La mente si lamenta in continuazione. Dalla culla alla
tomba, è tutto un viaggio di lamentele. Ecco come ci perdiamo la grande
opportunità di crescere, di amare, di esistere, di godere delle cose. Ci
sarebbe talmente tanto per cui danzare, cantare, amare. Dobbiamo modificare
quest’abitudine di lamentarci. Invece di lamentarvi, imparate l’arte della
gratitudine. Ecco cos’è la meditazione, l’arte della gratitudine. Se vi
spostate dalla lamentela alla gratitudine, dall’infelicità alla felicità, tutta
la vostra visione della vita cambia, l’intera prospettiva. Improvvisamente la
primavera sboccia nel vostro essere, migliaia di fiori sbocciano nella vostra
coscienza e il primo fiore a sbocciare è quello dell’amore. Chi è contento non
è altro che amore. Non è neppure colui che ama, è amore e basta. Ama per
l’amore in sé, perché è questo il modo in cui manifesta la propria gratitudine
all’esistenza. Questa è la sua gratitudine, la sua preghiera. Ama il mondo
intero e non chiede nulla in cambio. Dà semplicemente perché ha ricevuto così
tanto dall’esistenza che pensa di doverne condividere un po’. Il miracolo sta
nel fatto che più condividiamo e più ci torna indietro. Quando impari il
segreto e la matematica del condividere, non puoi essere avaro: continui
semplicemente a condividere sempre di più, perché più condividi e più ottieni
in cambio. Condividi la tua beatitudine, condividi il tuo amore, condividi la
tua comprensione. Condividi tutto ciò che possiedi, tutte le tue ricchezze
interiori. È proprio questo tipo di condivisione che intendo quando dico che
l’uomo felice diventa l’amore stesso. Cambia il tuo stato mentale dall’infelicità
alla felicità e osserva il miracolo: l’amore inizia a fluire dentro di te in
migliaia di fiumi, in una miriade di dimensioni e di prospettive diverse. La
vita diventa un tale splendore, incomprensibile all’intelletto, insondabile per
la mente, un grande mistero, l’estasi suprema.
Osho
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