Marcello Pamio
Ne avevamo già parlato a marzo 2020 del fatto che i giornali vendono
sempre meno: la bella notizia è che tale tendenza sta proseguendo...
I
numeri delle vendite di giornali a giugno 2020 non lasciano spazio ad
errate interpretazioni: il mercato nazionale fra giugno 2019 e giugno
2020 è crollato di circa il 25%.
Tanto per capirci, un anno fa il
totale delle copie cartacee vendute ammontava a quasi 2 milioni al
giorno, mentre oggi sono scese sotto il milione e mezzo.
A memoria
non c’è mai stato un periodo così brutto per la stampa e non c’entra il
Covid perché il calo delle vendite non ha toccato solo i giornali
sportivi o l’Avvenire (chiusura stadi e chiese), ma la quasi totalità delle testate.
Il Corriere della Sera ha abbassato le sue vendite del 11%, idem La Repubblica che ha sforato in negativo con un calo del 18% rispetto alle copie vendute un anno fa.
Vediamo i numeri
I giornaloni per antonomasia,
dove si alternano a scrivere per le imprese del Regime le grandi e ben
oliate penne, sono stati i più penalizzati dagli elettori. Chissà come
mai?
Il Corriere della Sera per esempio a giugno 2018 vendeva oltre
209.000 copie, a giugno 2019 circa 190.000 copie e a giugno di
quest’anno solo 164.000. Segue a ruota La Repubblica con 170.000 copie a
giugno 2018, circa 145.000 nello stesso mese del 2019 e solo 114.000
quest’anno.
Nonostante l’aumento delle copie digitali e degli abbonamenti on-line
i risultati dei bilanci dei grandi colossi sono inequivocabili.
Il Gruppo Rcs (Rizzoli-Corriere della Sera),
ha visto il fatturato scendere da 475 a 319 milioni, il risultato netto
da 38 milioni di utile a 12 di perdita; il ricavo del Gruppo Gedi (Repubblica, La Stampa e
molti altri quotidiani, giornali locali e radio) è passato da 303 a 249
milioni, il risultato operativo da 8 milioni di utile a 20 milioni di
perdita.
Numeri neri anche per Caltagirone editore che passa da 1,6 milioni di perdita un anno fa, a 18 milioni quest’anno.
Gli unici che crescono sono il Corriere delle Alpi del 1%, il Giornale del 5%, il Fatto Quotidiano del 7% e La Verità del 18%.
In
edicola però il Fatto Quotidiano è sotto di 7.000 copie, il 19%,
rispetto giugno 2018, La Repubblica è sotto del 27% e il Corriere della
Sera del 20%!
Conclusioni
Anno dopo anno, semestre dopo
semestre, i media mainstream perdono lettori per strada. Qualcuno si
sposta dall’edicola al pc con gli abbonamenti on-line e le copie
digitali, ma i giornali virtuali non coprono le voragini di soldi
perdute costantemente dall’abbandono dei clienti. Anche perché nel
digitale diventa sempre più pesante la riduzione dell’apporto
pubblicitario...
Le vendite e i fatturati indicano che le persone si
stanno svegliando dal letargo cerebrale e dal vuoto informativo che i
media di regime veicolano, e l’andamento in controtendenza del
quotidiano La Verità forse ne è la prova. Attualmente è
infatti uno dei pochissimi che ha il coraggio di pubblicare notizie e
informazioni al di fuori dal pensiero unico, al di fuori del paradigma,
su tematiche delicate come libertà di cura, vaccini ecc.
I tempi sono
maturi per dire basta ad una informazione vergognosamente
unidirezionale, pilotata e direzionata esclusivamente al condizionamento
mentale delle masse (vedi articolo sulle Egregore).
Senza i megafoni mediatici la dittatura sarebbe meno pervasiva e soprattutto
molto meno persuasiva!
Il potere - per il momento - lo abbiamo nelle nostre mani e nelle
nostre tasche, ed è quello di non finanziare più tale sistema. Uscire
dal sistema con l’intento di sganciarsi dal mainstream e dai loro
tentacoli predatori.
Per cui boicottiamo i giornali, la televisione
(non pagando più il pizzo) e tutti i network radiofonici, dando un
chiaro segnale che il risveglio è in atto!
Nella fase due si andrà a
lavorare nei piani sottili, perché un danno economico boicottando la
vendita di giornali non bloccherà la deriva che stiamo vivendo, è solo
il primo ma importante passaggio...
Tutti i dati sono pubblicati dal sito www.adsnotizie.it
La società ADS è nata nel 1975 dalle Associazioni: UPA (Utenti Pubblicità Associati), FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali), FEDERPRO (Federazione Professionale della Pubblicità) e FIP
(Federazione Italiana Pubblicità); da allora rendono disponibili i dati
di diffusione e tiratura della stampa quotidiana e periodica pubblicata
in Italia.
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