19/4/2018
Se riesci a ridere di te stesso, va tutto bene. La gente
ride degli altri, mai di se stessa. È una cosa da imparare. Se puoi ridere di
te stesso, la serietà se n’è già andata. Non le lasci alcuno spazio se riesci a
ridere di te stesso.
Nei monasteri Zen, tutti i monaci devono ridere. La prima
cosa che si fa al mattino è ridere, la primissima cosa. Non appena il monaco si
accorge che non sta più dormendo, deve saltar giù dal letto, assumere un
atteggiamento buffo – come un pagliaccio da circo – e cominciare a ridere, a
ridere di se stesso. Non c’è modo migliore per cominciare la giornata.
Ridere
di se stessi uccide l’ego, ti rende più limpido, più leggero, quando ti muovi
nel mondo. E, se hai riso di te stesso, la risata di chi ride di te non ti
potrà certo disturbare. Anzi, stanno semplicemente cooperando, stanno facendo
la stessa cosa che hai fatto tu. Ne sarai felice. Ridere degli altri è
egoistico, ridere di sé è molto umile. Impara a ridere di te – della tua
serietà e di tutte queste cose.
Ti può capitare di prendere molto sul serio la
tua serietà. Allora invece di una malattia, ne avrai create due. E in seguito
prendi seriamente anche questa cosa, e così via. Non c’è fine a una situazione
del genere, puoi continuare fino alla nausea. Così è meglio se l’affronti fin
dall’inizio. Non appena senti che stai diventando serio, mettiti a ridere, e
cerca dentro di te dove si trova questa serietà. Fatti una risata, una bella
risata, chiudi gli occhi e cerca dove è finita: la serietà si trova solo in un
essere che non sa ridere.
Non c’è situazione più sfortunata di questa, non si
riesce a immaginare qualcuno più disgraziato di un uomo che non sa ridere di se
stesso. Per cui comincia il tuo giorno ridendo di te stesso, e ogni volta che
trovi un momento libero nella tua giornata… quando non sai cosa fare, fatti una
gran risata. Senza motivo – solo perché il mondo intero è così assurdo, solo
perché è così assurdo il modo in cui sei fatto tu.
Lascia che la risata nasca
proprio dalla pancia, che non sia qualcosa di mentale. Uno può anche ridere di
testa, ma allora è una cosa morta. Tutto quello che viene dalla testa è morto,
assolutamente meccanico. Certamente, puoi anche ridere di testa, ma la risata
non raggiungerà alcuna profondità, non arriverà nella pancia, nell’hara. Non
andrà giù fino alle dita dei piedi, non si espanderà in tutto il corpo.
Una
risata vera è come quella di un bambino. Guarda come si scuote la sua pancia,
tutto il suo corpo sussulta – si rotola sul pavimento. È una questione di
totalità. Ride talmente che comincia a piangere; ride così totalmente che la
risata si trasforma in lacrime, cominciano a scendergli lacrime dagli occhi.
Una risata dovrebbe essere profonda e totale. Questa è la medicina che
prescrivo contro la serietà.
Osho
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