Nel momento in cui uno si innamora di una donna, esiste una
certa verità – se si è innamorato in modo assolutamente inconsapevole, se non
l’ha in qualche modo "fabbricato", se non è stata una sua azione, una
sua realizzazione, se non ci aveva mai neppure pensato. Improvvisamente uno
vede una donna, la guarda negli occhi e qualcosa scatta. Egli non è colui che
agisce, ma è semplicemente preso, si trova innamorato. Egli non c'entra, il suo
ego non è coinvolto, quantomeno non proprio all'inizio, quando l'amore è
vergine. In quel momento c'è la verità e non c'è alcuna interpretazione. Ecco
perché l'amore rimane indefinibile. Ben presto subentra la mente, comincia a
manovrare le cose e si impossessa di lui. Egli inizia a pensare alla ragazza
come alla sua innamorata, comincia a pensare al modo per arrivare a sposarla,
comincia a pensare alla ragazza come a sua moglie.
Ebbene, queste sono cose reali: l'innamorata, la moglie –
queste sono cose. Ora la verità non c'è più, si è tirata indietro. Ora le cose
diventano più importanti. Il definibile è più sicuro, l'indefinibile è incerto.
In questo modo si inizia a uccidere, ad avvelenare la verità. Presto o tardi ci
saranno una moglie e un marito: due realtà. Ma la bellezza se n'è andata, la
gioia è scomparsa, la luna di miele è finita. La luna di miele è finita nel
momento esatto in cui la verità diventa realtà, quando l’amore è diventato un
rapporto.
La luna di miele è assai breve, sfortunatamente – e non sto
parlando della luna di miele che segue il matrimonio. La luna di miele è assai
breve. Forse è durata un solo istante, ma la sua purezza, la sua purezza
cristallina, la sua divinità, il suo essere trascendente – appartengono
all'eternità, non al tempo. La sua purezza non fa parte delle cose del mondo, è
come un raggio di luce che entra in un buco nero. Proviene dal trascendente.
Definire divino l'amore è assolutamente appropriato, perché l'amore è verità.
Nella vita comune l'amore è la situazione più vicina alla verità.
Osho
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