Al mattino, dopo che
sei andato di corpo e hai liberato
gli intestini, prendi un asciugamano asciutto,
un asciugamano ruvido, e sfregati lo stomaco. Tira
in dentro la pancia e sfregala con forza. Inizia sul lato
destro e muoviti in modo circolare; continua a girare
intorno all'ombelico, senza toccarlo; sfrega con
forza, così da massaggiarti a fondo. Tira in dentro la pancia,
in modo
da massaggiare tutti gli intestini. Ripeti questo massaggio
ogni volta
che vai di corpo, fino a due o tre volte al giorno. Inoltre,
durante il giorno,
tra l'alba e il tramonto mai durante la notte -, respira il
più profondamente
possibile, tutte le volte che puoi. Più respiri a fondo, meglio
è; e quanto più
profondamente respiri, meglio sarà. Ricorda però una cosa:
il respiro deve partire
dall'ombelico, non dal torace; pertanto, quando inspiri,
deve sollevarsi la pancia,
non il torace: inspirando, lo stomaco si espande, espirando
si contrae.
Scordati il torace, come se non avesse nulla a che vedere
con quanto accade.
Limitati a respirare con la pancia, in questo modo sarà come
se, nell'arco
dell'intera giornata, facessi un sottile massaggio alla
pancia.
Osserva un bambino,
mentre respira... è quello il modo giusto e naturale
di respirare. La pancia si alza e si abbassa e il torace
resta del tutto inalterato,
non è toccato dal passaggio dell'aria. L'intera energia del
bambino è focalizzata
vicino all'ombelico. Con il tempo perdiamo questo contatto.
Ci focalizziamo, bloccandoci sempre di più nella testa e il
respiro diventa
sempre meno profondo. Dunque, ogni volta che te ne ricordi,
nell'arco
della giornata, inspira quanto più profondamente ti è
possibile;
ma fa' in modo che sia lo stomaco a essere utilizzato.
Durante il sonno, tutti
respirano nel modo giusto,
poiché non è presente alcuna interferenza della
mente. La pancia si alza e si abbassa e questo ritmo
diventa automaticamente profondo; non devi costringerlo
a diventare profondo: mantieniti semplicemente
naturale e diventerà profondo.
La profondità è una
conseguenza del suo essere
un ritmo naturale.
Osho.
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