The Strategic Culture Foundation
Redazione: A margine della nostra posizione, fortemente scettica verso i vaccini non adeguatamente testati, l’articolo ribadisce l’insensatezza di Bruxelles nel rifiutare l’unico vaccino (tradizionale) che possa definirsi “efficace e testato”.
La ragione è anche economica — supportare i vaccini “occidentali” (anche se non sono testati, quando non chiaramente pericolosi) — ma, soprattutto, politica.
Fa parte della russofobia che pervade l’Amministrazione Biden, dopo l’appeasement dell’Amministrazione Trump, con il risultato di spingere quel Paese sempre più fra le braccia cinesi.
L’UE tace e si adegua, scavalcata dai singoli Paesi europei. Sarà l’inizio della sua fine? Lo shock fra le popolazioni europee è davvero notevole.
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È passato un anno da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità [OMS] ha dichiarato l’esistenza di una pandemia globale generata dal Covid-19.
In tutto il mondo, il bilancio è di 2,6 milioni di morti e continua a salire.
L’arrivo di vaccini efficaci ha offerto una nuova speranza che il virus mortale possa essere sradicato.
Sputnik V, il vaccino prodotto in Russia, è stato il primo ad essere registrato in tutto il mondo (nell’agosto dello scorso anno) e da allora si è dimostrato (da test effettuati su larga scala) altamente efficace e sicuro.
Inoltre, sembra essere efficace anche contro le nuove varianti del virus, la cui comparsa minaccia l’obiettivo di un’immunizzazione di successo volta a sconfiggere la pandemia.
Finora, più di 40 Paesi hanno approvato ufficialmente l’uso dello Sputnik V e l’interesse mondiale per l’impiego del jab russo è in forte crescita.
Rispetto alle alternative occidentali è molto più conveniente e può essere conservato e trasportato facilmente senza condizioni hi-tech.
Questo è di particolare importanza per le decine di nazioni povere in Asia, Africa e nelle Americhe.
La volontà russa di fornire il suo vaccino agli altri Paesi riflette la sana strategia medica di promuovere un’immunizzazione diffusa e veloce.
La pandemia globale, in effetti, richiede una soluzione collettiva. Nessun Paese è al sicuro finché tutti non lo saranno.
Nel frattempo, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’Unione Europea sono accusati di “nazionalismo vaccinale” per aver dato priorità alla protezione nazionale trascurando gli altri Paesi — fatto eticamente discutibile, oltre che sbagliato.
Fino a quando il Covid-19 continuerà a diffondersi nel mondo, evolveranno nuove varianti ancor più mortali attraverso mutazioni che, a loro volta, contrasterebbero gli sforzi di soluzione.
L’Europa deve affrontate delle sfide particolari.
L’introduzione della vaccinazione è stata ostacolata dai ritardi nella catena di approvvigionamento e dal fatto che, politicamente, il blocco europeo deve dare l’impressione di agire di concerto, il che rallenta ulteriormente il processo.
Finora, l’UE ha approvato tre vaccini: quelli di Oxford-AstraZeneca (anglo-svedese); Pfizer-BioNTech (americano-tedesco) e Moderna (americano).
Un quarto vaccino dalla Johnson & Johnson ha ottenuto l’approvazione questa settimana, ma potrebbero volerci settimane prima che raggiunga gli ambulatori.
E ci sono altri problemi.
Diversi Paesi dell’UE hanno fermato l’utilizzo del vaccino di AstraZeneca, conseguenza di una serie di morti per trombosi — ma non è ancora chiaro se le morti siano state un risultato diretto del vaccino.
Nel frattempo, la somministrazione è stata sospesa in Austria, Danimarca e Italia. Anche le nazioni non-UE, Islanda e Norvegia, hanno messo un freno al trattamento di AstraZeneca.
Questo fatto può solo aggravare il già lento programma dell’UE, perché ferisce la fiducia del pubblico nell’assumere i vaccini anche se questi, ufficialmente, sono privi di effetti collaterali.
Più si ritarda a vaccinare la popolazione europea, maggiore è il pericolo che emergano nuove varianti e, quindi, più lungo sarebbe il ritardo nel riportare la società alla normalità pre-pandemica.
Le popolazioni stanno diventando sempre più insofferenti verso le chiusure prolungate.
La pandemia ha distrutto le economie e i mezzi di sussistenza, si son persi milioni di posti di lavoro.
L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico [OCSE], questa settimana, ha esortato l’UE ad accelerare la vaccinazione di massa per salvaguardare la ripresa.
E’ questo è il contesto in cui dev’essere vista la riluttanza ufficiale dell’UE a schierare lo Sputnik V della Russia.
L’Agenzia Europea dei Medicinali [EMA] non ha ancora approvato il vaccino russo anche se i dati richiesti per la domanda d’uso erano stati presentati due mesi fa dallo sviluppatore russo dello Sputink V.
Il ritardo da parte delle Autorità di Bruxelles è in contrasto con il comprovato successo scientifico dello Sputnik V e con la crescente domanda in tutto il mondo.
Le dichiarazioni pubbliche dei funzionari dell’UE indicano una deplorevole politicizzazione della pandemia (ironicamente, accusano la Russia di politicizzarla).
Invece di accettare le offerte russe per il suo vaccino, i politici dell’UE — ad esempio il Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il suo predecessore Donald Tusk — hanno invocato un’ingiustificata “politica da guerra fredda”.
Ci sono accuse sprezzanti sul fatto che la Russia stia usando il “soft power del vaccino” per generare divisione all’interno dell’UE e, più in generale, promuovere l’immagine del Cremlino nel mondo.
Questa russofobia e questa mentalità da guerra fredda sono riprovevoli. Sta mettendo la politica al di sopra della salute pubblica e della sicurezza, sulla base di pregiudizi irrazionali.
Con quasi 900.000 morti nell’ultimo anno, l’Europa continentale rappresenta quasi un terzo del totale mondiale dei morti da Covid-19. Il pedaggio pagato dall’Europa è confrontabile con quello degli Stati Uniti: 530.000 morti.
La Russia, il più grande Paese dell’Europa Continentale, ha un interesse vitale nello sradicare la pandemia.
Mosca sta offrendo all’Unione Europea una soluzione win-win. Il vaccino Sputnik V riempie potenzialmente le sue lacune di approvvigionamento. Immediatamente.
In ogni caso, i Paesi europei stanno muovendosi da soli per avvalersi del vaccino russo.
Questa settimana, l’Italia ha raggiunto un accordo con lo sviluppatore russo — il Russian Direct Investment Fund e l’Istituto Gamaleya — per autorizzare la produzione dello Sputnik V nel Paese.
Altri accordi per la produzione locale sarebbero stati negoziati da Germania, Francia, Spagna e Finlandia. Alcuni membri dell’UE — Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca — hanno già ordinato il vaccino russo.
I sondaggi mostrano un’alta fiducia fra la popolazione europea per quel trattamento.
La riluttanza a prendere lo Sputnik V da parte di alcuni settori della leadership UE è contraddetta dai singoli Paesi, che vanno avanti da soli per avvalersi del vaccino russo.
L’irrazionale russofobia di alcuni leader dell’UE è il risultato delle loro false rappresentazioni, che presentano il loro più grande vicino come un aggressore e un attore maligno.
In questo modo, sono tenuti in ostaggio dalla loro riprovevole russofobia invece di portare avanti una politica razionale volte a sconfiggere la pandemia.
La conseguenza è che le popolazioni europee stanno pagando un prezzo elevato per questa russofobia e per la conseguente e anacronostica mentalità da guerra fredda.
La Russia sta offrendo una soluzione vantaggiosa per tutti basata sulla scienza, sulla solidarietà umana e sulla cooperazione strategica.
Ma, se ci saranno rivolte in tutta l’UE come conseguenza della pandemia, queste non avranno “nulla a che fare” con il progetto della Russia e “tutto a che fare” con il fallimento della leadership europea.
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