mercoledì 14 gennaio 2015

Osho: Sulla nuvola della beatitudine




 La beatitudine è qualcosa di estremamente nebuloso,
assomiglia a una nuvola: è indefinibile e cambia
continuamente. Non è qualcosa di temporaneo, né è permanente. È eterna.

 D'altra parte, non è morta; è incredibilmente viva.
È la vita stessa, pertanto non è statica, è dinamica; e muta continuamente.

 Questo è il paradosso della beatitudine: è eterna
eppure muta, è nuova a ogni istante eppure è sempre
vecchia. In un certo senso è sempre esistita; in un certo
senso, a ogni istante ti sentirai estatico ed eccitato.

A ogni istante ne sarai stupito; pertanto è qualcosa di
estremamente nebuloso, che non può essere ridotto a
categorie: la beatitudine non può essere classificata
come qualcosa di momentaneo o di permanente.

 Inizia a percepire tutt'intorno a te questa nuvola di beatitudine.
 Siediti in silenzio e percepisci una nuvola che ti
circonda. Rilassati in quella nuvola e, nell'arco di alcuni
giorni, sentirai che è diventata una realtà... infatti
esiste, semplicemente tu non l'hai ancora percepita.

È presente: tutti vivono in una nuvola di
beatitudine; lo si deve solo riconoscere, tutto qui.
 Noi tutti siamo nati avvolti in quella nuvola. Si
tratta di un'aura; è la nostra stessa natura, la nostra
 natura intrinseca. 

Pertanto, a volte, siediti semplicemente
in silenzio, rilassati e immergiti nella sensazione
di perdere te stesso in una nuvola di beatitudine
che ti circonda, muta costantemente, eppure si accompagna sempre a te!

 Man mano che inizierai a perdere te stesso, ti sentirai
sempre più estatico. Ci saranno alcuni rari momenti
in cui sarai completamente perso; allorché la
nuvola è presente, e tu non ci sei. 

Quelli sono momenti di satori, o di samadhi. Sono i primi bagliori,
bagliori remoti, eppure echi della verità.
  Allorché il seme è presente, l'albero sopraggiungerà.

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