Non diventare mai vittima delle aspettative degli altri e non rendere nessuno vittima delle tue...Osho
domenica 11 gennaio 2015
Osho: tra bugie e verità... Perché mi contraddico
Preziosi testi apparsi su Osho Times n. 213
Osho,
ieri hai detto che non esiste alcuno scopo, alcun sentiero, nessuno che guida e nessuno che segue.
Questa affermazione è di nuovo una bugia? Ci hai preso in giro anche ieri?
È quello che faccio tutti i giorni, è l’unica cosa che posso fare. Ogni affermazione è una bugia e la verità rimane non detta. La verità non può essere ridotta a un’affermazione, non può essere ridotta a una formula. È più vasta! Come puoi contenerla in un’affermazione? Nel momento in cui dici qualcosa della verità, l’espressione stessa diventa già una barriera: le parole si chiudono attorno alla verità come una catena.
La verità può essere trasmessa solo nel silenzio. Quindi chi mi ascolta davvero non ascolta quel che dico, ma “ascolta” ciò che sono. Ascolta le pause, ascolta gli intervalli. Le parole non sono importanti, ma tra le parole ci sono dei piccoli intervalli ed è in quelle pause che accade l’incontro tra voi e me.
Quelle pause sono pause di meditazione. Un po’ alla volta le parole si spostano verso la periferia e il mio incontro, la mia comunione con voi diventa il fenomeno al centro. Le parole sono semplicemente là, distanti, alla periferia... e incomincia ad accadere il silenzio.
Se mentre mi ascolti entri nel silenzio – e solo allora – mi hai ascoltato davvero. Se mentre mi ascolti la tua mente si ferma e ci sono dei momenti senza pensieri, in cui tutto è immobile e quieto, significa che mi hai ascoltato davvero.
Udire ciò che dico è una cosa: ascoltarmi è completamente un’altra.
Chi viene da me per la prima volta, mi ode e basta. E a chi rimane con me più a lungo, un po’ alla volta accade una trasformazione: l’udire inizia a trasformarsi in ascoltare.
L’ascolto è non-verbale. A quel punto è la mia presenza a essere ascoltata, tra me e te si crea un ponte. Il mio cuore e il tuo iniziano a pulsare insieme, allo stesso ritmo e così diventa una canzone, una danza di energie.
Questo è ciò che in Oriente si chiama satsang, essere in presenza del maestro. Non è una comunicazione verbale. Ma, allora, perché continuo a parlare? Perché non mi siedo in silenzio?
Perché non sareste capaci di assorbire tutto quel silenzio. Potete assorbirlo soltanto in dosi omeopatiche, un po’ per volta.
E le mie parole aiutano. Non affermano la verità, ma aiutano, indicano: sono come dita puntate verso la Luna. Non sono la Luna, solo dita che puntano verso la Luna, come frecce. Non lasciarti ossessionare da quelle dita, non cominciare ad aggrapparti alle dita, non iniziare a venerarle, perché ti lascerai sfuggire la Luna. Dimenticati delle dita e guarda verso la Luna.
Quella Luna è silenzio, silenzio assoluto, dove neanche una singola parola è stata mai pronunciata.
Avete quello spazio dentro di voi. Io sono entrato in perfetta sintonia con quello spazio, siamo una cosa sola. Voi non lo siete ancora. Ma una volta ogni tanto... insieme a me, fluendo con me, sentendo le mie parole, ascoltando i miei silenzi... una volta ogni tanto succede! E sono momenti di grazia. In quei momenti potete avere un primo assaggio del divino. Piano piano ne diventerete sempre più capaci. Ecco perché continuo a parlare.
E poi arrivano sempre nuove persone. Per loro devo parlare. I più vecchi, un po’ alla volta, non si cureranno più delle mie parole.
L’udirle scomparirà totalmente e ascolteranno le mie parole come il suono di una cascata. Non vi cercheranno alcun significato. Non vi cercheranno nessuna verità. Non vi cercheranno nemmeno la coerenza. Non si occuperanno più della loro organicità, della loro coerenza, se sono logiche, illogiche... no, tutte queste cose a poco a poco scompariranno. E ascolteranno le mie parole come ascoltano il cinguettio degli uccelli o il vento che passa tra i rami di pino. Non vi chiedete che cosa vuol dire, ascoltate semplicemente. E in quell’ascolto diventate il suono che passa tra i rami di pino, diventate il vento. Qualunque cosa io dica è uno stratagemma e anche una bugia. La verità non è mai stata detta, non può essere pronunciata. La verità è inesprimibile, ma puoi ascoltarla. È inesprimibile, non può essere detta, ma può essere ascoltata.
Fatemelo ripetere: non può essere detta, ma può essere ascoltata. Potete afferrarla... in silenzio, in amore, in comunione. Io non sono capace di dirla, ma voi potete ascoltarla. Ecco quindi la ragione di questo stratagemma, di parlarvi ogni mattina, anno dopo anno. È come una cascata… ascoltatela, non fermatevi al semplice udirla. Io mi contraddico a seconda della situazione e lo faccio apposta, perché se fossi molto coerente, voi non potreste mai ascoltarmi e continuereste solo a udire. E mi contraddico talmente che prima o poi vi stancate e dite: “Che senso ha? Quest’uomo stamattina ha detto una cosa e domani finirà per contraddirla”. E accorgendovi che succede in continuazione...
Voi vi aggrappate a una mia affermazione e l’indomani io la contraddico, devo contraddirla. Quando vedo che qualcuno si aggrappa da qualche parte, a una delle mie affermazioni, devo contraddirla immediatamente, per liberarlo dal suo attaccamento, per liberarlo dalle parole che ha accumulato dentro di sé.
Quindi procedo a zig zag, mi contraddico migliaia di volte. Un po’ alla volta nasce in voi la comprensione che non c’è motivo di aggrapparsi alle parole di quest’uomo, che non c’è bisogno di preoccuparsi di quello che dice. Però, a quel punto, vi sarete già innamorati di me. Sarete in un genere di relazione con me totalmente differente da quella che abbiate mai avuto con chiunque altro. Da quel momento, godrete della mia presenza. Da quel momento, inizierete ad assorbirmi. Da quel momento, inizierete a sentire il nutrimento. Non vi importerà più di quello che dico, ma vi importerà di ciò che sono. E a quel punto l’ascolto avrà avuto inizio.
Soltanto ascoltandomi mi capirete. Mi comprenderete solo quando vi sarete dimenticati completamente di capire ciò che dico.
Tutte le affermazioni sono bugie. Lao-tzu ha ragione, dice: “Il Tao non può essere detto e nel momento in cui lo dici, lo tradisci”. È assolutamente vero.
La verità è così infinita e le parole sono così limitate! Solo quando avrete qualcosa di infinito dentro di voi... Il silenzio è infinito, senza confini, può contenere la verità; l’amore è infinito, sconfinato, può contenere la verità; la fiducia è infinita, illimitata, può contenere la verità.
Siate naturali qui con me, spontanei. State nel momento, come se il tempo e lo spazio fossero spariti, come se tutto il mondo si fosse fermato. La mente si è fermata… e improvvisamente c’è la verità in tutta la sua radianza, magnificenza, in tutto il suo splendore.
È qui, proprio in questo momento. Se avete orecchie, ascoltatela. Se avete occhi, guardatela. E se non riuscite a vederla o a sentirla, non continuate a stare aggrappati inutilmente. Ho fretta e non voglio erbacce qui: troverò il modo di lasciar andare quelle persone che se ne stanno là, sedute come sassi.
Palpitate insieme a me, oppure andatevene. State con me oppure non stateci affatto, perché ho intenzione di fare il mio lavoro!
Tratto da: Osho, Take It Easy, Vol. 1 #6
http://www.oshoba.it//index.php?id=articoli_view_x&xna=109
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