La beatitudine è
qualcosa di estremamente nebuloso,
assomiglia a una nuvola: è indefinibile e cambia
continuamente. Non è qualcosa di temporaneo, né è
permanente. È eterna.
D'altra parte, non è
morta; è incredibilmente viva.
È la vita stessa, pertanto non è statica, è dinamica; e muta
continuamente.
Questo è il paradosso
della beatitudine: è eterna
eppure muta, è nuova a ogni istante eppure è sempre
vecchia. In un certo senso è sempre esistita; in un certo
senso, a ogni istante ti sentirai estatico ed eccitato.
A ogni istante ne sarai stupito; pertanto è qualcosa di
estremamente nebuloso, che non può essere ridotto a
categorie: la beatitudine non può essere classificata
come qualcosa di momentaneo o di permanente.
Inizia a percepire tutt'intorno
a te questa nuvola di beatitudine.
Siediti in silenzio e
percepisci una nuvola che ti
circonda. Rilassati in quella nuvola e, nell'arco di alcuni
giorni, sentirai che è diventata una realtà... infatti
esiste, semplicemente tu non l'hai ancora percepita.
È presente: tutti vivono in una nuvola di
beatitudine; lo si deve solo riconoscere, tutto qui.
Noi tutti siamo nati
avvolti in quella nuvola. Si
tratta di un'aura; è la nostra stessa natura, la nostra
natura intrinseca.
Pertanto, a volte, siediti
semplicemente
in silenzio, rilassati e immergiti nella sensazione
di perdere te stesso in una nuvola di beatitudine
che ti circonda, muta costantemente, eppure si accompagna
sempre a te!
Man mano che
inizierai a perdere te stesso, ti sentirai
sempre più estatico. Ci saranno alcuni rari momenti
in cui sarai completamente perso; allorché la
nuvola è presente, e tu non ci sei.
Quelli sono momenti di satori, o di samadhi. Sono i primi bagliori,
bagliori remoti, eppure echi della verità.
Allorché il seme è
presente, l'albero sopraggiungerà.
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