24 GIUGNO 2016
Un multimilionario si stava facendo costruire un palazzo; e
non appena fu terminato, lui si ritrovò moribondo. È ciò che accade spesso: la
persona a cui viene costruito un palazzo spesso muore durante i lavori, prima
di poterci vivere. Persone simili vogliono costruire un luogo dove vivere,
invece stanno costruendo le loro tombe.
Era quello che stava succedendo: il palazzo era finito, ma
il proprietario era prossimo alla fine. E quel palazzo non aveva confronti!
L’ego vuole ciò che nessun altro possiede; e solo per quello
l’uomo perde la sua anima. L’ego, che è un fenomeno inesistente, può
sperimentare la propria esistenza unicamente diventando il più importante; può
sperimentare la propria esistenza solo primeggiando. Quel palazzo era senza
paragoni da tutti i punti di vista – come bellezza, come stile e come comodità
– ragion per cui il multimilionario era alle stelle per la felicità.
L’intera capitale parlava di lui, chiunque vedeva quel
palazzo restava senza parole.
Alla fine, perfino il re venne a vederlo. Anche lui non
riusciva a credere ai suoi occhi; al confronto, la sua reggia sembrava poca
cosa. In cuor suo provò invidia, ma esteriormente iniziò a decantarlo e a
lodarlo.
Il multimilionario fraintese la sua invidia, ritenendola un
encomio e, provando riconoscenza per quegli elogi, disse: “È tutto dovuto alla
grazia di Dio”, ma in cuor suo sapeva che tutto ciò era stato possibile grazie
ai suoi sforzi.
Mentre salutava il re, sul portone gli disse: “Ho costruito
solo un ingresso a questo palazzo. In una dimora come questa i ladri non
possono entrare: chiunque entri o esca deve passare da quest’unico portone”.
Un vecchio che si trovava tra la folla, fuori dal portone,
sentendo le parole del ricco, scoppiò in una fragorosa risata. Il re gli
chiese: “Perché ridi?”.
L’uomo rispose: “Posso sussurrare il motivo solo
nell’orecchio del ricco”. Poi si avvicinò al padrone di casa e gli sussurrò:
“Ho riso perché ti ho sentito elogiare la presenza di un solo accesso al
palazzo. In questo palazzo immenso quello è l’unico difetto: così la morte
potrà entrare e portarti via. Se non avessi fatto fare quell’unico portone, il
palazzo sarebbe stato perfetto!”.
Anche nella vita l’uomo costruisce palazzi; e in tutti esiste
lo stesso difetto, ragion per cui nessuna casa si rivela il posto perfetto dove
vivere. In tutte c’è come minimo un’entrata e quella porta diventa l’accesso
per la morte.
D’altra parte, sarebbe forse possibile dimorare nella vita,
senza che ci sia una porta per la morte? Sì, è possibile! Ma una casa simile
non ha mura: ha solo porte su porte, e poiché ci sono solo porte, quelle soglie
restano invisibili. La morte può entrare soltanto da una porta; là dove
esistono soltanto porte su porte, una simile soglia non esiste.
L’ego crea mura nella vita. Poi, perché il sé possa entrare
e uscire, fa come minimo una porta, e quella è la porta della morte. La casa
dell’ego non può restare libera dalla morte: una porta resta sempre, e quella è
la soglia di cui abbiamo parlato. Se non avesse quell’unica apertura, l’ego
morirebbe, si ucciderebbe.
D’altra parte esiste una vita senza l’ego. Quella vita è
immortale, perché non ha alcuna soglia da cui la morte possa entrare, e non ci
sono mura che la circondano.
Là dove non esiste alcun ego, c’è l’anima. L’anima è
sconfinata e senza fine, come il cielo; e ciò che è sconfinato e senza fine è
immortale.
Osho: Crea il tuo destino
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