giovedì 9 giugno 2016

Osho Chi sta badando al negozio?

9 GIUGNO 2016


 
Questa è la storia di un viaggio. Un gruppo di donne e di uomini anziani stavano partendo per un pellegrinaggio. Un santo li accompagnava e io ascoltai ciò che diceva, spiegando loro cosa succede dopo la morte: “Ciò che accade al termine della vita dipende da cosa l’uomo stava pensando nell’ultimo istante. Chi si prende cura di quegli ultimi momenti si è preso cura di ogni cosa; e morendo ci si deve ricordare il nome di Dio. Sono esistiti peccatori che nell’istante della morte si sono ricordati il nome di Dio e oggi si stanno godendo i piaceri del paradiso”.

Il discorso del santo stava producendo l’effetto desiderato: quei vecchi si avviavano verso un pellegrinaggio, l’ultimo della loro vita, e i loro cuori erano felici di sentire quanto volevano che fosse detto loro: “In realtà, il problema non è riferito alla vita, bensì alla morte. Per liberarsi dai peccati di un’intera vita, è sufficiente ricordare il nome di Dio, anche solo per “errore” e nel loro caso non era neppure per errore, perché avevano deciso di compiere quel pellegrinaggio. Ovviamente erano felici, e di conseguenza si stavano anche prendendo ottima cura del santo.

Io ero seduto proprio di fronte a loro e, sentendo le parole del santo, scoppiai a ridere; al che quel sant’uomo mi chiese furioso: “Non credi nella religione?”.

Gli domandai: “Dov’è la religione? Qui circolano solo le monete della miscredenza, un’irreligiosità mascherata da religione; e di fatto sono soltanto le monete false che pretendono la fede: là dove un’intelligenza lucida e obiettiva non le sostiene, ecco che viene pretesa la fede. La fede uccide l’obiettività; d’altra parte, né i ciechi sono pronti ad accettare la loro cecità, né i fedeli sono pronti ad ammettere di essere seguaci ciechi.

La cospirazione tramata da gente cieca e pronta a sfruttare ha praticamente tagliato le radici stesse della religione. Esiste una rappresentazione della religione ed esiste la pratica religiosa: hai mai pensato a ciò che stavi dicendo a questi vecchi? ‘Non importa come sia stata la loro vita, ciò che conta è che i loro pensieri siano puri alla fine.’ Può esistere qualcosa di più falso? Se hai un seme dell’albero del neem, l’albero potrà solo essere un neem – e tu vuoi raccogliere dei manghi? Soltanto l’essenza della vita che si è vissuta può comparire di fronte alla consapevolezza, al momento della morte. E cos’è la morte? Non è forse il culmine e l’appagamento della vita stessa? Come potrà mai essere qualcosa di diverso dalla vita? Non ne è altro che un’estensione: è solo il frutto della vita.

Nessuna delle altre fantasie potrà mai funzionare. Per esempio, si narra di Ajamil, un peccatore che al momento di morire chiamò suo figlio Narayan, e poiché in questo modo pronunciò uno dei nomi di Dio, pur involontariamente, divenne libero da tutti i suoi peccati e conseguì la suprema liberazione.

Cosa inventerà mai la mente di un uomo che ha peccato? E di certo esisterà sempre qualcuno che sfrutterà quella gente terrorizzata. In verità, esiste davvero un nome di Dio? La rimembranza del divino è soltanto uno stato d’animo dell’essere: la condizione interiore in cui l’ego viene dissolto, quello è il giusto stato dell’essere per ricordare il divino. Solo chi continua a scuotersi via la polvere dell’ego, nell’arco di tutta la sua vita, alla fine potrà trovare il limpido specchio dell’assenza di ego. E questo non può accadere pronunciando semplicemente un nome per sbaglio.

Se qualcuno ritiene per errore che un nome sia quello di Dio, e per errore continua a vivere la propria vita con questo malinteso, vedrà la sua esistenza colmarsi sempre più di inconsapevolezza, e non di divina consapevolezza. La mera ripetizione di una parola non risveglia la consapevolezza, la mette a dormire.

Non sappiamo come mai Ajamil stesse chiamando il figlio Narayan, la spiegazione più credibile è questa: sentendo di essere alla fine della sua vita, voleva passare al figlio qualche affare lasciato in sospeso. Infatti, gli ultimi momenti sono soltanto l’essenza di ciò che è stata tutta la tua vita, e di come apparirà di fronte alla tua consapevolezza”.

A quel punto narrai a quella gente una storia...

Un mercante era steso sul suo letto di morte. Intorno a lui erano seduti tutti i membri della sua famiglia, in preda al più profondo sconforto. All’improvviso il vecchio aprì gli occhi e chiese, con ansia stringente: “Mia moglie è qui?”.

La donna disse: “Sì, sono qui”. “E il mio primogenito?”

“Ci sono anch’io.”

“E gli altri cinque figli?” “Siamo qui anche noi!” “E le mie quattro figlie?”

“Ci sono anche  loro,  non  preoccuparti.  Per favore, resta sdraiato e riposati” disse la moglie. “Ma che dici?” esclamò il vecchio moribondo, cercando di alzarsi. “Se siete tutti qui, chi sta badando al negozio?”

Osho Crea il tuo destino

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