciano nel 2010 che sarà la “pandemia” – o la percezione interamente mediatica di essa come avviene ora per il Covid – a trascinare il mondo verso il Nuovo Ordine Mondiale, nel 2015 i laboratori di Moderna già sono al lavoro con l’istituto francese Pasteur per produrre dei vaccini a tecnologia mRNA.
Secondo diversi medici e scienziati, questi vaccini sono in grado di modificare il DNA umano e sono proprio quelli che vengono distribuiti alla popolazione ora. Per comprendere meglio quali danni possano fare alla popolazione è utile citare le parole della scienziata francese, Alexandra Henrion-Caude, che ha parlato di assoluta “follia nella scelta di volerli distribuire a soggetti sani”.
Una volta che questo tipo di vaccino entra nell’organismo le interazioni con le molecole possono essere infinite e dare vita a reazioni devastanti tali da compromettere l’integrità del sistema immunitario.
Questo tipo di farmaci, tra l’altro, secondo quanto detto da un altro scienziato, il dottor Michael Yeadon, ex direttore scientifico della Pfizer, una casa farmaceutica attualmente impegnata nella loro produzione, potrebbero portare alla sterilizzazione delle persone che lo ricevono.
In altre parole, il vaccino sarebbe il modo per raggiungere un altro obbiettivo fondamentale del mondialismo, ovvero la riduzione della popolazione.
Tutto questo senza contare già l’alto numero di persone che stanno morendo nel mondo per i gravi effetti collaterali di questi vaccini.
La dottoressa americana Sherri Tenpenny ha infatti spiegato come milioni di persone potrebbero morire nel mondo se si considera che larga parte dei loro devastanti effetti collaterali si manifesterà dai 3 ai 6 mesi dalla loro somministrazione.
Il paradosso quindi in tutto questo sarebbe che la “cura” che il sistema propone non sarebbe altro che la vera malattia.
Il virus è il vaccino stesso.
La preparazione di questa crisi dunque era già ampiamente in corso negli anni precedenti e la “pandemia” avrebbe dovuto essere scatenata con ogni probabilità in ogni caso in questi anni.
L’evento che il mondialismo non aveva previsto: l’elezione di Donald Trump
L’evento imprevisto che ha sconvolto i piani del globalismo è stata l’elezione alla Casa Bianca di Donald Trump nel 2016.
L’operazione terroristica del coronavirus doveva comunque avere luogo, ma sotto l’amministrazione Clinton che avrebbe così trascinato il mondo intero verso questo nuovo leviatano globale.
In questo contesto, la Russia di Putin sarebbe stata completamente isolata, e il Grande Reset annunciato dal club globalista di Davos avrebbe avuto luogo senza alcuna difficoltà.
L’elezione di Trump non era assolutamente prevista perché il sistema non aveva messo nel conto di perdere il controllo degli Stati Uniti che sono un pezzo semplicemente troppo importante della scacchiera.
Manly P. Hall, altro massone di primo piano, spiegò nella sua opera del 1944, “Il destino segreto dell’America” che la missione dell’America sarebbe stata quella di guidare il mondo intero verso il Nuovo Ordine Mondiale.
La superpotenza militare ed economica di questa nazione è stata utilizzata per decenni per colpire tutti i leader e le nazioni che in qualche modo hanno sfidato il deep state di Washington e difeso la loro sovranità.
Trump durante il suo mandato ha separato l’America dal mondialismo e il deep state per rimediare a quanto accaduto nel 2016 ha orchestrato quella che probabilmente è la più grossa frode elettorale della storia d’America e del mondo intero.
La frode elettorale contro Trump: il golpe del deep state per riprendere l’America
La notte elettorale del 3 novembre è iniziata l’operazione quando era ormai chiaro che Donald Trump stava vincendo senza affanni la sfida con il debole candidato democratico Joe Biden.
Ad un certo punto dello scrutinio, è stato impartito l’ordine, e gli scrutatori hanno smesso simultaneamente di contare i voti nei sei stati chiave.
Sono stati scaricati nelle urne centinaia di migliaia di voti postali illegali tutti giunti oltre la scadenza della mezzanotte, e tutti stranamente a favore di Joe Biden.
Il broglio però ha avuto una estensione molto più radicata e profonda della sola manipolazione del voto postale.
Il 3 novembre c’è stato un attacco internazionale contro la sovranità degli Stati Uniti, un vero e proprio tentativo di golpe perpetrato attraverso la decisiva collaborazione dei governi saldamente nelle mani del potere globalista.
Quando lo stato profondo ha capito che Trump stava vincendo nonostante i voti postali ha dovuto dare vita ad un’operazione di hackeraggio mai vista nella storia.
A Francoforte, dove sono custoditi i server di Dominion in una stazione della CIA, erano stati già spostati moltissimi voti da Trump a Biden, ma il broglio fatto non era ancora sufficiente.
L’Italiagate: il ruolo decisivo del deep state italiano nel golpe contro Trump
Trump stava vincendo lo stesso e allora si è dovuta coinvolgere l’Italia. È qui che nasce l’Italiagate, che è la chiave di questo intero colpo di Stato.
Secondo quanto già rivelato da Maria Zack e Bradley Johnson, a spostare del tutto i voti da Donald Trump a Joe Biden sarebbe stata la società Leonardo, il cui 30% è partecipato dal ministero dell’Economia italiano.
Leonardo avrebbe messo a disposizione un suo satellite militare attraverso il quale sarebbero stati trasmessi negli Stati Uniti i voti hackerati, già spostati da Trump a Biden.
Questo coinvolgerebbe direttamente l’allora governo Conte nello scandalo che avrebbe in qualche modo acconsentito a questo attacco informatico, che non sarebbe altro che un’aggressione diretta alla sovranità degli Stati Uniti.
L’hackeraggio sarebbe stato realizzato a via Veneto, nella sede dell’ambasciata americana allora diretta dall’ambasciatore Lewis Eisenberg, molto vicino alle lobby sioniste neocon, che avrebbe messo a disposizione il secondo piano della sede diplomatica USA per realizzare il broglio elettronico.
Ad avere avuto un ruolo decisivo in questo senso sarebbe stato Arturo D’Elia il cui curriculum rivela molte circostanze interessanti.
D’Elia infatti non è affatto estraneo al mondo dell’informatica. Nel suo profilo Linkedin è indicato chiaramente come in passato D’Elia abbia svolto il ruolo di perito informatico della procura di Napoli.
E questo non è nemmeno il ruolo più prestigioso avuto in questo campo. D’Elia infatti ha lavorato direttamente per la NATO come consulente informatico dal 2010 al 2015.
Nel 2015 poi D’Elia approda in Alenia Aermacchi, una società controllata proprio da Leonardo.
Nel suo profilo Facebook, l’hacker condivideva le sue foto delle esercitazioni che praticava con la NSA americana. È interessante anche notare come D’Elia sempre nel suo profilo presente nella piattaforma di Zuckerberg, riportava il motto di Gladio “Silendo libertatem servo”.
Per chi fosse a digiuno della storia di Gladio è certamente utile ricordare come questa fosse una struttura clandestina coordinata e gestita dallo stato profondo di Washington e dalla NATO stessa per impedire che l’Italia slittasse verso il patto di Varsavia all’epoca della guerra fredda.
D’Elia dunque lavorava per quel sistema di potere atlantista e mondialista che ha cercato di rovesciare Trump sin dall’inizio del suo mandato.
Non era affatto uno sprovveduto e aveva tutte le competenze professionali per realizzare un’operazione del genere.
I media hanno cercato frettolosamente e goffamente di etichettare questa storia come una “teoria del complotto”, ma non si sono premurati nemmeno di eseguire i riscontri minimi essenziali alla versione raccontata da Maria Zack.
Ora D’Elia si trova in prigione a Salerno per un altro reato legato alla sua collaborazione proprio con Leonardo nel 2015, dalla quale avrebbe trafugato dati sensibili.
La chiave per rovesciare Donald Trump è stata quindi il coinvolgimento dello stato profondo italiano.
Il presidente però non era certo impreparato a questa eventualità. Sapeva che il mondialismo non gli avrebbe concesso di restare per un altro mandato alla Casa Bianca e aveva preparato un ordine esecutivo nel 2018 proprio per sventare e prevenire le ingerenze straniere elettorali negli USA.
A questo punto, sarebbe del tutto naturale pensare che il piano per prevenire questo colpo di Stato internazionale non sia effettivamente riuscito dal momento che Joe Biden si è insediato.
A questo proposito però c’è una citazione molto in voga tra i circoli più vicini a Trump che potrebbe spiegare cosa sta realmente accadendo.
“Nulla è come sembra”. Joe Biden è senza ombra di dubbio un presidente anomalo. Dall’inizio del suo mandato non ha nemmeno ricevuto un leader straniero nella Casa Bianca e non ha tenuto ancora una conferenza stampa ufficiale alla Casa Bianca.
Una prova ulteriore di questa presidenza anomala viene da un recente video pubblicato da ABC News, nel quale si vede Biden parlare con i giornalisti che puntano i loro microfoni verso di lui, ma se si guarda con attenzione si vede che le mani di Biden passano incredibilmente attraverso i microfoni stessi.
In altre parole, i media ufficiali hanno realizzato un falso clamoroso, e ci si chiede quale sia la necessità di ricorrere ad una manipolazione così grossolana se effettivamente Joe Biden è in carica.
Biden, tra l’altro, ha fatto sapere che non andrà nemmeno al confine meridionale con il Messico, preso nuovamente d’assedio dagli immigrati clandestini, così come Kamala Harris.
Il Pentagono inoltre si è già rifiutato in più di un’occasione di seguire le istruzioni del presunto presidente e questo fa pensare che ci sia una amministrazione fantoccio a Washington, priva degli effettivi poteri che dovrebbe invece avere sulla carta.
Anche l’attacco USA in Siria presenta delle anomalie vistose, dal momento che né l’Iran né la Siria hanno rivelato effettivamente quali sono stati i danni effettivi di questo bombardamento.
Il Grande Reset che sotto una ipotetica amministrazione Biden avrebbe dovuto essere “inarrestabile”, come aveva annunciato John Kerry, membro della società occulta di Teschi e Ossa ed ex segretario di Stato sotto Obama, non si sta manifestando.
Al contrario, sono sempre di più gli stati negli USA che tornano alla normalità e rimuovono le restrizioni Covid, e da ultimo sono arrivate le notizie che anche New York sta rimuovendo il coprifuoco.
A questo punto, ci si chiede che cosa sia accaduto effettivamente il 20 gennaio quando c’è stata l’inaugurazione di Biden.
Numerosi indizi sostanziali, a partire dalla presenza della guardia nazionale a Washington, fanno pensare che in questo momento siano in realtà i militari a rivestire il ruolo di governo reggente nel Paese.
A questo proposito, è interessante notare che in diversi uffici delle basi militari USA è ancora assente la foto del comandante in capo, ovvero Joe Biden.
È un fatto che non sembra avere precedenti. Trump potrebbe avere quindi in via non ufficiale consegnato temporaneamente il potere alle forze armate in attesa di poter tornare effettivamente in carica.
È la chiave per poter tornare presidente è lo scandalo dell’Italiagate. Per poter far annullare definitivamente la frode elettorale del 2020 occorre portare alla sbarra i responsabili di questo hackeraggio.
Il deep state italiano avrebbe infatti avuto un ruolo determinante nel golpe contro Trump e questo coinvolgimento non si limiterebbe solamente al governo Conte e a Renzi, già accusato di aver avuto un ruolo determinante nello spygate, ma anche a quello dell’attuale governo Draghi.
E’ interessante notare a questo riguardo come il governo Draghi abbia nominato nel suo governo degli uomini di Leonardo, su tutti il ministro della Transizione Ecologica, il fisico Roberto Cingolani.
Cingolani è un personaggio del quale si era già sentito parlare negli anni passati per le sue apparizioni proprio alla Leopolda, l’evento organizzato da Matteo Renzi, il cui nome compare ricorrentemente in questa storia..
Lo scienzato aveva anche partecipato nel 2016 alla riunione annuale della commissione Trilaterale, uno dei bracci operativi del globalismo fondato dall’immancabile Rockefeller nel 1973.
Gli uomini che hanno un legame con Leonardo nel governo Draghi non si limitano comunque a Cingolani.
Il capo gabinetto di Draghi, Antonio Funiciello, proviene a sua volta da Leonardo ed era già stato capo gabinetto di Gentiloni.
Lo stesso Gentiloni che ha nominato nel 2017 amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, riconfermato dal governo Conte nel 2020.
Sulla testa di Profumo pende tra l’altro già una condanna in primo grado per falso in bilancio e aggiotaggio, reati che si sarebbero consumati ai tempi del suo mandato da amministratore delegato in Unicredit.
Né Profumo né Leonardo hanno mai smentito ufficialmente il coinvolgimento dell’azienda nell’Italiagate, e questo è alquanto irrituale soprattutto se si considera che Leonardo è una società per azioni e certe comunicazioni sarebbero d’obbligo quantomeno per mettere al riparo i titoli da eventuali speculazioni al ribasso sui mercati.
Ad ogni modo, sembra esserci un minimo comun denominatore che accomuna i governi Renzi, Gentiloni, Conte e Draghi, e questo comune denominatore sembra la completa ostilità a Trump.
La sensazione è che Draghi, da ultimo, attraverso queste nomine abbia voluto dare qualche copertura politica a Leonardo, che avrebbe avuto un ruolo decisivo nel golpe elettorale contro Trump.
Ci sono stati certamente, e sono ancora in corso, dei chiari tentativi di depistaggio per cercare di accostare Draghi a Trump, ma si è già dimostrato nelle precedenti occasioni che fanno tutti parte di una campagna di disinformazione orchestrata da ambienti vicini alla Lega e alla massoneria per confondere le acque.
Il governo Draghi non appena si è insediato ha iniziato a fare quello che il sistema gli aveva chiesto di fare. Chiusure di massa e distribuzione di vaccini mRNA che stanno provocando gravi effetti collaterali alla popolazione.
Draghi non sta facendo altro che trascinare l’Italia verso il Grande Reset.
La “conversione” dell’ex governatore Bce non è stata dunque altra che una grossolana menzogna messa in giro proprio dagli ambienti citati precedentemente nel maldestro tentativo di offrire una cartina di tornasole alla Lega, che aveva bisogno di giustificare la sua sì di conversione agli occhi dei suoi elettori.
Tra l’altro, la Lega attualmente è al governo con diversi esponenti del precedente governo Conte che avrebbero avuto un ruolo decisivo nell’Italiagate.
Un fatto è comunque certo. L’Italiagate è la madre di tutti gli scandali e la sua definitiva esplosione è determinate per poter consentire il ritorno ufficiale di Trump alla presidenza degli Stati Uniti e la conseguente e definitiva sconfitta del Nuovo Ordine Mondiale.
Una volta che questo evento si avverasse, si metterebbe in moto un meccanismo che non solo travolgerebbe lo stato profondo di Washington, ma in pratica l’intera classe dirigente italiana che si è prestata per poter realizzare il colpo di Stato internazionale contro Donald Trump.
Tutto questo deve avvenire prima del 2024, perché Trump sa perfettamente che se non si rovescia la frode del 2020, non si avrà mai più una regolare elezione negli USA.
Ultimamente il presidente è tornato a parlare sempre più spesso e uno dei suoi consiglieri più anziani ha annunciato che tra due-tre mesi Trump avrà un suo social.
Trump vuole evidentemente avere uno spazio dove poter comunicare perché ritiene con ogni probabilità in quel periodo si siano già verificati eventi di così rilevante importanza da richiedere una piattaforma dove poter condividere post e scritti istantaneamente e senza alcuna censura, a differenza di quanto avviene nel regime social di Twitter e Facebook.
La primavera è appena iniziata e alcuni fiori potrebbero finalmente sbocciare. Si avvicina allo stesso tempo la Pasqua di Resurrezione e la speranza è che la Resurrezione di Cristo possa portare ad una rinascita e ad una definitiva vittoria delle sue forze sulla Terra.
Lo scontro è lungi dall’essere finito. La battaglia ancora deve arrivare al suo culmine e solo coloro che resisteranno fino all’ultimo usciranno vittoriosi.
L’esito di questo scontro comunque passerà dall’Italia. Le strade che portano a Roma decideranno se l’umanità piomberà o meno nel Nuovo Ordine Mondiale.