Essere soli è la più grande conquista; di solito si ha
sempre bisogno dell’altro. Esiste un profondo bisogno dell’altro perché dentro
di noi manca qualcosa; abbiamo dei buchi nel nostro essere e li riempiamo con
la presenza dell’altro. L’altro, in qualche modo, ci rende completi, altrimenti
non lo siamo. Senza l’altro non sappiamo chi siamo e perdiamo la nostra
identità. L’altro diventa uno specchio dove possiamo vedere il nostro volto
riflesso. Senza l’altro, all’improvviso veniamo spinti con forza all’interno di
noi stessi; a quel punto nasce un profondo disagio, siamo infastiditi, perché
non sappiamo chi siamo. Quando siamo soli, ci troviamo in una compagnia strana,
una compagnia imbarazzante: non sappiamo con chi siamo. Con l’altro, le cose
sono chiare e definite. Ne conosciamo il nome, ne vediamo la forma, conosciamo
l’uomo o la donna: esistono modi per definire l’altro. Come definite voi stessi?
Nel profondo c’è un abisso indefinibile, c’è un vuoto abissale; quando iniziate
a sciogliervi in esso, siete colti dalla paura: vi spaventate e desiderate
correre verso l’altro. L’altro vi aiuta a restare all’esterno, a temporeggiare.
Quando non c’è nessun altro, siete lasciati soli con il vostro vuoto. Nessuno
vuole stare da solo. La più grande paura al mondo è di essere lasciati soli. Le
persone fanno mille cose per non essere sole – imitate i vostri vicini, così
siete simili a loro e non siete lasciati soli. Perdete la vostra individualità,
perdete la vostra unicità, diventate degli imitatori perché se non imitate
sarete lasciati soli. Essere soli è davvero il più grande miracolo. Significa
che ora non appartieni a nessuna chiesa, a nessuna organizzazione, a nessuna
teologia, a nessuna ideologia – non appartieni, semplicemente sei e hai appreso
come amare la tua realtà indefinibile e ineffabile. Sei arrivato a imparare
come stare con te stesso. I tuoi bisogni per l’altro sono scomparsi: non hai
più dei vuoti, non hai delle falle, non ti manca nulla – sei semplicemente
felice di essere te stesso. Non hai bisogno di nulla, la tua beatitudine è
incondizionata. Certo, questo è il più grande miracolo al mondo. Ma ricorda, il
maestro dice: “Sono qui, solo con me stesso”. Quando voi siete soli, in realtà
non siete soli: vi sentite soli, ed esiste una differenza fondamentale tra
l’essere soli e il sentirsi soli. Quando vi sentite soli, pensate all’altro, vi
manca l’altro. Sentirsi soli è uno stato negativo. Sentite che sarebbe meglio
se ci fosse l’altro: l’amico, la moglie, la madre, l’amato, il marito. Sarebbe
meglio se ci fosse l’altro, ma l’altro non c’è. Sentirsi soli è l’assenza
dell’altro. Essere soli è la presenza di se stessi; essere soli è estremamente
positivo. È una presenza, una presenza traboccante. Sei così colmo di presenza
che puoi riempire l’intero universo con la tua presenza… e non hai bisogno di
nessuno. Ciò non significa che un illuminato, arrivato a casa, non viva con gli
altri. In realtà, solo lui è in grado di vivere con gli altri; perché con la
capacità di stare con se stesso ha acquisito la capacità di stare con gli
altri. Se non sei in grado di stare con te stesso, come puoi stare con gli
altri? È una semplice affermazione: “Sono seduto qui, solo con me stesso”.
Provaci, sentine l’effetto. Siedi da solo. Questa è meditazione: stare
semplicemente seduti da soli, senza fare nulla. Provaci. Se incomincerai a
sentirti solo, vuol dire che manca qualcosa nel tuo essere, vuol dire che
ancora non sei riuscito a comprendere chi sei. E correndo di qua e di là,
inseguendo sempre un futuro, andando da una persona all’altra, non arriverai
mai a comprendere te stesso. Se incomincerai a sentirti solo, vuol dire che
manca qualcosa nel tuo essere, vuol dire che ancora non sei riuscito a
comprendere chi sei. E correndo di qua e di là, inseguendo sempre un futuro,
andando da una persona all’altra, non arriverai mai a comprendere te stesso.
Va’ invece in profondità in questo stato di solitudine, fino a raggiungere uno
strato in cui all’improvviso il sentirsi solo si trasforma in essere solo con
te stesso. Si trasforma: l’isolamento è l’aspetto negativo della solitudine. Se
andrai in profondità in questo stato, all’improvviso arriverà il momento in cui
inizierai a percepire l’aspetto positivo, è inevitabile. Sei diventato troppo
abitudinario: l’idea dell’altro è così radicata, è un’abitudine meccanica tale
che, quando ti manca l’altro, ti senti vuoto, solo e cadi in un abisso. Ma se
ti permetti di cadere dentro quell’abisso, ben presto ti renderai conto che
l’abisso è scomparso e con esso sono scomparsi anche tutti gli attaccamenti
illusori. A quel punto accade il miracolo più grande: sei felice senza alcun
motivo. Ricorda, quando la tua felicità dipende dagli altri, anche la tua
infelicità dipenderà dagli altri. Se sei felice perché una donna ti ama,
diventerai infelice quando non ti amerà più. Se sei felice per un qualsiasi
motivo, in qualsiasi momento quel motivo potrà scomparire, e allora diventerai
infelice. La tua felicità sarà sempre in bilico e ti sentirai sempre nella
tempesta. Non sarai mai sicuro di essere felice o infelice, perché in qualsiasi
momento la terra può scomparire sotto i tuoi piedi. Non potrai mai essere
sicuro di nulla. La donna che ti sorrideva un attimo fa, ora è in collera; il
marito che ti parlava così dolcemente, all’improvviso è andato su tutte le
furie. Dipendere dagli altri è dipendenza, è una schiavitù, e non ti potrai mai
sentire veramente colmo di beatitudine. La beatitudine è possibile solo in uno
stato di libertà totale e incondizionata.
Osho
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