7/11/2018
Metodi e consigli pratici di Osho per addentrarsi nelle meditazioni basate sul suono
Un raro brano di Osho apparso su Osho Times n. 252I metodi dei Baul sono molto semplici. I Baul sostengono che se riesci a ballare, molti blocchi spariranno dal tuo essere, perché quando una persona balla e si addentra davvero nella danza e diventa movimento, diventa… liquida.
Non l’hai mai notato? Se hai visto qualcuno perso nella danza, non ti sei accorto che non è più solido? Fluisce. La solidità è sparita, è diventato liquido. Questa liquidità scioglie i blocchi.
Danzare è lo Yoga dei Baul. Un Baul danza per ore. Quando la Luna è in cielo, di notte, i Baul ballano tutta la notte, perché per loro la Luna è un simbolo del loro Amato, Krishna. Chiamano Krishna “la Luna”. Quando c’è la Luna danzano follemente. E questa danza non è una performance. Non è da esibire davanti a qualcuno. Se qualcuno la guarda è un’altra cosa. Il Baul danza per se stesso, per il suo piacere personale.
Il canto è un altro dei loro metodi: hanno scelto metodi molto estetici, non metodi duri, ma molto morbidi, femminili, taoisti. Cantano e si perdono completamente nel loro canto, il canto è come un mantra per loro, il canto è preghiera. Cantano del loro Amato, del loro Signore, del loro Dio.
Se ti perdi nel canto, sei perso in nadabrahma, sei perso nel “suono senza suono”.
Ma il loro canto e la loro danza non sono ritualizzati. Non c’è rituale. Ogni Baul è individuale. Non troverai due Baul che cantano la stessa canzone o che cantano allo stesso modo, e non troverai due Baul che ballano la stessa danza o ballano allo stesso modo. Non seguono alcun rituale.
Questo deve essere compreso, perché è molto, molto fondamentale per loro, e vorrei che tu ricordassi che se qualcosa diventa un rituale, lasciala perdere, ora è inutile, perché rituale significa ripetizione.
I Baul cantano le loro canzoni in modo spontaneo, sono spontanei, si rilassano nel momento: lasciano che la danza avvenga, lasciano che il canto accada.
Ascolta la voce interiore
Osho, cosa vuoi dire quando affermi: “Ascolta la tua voce interiore e agisci di conseguenza” ben sapendo che abbiamo solo la voce della mente? Il vuoto ha qualche voce?
Sì. Il vuoto ha una sua voce. Letteralmente non è una voce, è una spinta, un impulso. Non è un suono, è il silenzio: nessuno ti dice di fare qualcosa, hai semplicemente voglia di farlo.
Ascoltare la voce interiore significa lasciare tutto al vuoto interiore. E poi lui ti guida. Ti muovi sempre nel modo giusto se sei vuoto. Se hai il vuoto interiore nulla è sbagliato, niente può andare storto.
Nel vuoto nulla va mai storto, questo è il vero criterio dell’essere giusto, sempre giusto.
Sì, il vuoto ha la sua voce, il silenzio ha la sua musica, i non-movimenti hanno la propria danza, ma dovrai arrivarci.
Non ti sto dicendo di ascoltare la mente e, anzi, la mente non è tua. Quando dico “ascolta la tua voce”, voglio dire abbandona tutto ciò che ti ha dato la società. La mente ti è stata data dalla società, la tua mente non è tua. È una società, un condizionamento; è sociale. Il vuoto è tuo, la mente no. La mente è hindu, musulmana, cristiana; la mente è comunista, anticomunista, capitalista. Il vuoto è niente, è nessuno; è shunya. In quello shunya, il nulla, si trova la verginità del tuo essere. Ascoltala.
Quando dico di ascoltarla, non intendo che qualcuno ti sta parlando. Quando dico “ascoltala”, voglio dire di essere disponibile, di darle le tue orecchie e il tuo essere. E ti guiderà. E non sbaglia mai strada. Qualsiasi cosa venga dal nulla è bella, è vera, è buona, è una benedizione.
Nadabrahma
La nadabrahma è una meditazione-mantra, e il mantra è uno dei metodi più potenti. È molto semplice, ma immensamente efficace, perché quando canti un mantra o un suono, il tuo corpo inizia a vibrare, le tue cellule cerebrali iniziano a vibrare. Se fatto nel modo giusto, il cervello diventa tremendamente vibrante, e anche tutto il corpo. Quando il corpo inizia a vibrare, mentre la mente sta già cantando, corpo e mente entrano in sintonia: un’armonia che di solito non c’è tra i due. Di solito la mente va per la sua strada e il corpo va per conto suo. Il corpo mangia e la mente continua a pensare; il corpo cammina per strada e la mente se ne va lontano sulle stelle. Non si incontrano mai, procedono su percorsi separati e questo crea una divisione.
Si crea una schizofrenia di fondo, perché il corpo va in una direzione, la mente in un’altra e tu sei il terzo elemento. Tu non sei né il corpo né la mente, quindi sei separato da entrambi: metà del tuo essere è attratta dal corpo e metà del tuo essere è attratta dalla mente. Per questo c’è una grande ansietà: ti senti lacerato.
In una meditazione-mantra, la nadabrahma o qualsiasi altro canto, è così che funziona il meccanismo: quando canti un suono – uno qualsiasi, persino abracadabra – se inizi a risuonare all’interno, il corpo comincia a rispondere. Prima o poi arriva il momento in cui il corpo e la mente sono insieme, nella stessa direzione per la prima volta. Quando il corpo e la mente sono insieme, sei libero dal corpo e dalla mente, non sei più lacerato. A quel punto il terzo elemento, ciò che sei in realtà – chiamalo anima, o qualsiasi altra cosa – quel terzo elemento è a suo agio, perché non è più spinto in direzioni diverse. Il corpo e la mente sono così assorti nel canto che l’anima può scivolare fuori da entrambi molto facilmente, inosservata, e può diventare un testimone. Può emergere e osservare il gioco che sta accadendo tra la mente e il corpo.
È un ritmo così bello che la mente e il corpo non si rendono mai conto che l’anima è scivolata fuori. Perché non lo permettono così facilmente, mantengono il controllo. Nessuno vuole perdere il controllo. Il corpo vuole dominare l’anima, la mente vuole dominare l’anima. E questo è un modo molto astuto per afferrarli. Sono ubriachi di canto e tu scivoli fuori…
Suggerimenti
1) Durante la nadabrahma, ricorda: lascia che il corpo e la mente siano totalmente insieme, ma ricorda che devi diventare un testimone. Esci da loro facilmente, lentamente, dalla porta di servizio, senza combattere, senza lottare. Questo è il significato della parola “estasi”: stare fuori. Stare fuori e osservare da lì... ed è un luogo di immensa pace. È silenzio, è beatitudine, è benedizione.
Questo è il segreto del canto ed è per questo che il canto ha persistito nel corso dei secoli. Non c’è mai stata una religione che non abbia usato il canto e il mantra.
2) Ma c’è un pericolo! Se non esci, se non diventi un testimone, c’è il pericolo che ti sfugga totalmente. Se ti ubriachi nel corpo e nella mente e anche la tua anima si ubriaca, cantare diventa una droga. Il canto causa dei cambiamenti chimici nel corpo e questi cambiamenti non sono diversi da quelli procurati dalla marijuana o dall’LSD.
Un giorno, quando la ricerca scientifica approfondirà la meditazione, scopriranno che il canto provoca dei cambiamenti chimici, proprio come il digiuno. Io sono contrario all’LSD tanto quanto sono contrario al digiuno.
La cosa importante da ricordare è che non devi usare il suono, il canto, il mantra come una droga per il tuo essere. Lascia che sia una droga per il corpo e per la mente, ma scivolane fuori prima di ubriacarti. Stai fuori e osserva. E sii attento come una fiamma...
https://www.oshotimes.it/articolo/1102/i-segreti-del-suono.html
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