mercoledì 5 agosto 2020

CONFESSIONI PUBBLICHE DI UN MEDICO ITALIANO SULLE SCELLERATEZZE DELL’EMERGENZA


STEFANO MANERA, CORAGGIOSO TALENTO SCOMODO AL SISTEMA

Stefano Manera, nato a Milano 42 anni fa, laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano nel 2002 discutendo una tesi sperimentale sull’insufficienza polmonare (ARDS) e metodiche diagnostiche e respiratorie avanzate, iscritto all’Ordine dei Medici di Milano (38204), si è distinto per diversi suoi interventi coraggiosi e fuori dal coro nel corso dell’intera emergenza Covid. Particolarmente importante a mio avviso il suo intervento alla Camera di fine luglio, che riporto qui di seguito.


LE PRIME AUTOPSIE RISALGONO AL 1500

Grazie a voi tutti e all’On Sara Cunial in particolare per l’invito e l’accoglienza. La medicina e la scienza hanno sempre progredito grazie allo spirito critico degli scienziati nel rispondere alle domande che ogni giorno i clinici si ponevano di fronte alle patologie nuove e insidiose. Pensiamo ad esempio a due grandi epoche come il Rinascimento e l’Illuminismo con le loro grandi scoperte. Il Rinascimento ebbe a che fare con epidemie terribili e vide la nascita della filosofia della scienza e dell’Umanesimo. Noi inaugurava l’era del revisionismo critico, dei grandi anatomisti e delle prime autopsie effettuate per amore della scienza e della ricerca delle cause. Pensate che nel XVI secolo furono fatte le prime autopsie per comprendere le cause delle malattie e, già all’epoca, condurre autopsie sembrava essere la metodica più ideale. Stiamo parlando quindi del XVI secolo, il 1500.

ESPERIENZA FONDAMENTALE COME INTERNISTA-RIANIMATORE

Nei mesi di marzo e di aprile di quest’anno ho prestato servizio in maniera del tutto volontaria come internista-rianimatore presso l’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo. Ho lavorato nel reparto rianimazione e ho contribuito ad allestire, avviare e condurre un reparto intensivo di 15 posti letto, istituito per l’occasione della emergenza Covid. Ho lavorato e ho avuto la fortuna di farlo insieme con validissimi colleghi coi quali abbiamo curato molti pazienti. Abbiamo potuto osservare con i nostri occhi e toccare con le mani la drammaticità di ciò che stava succedendo attorno a tutti noi, cioè i malati e anche i morti.

L’AMAREZZA DI BRANCOLARE NEL BUIO IN MEZZO A GROSSE CARENZE MATERIALI E INFORMATIVE

Com’è noto, in rianimazione giungono sempre i pazienti più gravi che necessitano di cure intensive e le cui condizioni cliniche sono spesso disperate. In quei mesi sono state adottate in tutte le rianimazioni le migliori cure possibili, grazie alla abnegazione di tutti noi sanitari, e mi sento di dover ringraziare i medici, tutti gli infermieri, i tecnici e gli ausiliari. Abbiamo affrontato immense difficoltà legate alle carenze logistiche e a carenze di approvvigionamento di farmaci e presidi. In quei giorni le informazioni che arrivavano a noi medici erano assolutamente poco chiare. Il comune sentire di noi medici era quello di brancolare nel buio perché era molto difficile comprendere la fisiopatologia della malattia, che era del tutto nuova.

LEZIONE BASILARE DEL PROF LUIGI VIALE, STRANAMENTE SILENZIATA

prof Pierluigi Viale

Nei primi giorni di aprile casualmente, dopo un turno massacrante, assistetti a una lezione on line del prof Luigi Viale di Bologna che fu davvero illuminante perché definiva in modo magistrale le 3 fasi cliniche del Covid e poneva le basi terapeutiche logiche e chiare di questa malattia. Avevamo finalmente una bella notizia. La bella notizia era che le cure a domicilio esistevano e che il virus non rappresentava più il mostro che tutti noi medici pensavamo potesse essere. Mi domandai però lo stesso pomeriggio perché quella lezione fosse stata fatta così in sordina e perché quelle informazioni essenziali non fossero state rese note a tutti i medici, soprattutto ai colleghi del territorio, ai medici di base.

INTERVISTA CHE FA SCALPORE, DOVE SI DENUNCIA IL DIVIETO GOVERNATIVO DI CONDURRE AUTOPSIE

E così decisi di mia spontanea volontà di divulgare tutto questo attraverso una intervista che divenne ben presto virale e che fece letteralmente il giro del mondo. In seguito a questa intervista ho ricevuto ringraziamenti e attestati di stima da tutti i paesi. Allora iniziammo a chiederci perché le autopsie, le autopsie che già nel 1500, nel XVI secolo, erano un po’ lo standard dell’indagine diagnostica, fossero state qui disincentivate, soprattutto quando si scoprì più tardi che il Sars-Cov2 causava trombo-embolie diffuse affrontabili attraverso di somministrazione di eparina a basso peso molecolare. In seguito a quella intervista iniziai a ricevere tantissimi messaggi da colleghi che volevano saperne di più sul motivo perché non ricevevano informazioni, linee guida, indicazioni terapeutiche riguardanti come curare i pazienti a casa.

RICHIESTA DI INCENTIVARE L’USO DEL DESAMETAZONE AL MINISTRO SPERANZA, MA NESSUNA RISPOSTA

Il 24 aprile, insieme a 32 colleghi, primo firmatario il prof Piero Sestili ordinario di farmaco-psicopatologia alla Università di Urbino, scrivemmo un appello al ministro Speranza, perché venisse incentivato l’utilizzo del Desametazone in ambito extra-ospedaliero, al fine di frenare la famosa cascata infiammatoria, la tempesta citochimica, riducendo l’aggravamento della malattia il numero di morti. Questo appello è rimasto senza risposta.

LETTERA ALL’ORDINE MEDICO

Tuttavia, due mesi dopo, il Regno Unito tramite il British Medical Journal annunciava al mondo intero che l’utilizzo del Desametazone poteva avere un ruolo-chiave nel salvare vite umane. A quel punto, il 27 aprile ho scritto di mio pugno una mail al mio Ordine di appartenenza chiedendo personalmente al presidente indicazioni terapeutiche, e mi dichiarai disponibile per contribuire a un eventuale tavolo di lavoro per definire e fornire dati ai miei colleghi impegnati sul fronte delle cure a domicilio. Anche questa mail è rimasta senza risposta.

ANZICHÉ RINGRAZIARMI MI HANNO SOTTOPOSTO A PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI

Come ho detto e ridetto, questi appelli sono rimasti inascoltati. Tuttavia una risposta c’è stata perché, in seguito al lavoro come medico volontario nell’epicentro del Covid e alle mie dichiarazioni, l’Ordine dei Medici cui appartengo, anziché ringraziarmi, ha deciso di avviare un provvedimento disciplinare nei miei riguardi, perché a loro modo di vedere, avrei utilizzato parole sconvenienti. L’art 21 della nostra amata e rispettata Costituzione, cito: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con parole, scritti e ogni altro metodo di diffusione”. Io ho fatto esattamente questo. Ho riportato studi pubblicati, non mi sono inventato fatti e notizie, non ho commesso alcun delitto.

NON POLMONITE INTERSTIZIALE MA TROMBO-EMBOLIA

Vorrei anche aggiungere che abbiamo appreso successivamente il 18/2/2020 dai ricercatori di Wuhan direttamente che era stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Journal of Trombosis and Emostasis un articolo dal titolo “Parametri anormali della coagulazione sono associati a una prognosi sfavorevole nei pazienti con una nuova polmonite da Coronavirus”. Abbiamo appreso che già diversi studi indicavano nella alterazione della coagulazione buona parte del problema. Abbiamo appreso successivamente che il vero problema clinico non era la polmonite interstiziale ma la trombo-embolia diffusa ad essa associata. Abbiamo evidenziato che curare agli esordi l’infiammazione e la tempesta citochimica, la cascata infiammatoria e quindi la trombosi, poteva cambiare drammaticamente l’outcome delle patologie salvando moltissime vite umane, ma questo non è stato fatto.

OGGI LA GENTE PUÒ VIVERE CON MAGGIORE SERENITÀ

Oggi la clinica dice chiaramente che il Covid è cambiato molto, che i pazienti che contraggono il virus ed entrano in ospedale per Covid sono pochi e che i ricoverati in terapia intensiva sono ancora meno. Il dato di oggi 29 luglio indica 40 pazienti ricoverati in tutta Italia contro 1000 posti letto a disposizione. Oggi sappiamo che l’emergenza è mutata e che le persone possono vivere finalmente con un po’ più di serenità. Non lo dico io ma lo dicono i dati epidemiologici e lo dicono anche illustri docenti universitari come i prof Zangrillo, Clementi, Bassetti e molti altri ancora.

IL TERRORISMO MESSO IN ATTO DAL SISTEMA LASCERÀ PROFONDE CICATRICI SUL TESSUTO SOCIALE PER MESI E PER ANNI

Noi dobbiamo lanciare alle persone un messaggio di speranza e di ottimismo, come dice da tempo il prof Guido Silvestri. Dobbiamo tuttavia ricordare che il lockdown e i messaggi di terrore hanno generato nella popolazione una grave emergenza, una emergenza nella emergenza, cioè una grave psicosi che dovremo gestire nei prossimi mesi e anche nei prossimi anni, sia negli adulti e sia nei bambini, come hanno evidenziato 700 psicologi e psichiatri attraverso un comunicato estremamente ricco e fornito di bibliografia scientifica, firmato anche dalla dr Silvia Salese, eminente psicologa che ringrazio e che fa parte del gruppo scientifico che ho l’onore di coordinare.

IL LATO PARADOSSALE È CHE LE MAGGIORI INSIDIE ED OSTACOLI ARRIVINO DALLE ISTITUZIONI

Il comunicato è stato inviato al presidente del Consiglio Conte, ai ministri Azzolina e Speranza, e speriamo che almeno questo riceva la dovuta attenzione e la dovuta risposta istituzionale. Ecco perché, e concludo, il lavoro da fare è realmente tanto, è enorme e anche faticoso. Gli ostacoli sono molteplici così come le insidie, anche da parte di chi dovrebbe aiutarci e tutelarci, di chi dovrebbe stare dalla nostra parte. Noi operiamo in ottemperanza al nostro amato e condiviso giuramento di Ippocrate, in ottemperanza all’art 32 della Costituzione Italiana, nel rispetto della Convenzione di Oviedo, dei diritti dell’uomo e delle sue libertà fondamentali. Grazie a tutti. Stefano Manera.

OGNI ESSERE UMANO NEL SUO PICCOLO È TENUTO A ESPRIMERSI RESPONSABILMENTE

Quella del dr Manera non è certo la voce di un dissidente che sbraita a muso duro e che usa toni incivili. Tutt’altro. Parliamo di un giovane medico che si è dato da fare nell’epicentro italiano del Covid e che con buona educazione ha cercato di svolgere il suo lavoro con coscienza e professionalità, e nel contempo si è preso la briga di informare i colleghi, il popolo e il Parlamento dei fatti e dei misfatti visti dalla sua visuale di medico e dalla visuale non meno importante di difensore dei diritti dell’uomo e delle sue libertà fondamentali che, nota bene, tutti gli uomini responsabili del mondo, di qualsiasi razza e professione e livello dovrebbero condividere e attuare.

NON TUTTI POSSONO DIRE DI AVERE LA COSCIENZA A POSTO

Il suo dovere di medico e il suo dovere di cittadino, il dr Manera lo ha fatto ampiamente. C’è da chiedersi piuttosto se il ministero della Sanità e l’Ordine medico possano onestamente dire altrettanto. Evidentemente i toni contano poco. Manera ha usato termini e metodi gentili. Il suo collega Pasquale Bacco, tanto per far un esempio, aveva parlato senza mezzi termini di Strage di Stato, perché è stato lo Stato con le sue scellerate istruzioni a impedire le autopsie, inducendo i medici a sbagliare tutti i protocolli terapeutici nelle terapie intensive.

ALLA ACCUSA DI STRAGE DI STATO NESSUNO SEMBRA BATTERE CIGLIA

Ovvio che a questo punto nessuno risponde. Silenzio assoluto e imbarazzante. Silenzio verso le lettere educate di Stefano Manera e silenzio verso le critiche più mordaci e caustiche del prof Bacco. Di fronte all’evidenza e alla gravità dei fatti, ogni parola che dici, ogni risposta che dai diventa un’arma a doppio taglio, sia che tu neghi che tu ammetta. Il problema qual è? Che i responsabili delle stragi, e nel contempo responsabili dell’emergenza mentale che rischia di trasformare il mondo in un manicomio generale a cielo aperto, non solo non si dimettono, non solo non danno alcun segno di dubbio e di ravvedimento, ma continuano imperterriti e disinvolti a fare danni, a governare come se niente fosse accaduto.

Valdo Vaccaro

https://www.valdovaccaro.com/confessioni-pubbliche-di-un-medico-italiano-sulle-scelleratezze-dellemergenza/

Nessun commento :

Posta un commento