Non diventare mai vittima delle aspettative degli altri e non rendere nessuno vittima delle tue...Osho
mercoledì 10 dicembre 2014
Dare e ricevere. Sappiamo davvero cosa significano?
Preziosi testi apparsi su Osho Times n. 212
Osho,
che cosa significa dare? E che cosa significa ricevere? Mi rendo conto che sto cominciando solo ora ad averne qualche barlume. La ricettività mi fa sentire come se stessi morendo e di conseguenza tutto dentro di me entra in allarme! Aiuto! L’esistenza mi appare così enorme.
Prem Dhiresha, posso capire ciò che ti preoccupa. Preoccupa quasi tutti. È bene che tu lo abbia riconosciuto perché ora è possibile cambiare la situazione. Sfortunato chi è affetto dallo stesso problema senza esserne consapevole. A causa di questa inconsapevolezza non c’è alcuna possibilità di trasformazione.
Hai avuto il coraggio di esporti. Ne sono immensamente felice. Voglio che tutta la mia gente sia abbastanza coraggiosa da esporsi, per quanto brutto possa sembrare.
Il condizionamento porta a nascondere il brutto, continuando a far finta che sia bello. Questo crea una situazione di schizofrenia: continui a mostrarti come non sei; e continui a reprimerti in ciò che sei veramente. La tua vita diventa una guerra civile continua. Combatti con te stesso, e una guerra con te stesso non può che distruggerti, nessuno può uscirne vittorioso.
Se la mia mano destra e la mia mano sinistra iniziano a combattere, pensi che una mano possa vincere? A volte posso riuscire a far sì che la mano destra creda di aver vinto e, talvolta, posso riuscire a cambiare la situazione e lasciare che sia la mano sinistra a pensare di aver vinto, ma nessuna delle due può mai vincere davvero, perché entrambe mi appartengono.
Quasi ogni essere umano ha sviluppato una doppia personalità e il fatto più significativo è che si identifica con la parte falsa e nega la propria realtà. In questa situazione non puoi sperare di crescere in quanto essere spirituale.
La tua domanda è immensamente importante da comprendere per tutti. Chiedi: “Che cosa significa dare?”.
Vi siete mai chiesti che cosa significa dare? Pensate di dare già tanto ai figli, alla moglie, alla fidanzata, alla società, al Rotary Club, al Lions Club. Date così tanto! Ma la realtà è che non sapete che cosa vuol dire veramente.
Se non dai te stesso non dai affatto.
Puoi dare dei soldi, ma tu non sei i soldi. Se non dai te stesso, e questo significa “se non dai amore”, non sai che cosa significa dare.
“E che cosa significa ricevere?”. Quasi tutti pensano di sapere che cosa vuol dire ricevere. Ma hai ragione a metterti in discussione e ad esporti sul fatto che non sai che cosa vuol dire veramente. Esattamente come “se non dai amore non sai cosa vuol dire dare”, lo stesso vale per il ricevere: se non sei in grado di ricevere amore, non sai cosa vuol dire ricevere.
Tutti volete essere amati, ma non vi siete mai chiesti se siete in grado di ricevere amore. Ci sono così tanti ostacoli che non vi permettono di riceverlo!
Il primo ostacolo è che non avete alcun rispetto di voi stessi, quindi, quando l’amore arriva, vi sentite inadeguati a riceverlo. Ma siete in una tale confusione che non riuscite neanche a vedere un semplice fatto: dal momento che non vi siete mai accettati come siete, non avete mai amato voi stessi. Come potete ricevere l’amore di un’altra persona?
Pensate di non esserne degni, ma non volete ammettere e riconoscere che questa stupida idea di non esserne degni vi è stata propinata da altri. Allora cosa fate? Rifiutate l’amore, semplicemente. E per rifiutarlo dovete trovare delle scuse.
La prima scusa, e la più importante, è che “non è amore, è per questo che non posso accettarlo”. Non riuscite a credere che qualcuno possa amarvi.
Quando tu stesso non riesci ad amarti, quando non hai mai visto te stesso, la tua bellezza, la tua grazia e la tua grandezza, come puoi crederci quando qualcuno dice: “Sei bello. Vedo nei tuoi occhi la profondità insondabile di una grazia immensa. Vedo nel tuo cuore un ritmo, in sintonia con l’universo”. Non è possibile credere a tutto questo, è troppo.
Siete abituati a essere giudicati, siete abituati a essere puniti, siete abituati a essere rifiutati, siete abituati a non essere accettati come siete! Queste cose riuscite a incassarle molto facilmente!
L’amore avrà un impatto enorme, perché prima di riceverlo dovrai attraversare una grande trasformazione. Prima dovrai accettare te stesso, senza alcun senso di colpa.
Non siete peccatori, come i cristiani e le altre religioni continuano a insegnarvi.
Non vedete la stupidità di tutta la faccenda. Un tizio in un passato lontano, un certo Adamo, disobbedì a dio, che non è un gran peccato. Anzi, aveva assolutamente il diritto di disobbedirgli. Se qualcuno aveva commesso un peccato era proprio dio, vietando a suo figlio, a sua figlia, di mangiare a volontà dall’albero della conoscenza e dall’albero della vita eterna. Che razza di padre! Che razza di dio! Che razza di amore!
Se fosse stato amore dio avrebbe detto ad Adamo ed Eva: “Prima di mangiare qualsiasi altra cosa, ricordatevi di questi due alberi. Mangiate dall’albero della saggezza e dall’albero della vita eterna quanto volete, in modo da essere anche voi nello stesso spazio di immortalità in cui mi trovo io”.
Dovrebbe essere una cosa semplice per chi ama, ma dio che proibisce ad Adamo la saggezza significa che vuole che lui rimanga ignorante. Forse è geloso, ha paura, è ansioso… che se Adamo diventa saggio, diventerà uguale a lui. Vuole mantenere Adamo nella sua ignoranza in modo che rimanga inferiore. E se mangiasse il frutto della vita eterna, diventerebbe un dio lui stesso!
Questo dio che ha impedito tutto ciò ad Adamo ed Eva doveva essere molto geloso, totalmente cattivo, disumano, senza amore. E se questi non sono peccati, allora cosa può essere peccato? Ma le religioni vi hanno insegnato – ebrei e cristiani e musulmani – che state ancora portando in voi il peccato commesso da Adamo.
C’è un limite a perpetuare le menzogne così a lungo. Anche se Adamo ha commesso un peccato, non potete essere voi a portarlo. Siete stati creati da dio, secondo queste religioni, e non portate in voi il divino, ma la disobbedienza di Adamo ed Eva!
Questo è il modo occidentale di condannarvi: siete dei peccatori!
Il modo orientale arriva alla stessa conclusione, ma da premesse diverse. Dicono che tutti sono carichi di peccati e atti malvagi immensi, commessi in milioni di vite passate. In realtà, il peso di un cristiano, di un ebreo o di un musulmano è molto meno. Avete solo il peccato commesso da Adamo ed Eva. E deve essere diventato molto diluito nel corso di secoli e secoli. Non siete gli eredi diretti dei peccati di Adamo ed Eva. Sono passati in molti milioni di mani, ormai la quantità deve essere quasi omeopatica.
Ma il concetto orientale è ancora più pericoloso: non portate in voi il peccato di qualcun altro. In primo luogo non è possibile portare il peccato di qualcun altro. Tuo padre commette un reato: non possono mandare te in prigione. Anche il comune buon senso umano dirà che se il padre ha commesso un peccato o un delitto, è lui che deve pagare. Il figlio o il nipote non possono essere inviati al patibolo perché il nonno ha commesso un omicidio.
Ma il concetto orientale è molto più pericoloso e velenoso: è il vostro peccato che state portando, non quello di Adamo ed Eva. E non è una piccola quantità: cresce a ogni vita! E avete vissuto milioni di vite prima di questa, e in ogni vita avete commesso tanti peccati. Si sono accumulati tutti sul vostro petto. Il carico è più grande dell’Himalaya, vi schiaccia. Questa è una curiosa strategia per distruggere la vostra dignità, per ridurvi a esseri subumani!
Come puoi amare te stesso?
Puoi odiare, ma non puoi amare. Come puoi pensare che qualcuno possa essere in grado di amarti? È meglio rifiutarlo, perché prima o poi la persona che ti sta offrendo il suo amore scoprirà la tua realtà, che è molto brutta: niente altro che un grande, enorme carico di peccati. E a quel punto quella persona ti rifiuterà. Per evitare il rifiuto è meglio rifiutare l’amore. Ecco perché le persone non accettano l’amore. Lo desiderano, anelano all’amore… Ma quando arriva il momento e c’è una persona disposta a inondarti d’amore, ti ritiri. La tua ritirata rivela una psicologia profonda. Hai paura: è bello, ma quanto durerà? Prima o poi la mia realtà sarà rivelata, è meglio essere prudenti fin dall’inizio. Amore significa intimità, amore significa due persone che si avvicinano, amore significa due corpi ma una sola anima.
Hai paura: la tua anima? L’anima di un peccatore, gravata dalle azioni malvagie di milioni di vite. No, è meglio nasconderla; è meglio non mettersi nella posizione in cui la persona che voleva amarti ti respinga. È la paura del rifiuto che non ti permette di ricevere amore.
Non puoi dare amore, perché nessuno ti ha mai detto che sei nato come essere amorevole. Ti hanno detto: “Sei nato nel peccato!”. Non puoi amare e non puoi nemmeno ricevere amore e questo ha ridotto ogni possibilità di crescita.
Dici: Mi rendo conto che sto cominciando solo ora ad averne qualche barlume.
Sei fortunata, perché ci sono milioni di persone al mondo che sono diventate completamente cieche ai loro condizionamenti, ai brutti carichi che la vecchia generazione ha passato loro. Fa così male che è meglio dimenticare tutto. Ma dimenticando non è possibile liberarsene. Dimenticando un cancro non è possibile intervenire. Evitando di riconoscerlo, tenendolo nascosto, ti stai assumendo il più grande rischio contro te stesso, un rischio inutile. Continuerà a crescere. Ha bisogno di oscurità. Ha bisogno che tu lo ignori. Prima o poi invaderà tutto il tuo essere e nessuno ne sarà responsabile, tranne te.
Quindi, se senti di avere dei barlumi, alcune finestre si stanno aprendo per te.
La ricettività mi fa sentire come se stessi morendo.
Ci avete mai pensato? La ricettività vi fa sentire come se steste morendo. È vero. La ricettività vi fa sentire come se steste morendo, perché assomiglia a un’umiliazione. Ricevere qualcosa, soprattutto amore, significa essere un mendicante. Nessuno vuole essere dalla parte di chi riceve, perché ti rende inferiore a chi dà.
La ricettività mi fa sentire come se stessi morendo e di conseguenza tutto dentro di me entra in allarme! Questo allarme ti è stato impiantato dalla società che hai sempre rispettato, dalle stesse persone che hai sempre pensato fossero i tuoi benefattori. E non dico che stiano intenzionalmente cercando di farti del male. Sono stati danneggiati da altri e stanno semplicemente trasferendo tutto ciò che hanno ricevuto dai loro genitori, dai loro insegnanti, dalla vecchia generazione.
Ogni generazione continua a trasmettere le sue malattie alla nuova generazione e, naturalmente, la nuova generazione si appesantisce sempre più. Voi siete gli eredi di tutti i concetti superstiziosi e repressivi di tutta la storia. Ciò che entra in allarme non è qualcosa che vi appartiene. È il vostro condizionamento che entra in allarme!
E la tua ultima frase è solo uno sforzo per razionalizzare. Anche questo è anche uno dei grandi pericoli di cui ognuno deve essere consapevole.
Non razionalizzate.
Andate alle radici di ogni problema.
Ma non trovate scuse, perché se trovate scuse, non riuscirete a rimuovere quelle radici.
La tua ultima affermazione è una razionalizzazione. Forse non sei stata in grado di vederne la qualità intrinseca.
Dici: Aiuto! L’esistenza mi appare così enorme.
Ora pensi di aver paura di ricevere perché l’esistenza è così enorme, di aver paura di dare perché l’esistenza è così enorme. Che senso ha dare il tuo piccolo amore, una goccia di rugiada, all’oceano? L’oceano non lo saprà mai, quindi non ha alcun senso dare e non ha alcun senso neanche ricevere, perché l’oceano è così immenso che ti travolgerà. Quindi ti appare come una morte, ma è proprio questa la tua razionalizzazione.
Tu non sai niente dell’esistenza; non sai nulla di te stessa, che per te è il punto più vicino dell’esistenza. Se non inizi dal tuo essere, non conoscerai mai l’esistenza. Quello è il punto di partenza e tutto deve cominciare dal principio.
Conoscendo te stessa, conoscerai la tua esistenza. Ma il sapore e la fragranza della tua esistenza ti daranno il coraggio di andare un po’ più in profondità nell’esistenza degli altri. Se la tua esistenza ti ha reso così felice... è un desiderio naturale entrare negli altri misteri che ti circondano: i misteri umani, i misteri degli animali, i misteri degli alberi, i misteri delle stelle.
E quando avrai conosciuto la tua esistenza non avrai più paura della morte.
La morte è una finzione; non accade, ma appare soltanto... così sembra dall’esterno. Hai mai visto la tua morte? Hai sempre visto qualcun altro morire. Ma ti sei mai visto morire? Nessuno si è mai visto morire, altrimenti anche questo minimo di vita diventerebbe impossibile. Ogni giorno vedi qualcuno che muore, ma è sempre qualcun altro, non sei mai tu.
Il poeta che ha scritto: “Non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te”, ha una comprensione più profonda di te. Doveva essere cristiano, perché in un villaggio cristiano, quando qualcuno muore, la campana della chiesa suona per informare tutti: la gente che lavora nelle fattorie, nei frutteti, le persone che sono andate a lavorare da qualche parte. La campana della chiesa ricorda loro che è morto qualcuno, quindi tutti devono tornare per dare l’ultimo saluto.
Il poeta ha un’immensa comprensione quando dice: “Non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te”.
Ma nella vita reale non suona mai per te. Un giorno succederà, ma non sarai più qui ad ascoltarla. Non pensi mai a te stesso sulla soglia della morte… e tutti sono sulla soglia. Vedi sempre qualcun altro morire, per questo l’esperienza è oggettiva, non soggettiva.
L’altro non sta davvero morendo, ma solo cambiando casa. La sua forza vitale si sta spostando in una nuova forma, in una nuova dimensione. Soltanto il corpo è rimasto senza energia vitale, ma il corpo non l’ha mai avuta.
È come quando in una casa buia brucia una candela che illumina tutta la casa. Persino dall’esterno è possibile vedere la luce dalle finestre e dalle porte, ma la luce non è parte integrante della casa. Nel momento in cui la candela si estinguerà la casa sarà nelle tenebre. In realtà è sempre stata nelle tenebre: la candela era la luce.
Il tuo corpo è già morto. Ciò che dà l’impressione che sia vivo è la tua forza vitale, il tuo essere, che si irradia attraverso il corpo, che lo riempie di vitalità. Tutto ciò che vedi quando qualcuno muore è che qualcosa è scomparso. Non sai dov’è andato, se è andato da qualche parte, o se ha semplicemente cessato di essere. Così, dall’esterno, è nata la finzione della morte.
Chi ha conosciuto se stesso sa senza alcun dubbio di essere eterno. È morto molte volte, eppure è vivo.
La morte e la nascita sono solo piccoli episodi del grande pellegrinaggio dell’anima. La tua paura della morte sparirà immediatamente nel momento in cui entrerai in contatto con te stesso e un cielo totalmente nuovo da esplorare si aprirà. Quando sai che non c’è morte, ogni paura scompare. La paura dell’ignoto, la paura del buio... in qualunque forma si presenti, ogni paura scomparirà. Per la prima volta comincerai a essere un vero avventuriero. Comincerai ad addentrarti nei diversi misteri che ti circondano.
Per la prima volta l’esistenza diventa la tua casa.
Non c’è nulla da temere: è tua madre, le appartieni. Non può sommergerti, non può distruggerti.
Più la conosci, più ti sentirai nutrito; più la conosci, più ti sentirai benedetto; più la conosci, più esisterai. A quel punto potrai dare amore, perché lo avrai. A quel punto potrai ricevere amore, perché non c’è rifiuto.
Prem Dhiresha, la tua domanda sarà utile a tutta la mia gente. Ti ringrazio per la tua domanda e per il coraggio di esporti. Questo coraggio è necessario per tutti, perché senza questo coraggio non è possibile sperare in alcuna possibilità di trasformazione… in un nuovo mondo, in una nuova consapevolezza, nel vostro essere autentici, che è la porta della realtà e della benedizione suprema.
Testo di Osho tratto da: Satyam Shivam Sundaram #5
http://www.oshoba.it/index.php?id=articoli_view_x&xna=105
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