di Cesare Sacchetti
L’immagine che può esprimere al meglio i moti di Trieste contro il cosiddetto certificato verde è quella di un uomo seduto sulla banchina del varco quattro del porto della città.
L’uomo è un padre di famiglia e probabilmente se qualche anno fa gli avessero detto che un giorno sarebbe stato costretto a fare quello che ha fatto qualche giorno fa, l’uomo probabilmente avrebbe creduto che il suo interlocutore fosse pazzo.
Questo padre di famiglia sedeva assieme ad altri triestini sulla banchina del varco quattro e in lacrime si rivolgeva ai suoi tre figli dichiarando che quello che sta facendo lo fa per loro.
Lo fa perché i suoi figli non siano costretti a vivere in una società autoritaria globale nella quale esistono due categorie di cittadini.
Da un lato, coloro che accettano di vivere da schiavi del totalitarismo del forum di Davos e ai quali vengono concessi alcuni diritti minimi in cambio della loro totale sottomissione al sistema.
Dall’altro, coloro che vogliono continuare a vivere come esseri umani ai quali non può essere strappato ciò che il diritto naturale gli ha donato dalla nascita, ovvero le libertà fondamentali senza le quali un essere umano non può dirsi tale.
Ed è proprio questo il sentimento che accomunava tutte le persone sedute al varco quattro e che nei giorni successivi hanno dato vita a proteste permanenti davanti alla prefettura a piazza dell’Unità, a Trieste.
Altri italiani sono giunti in segno di solidarietà nella città friulana e hanno iniziato a intonare canti come “la gente come noi non molla mai”.
Altre piazze italiane si sono unite alla protesta di Trieste contro il certificato razziale vaccinale dando vita ad una catena umana di unità popolare mai vista durante il corso dell’operazione terroristica del coronavirus.
La risposta del regime di Draghi è stata feroce e infantile al tempo stesso. Feroce perché ha dato vita ad una repressione contro pacifici manifestanti mai vista nella storia della Repubblica italiana. Sono stati usati idranti e lacrimogeni contro famiglie e lavoratori che non costituivano nessun pericolo per l’incolumità pubblica.
Le immagini di questa brutale repressione hanno fatto il giro del mondo. Tutti ora stanno vedendo qual è la vera natura della dittatura globalista che sta affliggendo il mondo, e in modo particolare l’Italia, da più di un anno a questa parte.
Questa inutile e violenta esibizione di forza contro inermi manifestanti da parte del regime di Draghi ha portato con ogni probabilità ad allargare ancora di più la distanza, ormai siderale, che separa il popolo da una classe politica che non ha nessun altro fine se non quello di eseguire gli ordini dei veri padroni che abitano fuori dai confini nazionali.
Infantile invece perché il regime ha pensato di far sparire tutto il dissenso che stava montando contro di esso spegnendo le webcam puntate sulle varie città italiane nelle quali erano in corso le proteste.
Se si provava ad accendere una di queste telecamere online la sera delle proteste si vedeva una piazza vuota, mentre se si aprivano le riprese fatte dai triestini e dagli altri italiani scesi per le strade si vedevano le piazze stracolme di persone in ogni lato.
Questa probabilmente è l’immagine migliore per poter spiegare a che punto è giunto il regime totalitario nel quale attualmente gli italiani e altri popoli si trovano imprigionati.
Il pensiero alla base del mondialismo ha dovuto creare un mondo che esiste solo nella virtualità mediatica e internet.
In questo mondo, tutto è perfetto. Tutti i cittadini sono felici. Tutti si inoculano il siero sperimentale e tutti sono contenti di usare il certificato razziale vaccinale. L’economia prospera e si parla di “ripresa”.
Nell’altro mondo, quello reale, c’è una marea di cittadini che sono in preda alla disperazione per la devastazione economica perpetrata dai regimi di Conte e Draghi.
In questo mondo, gli studi medici sono affollati da persone che stanno male per gli effetti collaterali dei sieri sperimentali. In questo mondo, c’è una Italia sempre più grande che non accetta più di vivere ridotta al rango di bestie.
La dittatura che stiamo vivendo è quindi fondata sul principio della Matrix, il sistema virtuale descritto nell’omonima pellicola cinematografica.
Tutti coloro che sono collegati a questo sistema credono che tutto quello che gli viene mostrato sia l’effettiva verità e non si rendono conto, e sotto certi aspetti neanche vogliono, che la verità offerta dal potere non è altro che una enorme menzogna.
Questo sistema può funzionare se tutti continuano a credere ciecamente alla menzogna e non escono appunto dalla Matrix.
Per uscire dalla Matrix c’è soltanto un modo ed è quello di prendere la pillola rossa.
Più persone prendono la pillola rossa, più escono persone dall’illusione e iniziano a vedere la verità che il sistema per anni ha taciuto.
È questa la condizione che sta facendo venire meno il consenso al totalitarismo mondialista.
All’inizio dell’operazione terroristica del coronavirus, il dissenso nei confronti di questa tirannia praticamente era ridotto ai minimi termini.
Solamente una esigua minoranza aveva compreso l’inganno sul quale era fondata la falsa pandemia che non è stato altro sin dal principio che una crisi artificiale creata dai poteri che dominano questo mondo.
Questa crisi ha la sua genesi nell’esecuzione del piano del Nuovo Ordine Mondiale, un disegno totalitario che prevede la costruzione di un supergoverno globale.
David Rockefeller, uno degli uomini appartenenti ad una delle famiglie più influenti del potere mondialista, ne parlò apertamente in un consesso delle Nazioni Unite nel 1994.
Per poter giungere al fine ultimo di questo piano occorreva un evento così destabilizzante tale da sconvolgere tutti gli equilibri politici precedenti, e riordinare la società a immagine e somiglianza della nuova distopia totalitaria.
Fu così che iniziò tutto a marzo dello scorso anno quando il regime di Conte chiuse l’Italia intera avviando una crisi economica che non si vedeva dai tempi della seconda guerra mondiale.
A questo punto però è semplicemente innegabile constatare che siamo entrati in una fase nuova.
La realtà del mondo quotidiano ha inevitabilmente reciso il cordone ombelicale che legava molte persone alla realtà virtuale nella quale tutto “andava bene”. Un mondo virtuale dove diversi italiani cantavano come idioti nelle terrazze del tutto ignari del futuro da schiavi e da cavie da laboratorio che il sistema aveva in mente per loro.
La vera realtà è arrivata, e la sua forza d’urto dirompente ha riportato milioni di persone nel mondo reale.
Milioni di persone hanno perduto il lavoro, molte altre stanno male per gli effetti collaterali dei vaccini e altre ancora hanno compreso che non si trattava soltanto di fare qualche sacrificio temporaneo.
Il sistema vuole strappare le libertà fondamentali ai popoli per non ridargliele più indietro se non in cambio della sottomissione completa al nuovo mondo di Davos nel quale solo gli schiavi possono ricevere qualche minima concessione.
Molti italiani hanno compreso questo e hanno capito che a questo punto della loro vita non hanno più nulla da perdere.
Se non combattono ora in qualche modo, domani saranno costretti a vivere da automi che si iniettano il siero sperimentale che comunque comprometterà quasi certamente la loro salute.
Non ha alcun senso vivere così. Vivere così è morire. È questo quello che finalmente hanno compreso molti italiani.
L’Italia non è stata comunque scelta per questo piano casualmente. L’Italia è stata scelta dai gruppi quali il Club di Roma, il gruppo Bilderberg e la commissione Trilaterale per delle ragioni molto precise.
La storia millenaria di questo Paese rappresenta e incarna tutti i valori che sono l’antitesi del pensiero mondialista e massonico.
L’Italia è la sede della cristianità mondiale. L’Italia è la culla della filosofia greco-romana. L’Italia è un patrimonio di arte e cultura che non ha eguali al mondo.
Per poter procedere nella realizzazione di un ordine mondiale fondato sullo sradicamento della cristianità e dei valori del vero Occidente è proprio questa nazione che occorre colpire.
Questa è la ragione per la quale abbiamo visto che l’Italia è stata scelta sin dal principio come una sorta di laboratorio privilegiato per condurre le prove tecniche di realizzazione del Grande Reset desiderato dal forum di Davos.
Tuttavia i totalitarismi possono funzionare come si accennava precedentemente solamente se esiste un consenso unanime ad essi oppure quando larghissime fasce di popolazione lo sorreggono.
In Italia, sembrano essere venute meno queste condizioni essenziali. Il dissenso non si è allargato solamente ai lavoratori comuni, ma anche alle forze dell’ordine, salvo la parte più infetta e senza scrupoli di cui il regime di Draghi si è servito per attuare la repressione di Trieste.
Sono molti gli agenti di polizia e carabinieri che si stanno mettendo in malattia o che hanno preso delle ferie arretrate per boicottare il certificato razziale vaccinale.
Al Viminale, sono perfettamente informati di questa situazione e sanno che se questo ostruzionismo degli uomini in divisa dovesse continuare a lungo, il regime si troverebbe sprovvisto degli effettivi minimi per poter contenere il dissenso sempre più montante.
Il piano originario di Davos: il governo militare
A questo proposito, viene in mente un articolo pubblicato sul quotidiano “La Stampa” di proprietà degli Elkann, famiglia imparentata a sua volta con un’altra famiglia considerata al vertice della piramide del potere finanziario mondiale, ovvero i Rothschild.
In quell’articolo a firma di Marcello Sorgi, ex direttore del Tg1, si ventilava l’ipotesi che ad ottobre sarebbe stato necessario un “governo militare” per gestire quella che può essere considerata l’ultima fase della destabilizzazione programmata per trascinare l’Italia verso il Grande Reset.
La manu militari era stata espressamente prevista nel piano originario dei vertici mondialisti ed era stato anticipato lo scorso novembre del 2020 da un informatore inserito negli ambienti della politica canadese per poi essere confermato successivamente da un’altra fonte governativa francese.
Il piano originario prevedeva una sorta di collasso dell’economia mondiale che si sarebbe dovuto verificare la scorsa primavera del 2021 per poi essere seguito da una militarizzazione delle società occidentali.
La legge marziale sarebbe stata ciò che avrebbe costretto i cittadini ormai giunti alla disperazione completa, e privi dei mezzi di sostentamento necessari per poter sopravvivere, ad accettare le condizioni della nuova società autoritaria globale.
Solamente a coloro che avrebbero accettato di inocularsi il siero sperimentale sarebbe stato erogato il cosiddetto reddito universale, l’elemosina elargita dai governi mondiali a coloro che accettavano di entrare in questo nuovo sistema autocratico.
A coloro che invece avrebbero rifiutato queste condizioni sarebbe stata presentata la scelta obbligata di essere deportati in campi di detenzione COVID che in diverse parti del mondo sono stati già costruiti, ad esempio in Canada e in Nuova Zelanda.
In questo senso, l’applicazione del certificato razziale vaccinale per poter lavorare in Italia rappresenta una sorta di anticamera molto vicina all’esecuzione definitiva del Grande Reset.
Tuttavia, abbiamo visto che sul piano globale esistono delle grosse criticità che hanno impedito il definitivo compimento di questo piano.
Le grandi potenze globali non sembrano interessate a favorire un riordino globale.
Abbiamo visto più volte che gli Stati Uniti non stanno seguendo minimamente l’agenda del deep state per via di un sempre più probabile commissariamento eseguito da una parta dei militari americani ai quali Trump ha trasferito il potere lo scorso gennaio attraverso la firma dell’atto contro le Insurrezioni, passo necessario per impedire il successo del colpo di Stato elettorale perpetrato nei suoi confronti.
La Russia è uscita da tempo dall’operazione terroristica del coronavirus e l’unico elemento che ancora prova ad applicare l’agenda del Grande Reset nel Paese appare essere il sindaco di Mosca, Sobyanin vicino alla finanza di Londra, che ha recentemente approvato l’uso del riconoscimento facciale nella metropolitana della capitale russa.
È la seconda volta che Sobyanin prova a promuovere il piano del transumanesimo dopo il tentativo fallito della scorsa estate di chiedere i codici QR per entrare nei luoghi pubblici ed è probabile aspettarsi che anche questa volta i moscoviti si comportino come nella prima occasione, ovvero attraverso un boicottaggio completo.
La Cina comunista che per lungo tempo è stata considerata il Paese “modello” della futura dittatura mondiale sta attraversando una fase di scontro con gli stessi poteri finanziari occidentali che l’hanno costruita.
Soros ha persino chiesto apertamente di rimuovere Xi Jinping dal potere perché la sua politica appare essere troppo nazionalista e rappresenta pertanto un ostacolo sulla strada della formazione del Leviatano globale.
Lo scenario internazionale quindi al momento sembra non consentire la costruzione della società autoritaria globale che i poteri finanziari desiderano.
Pertanto, l’attenzione e l’assalto del mondialismo si è rivolto al Paese considerato “nemico” per eccellenza, ovvero l’Italia.
La spaccatura profonda nelle forze dell’ordine e nei militari
Abbiamo visto però che sussiste un problema nella prosecuzione del piano autoritario per l’Italia.
Come accennavano precedentemente, le spaccature sia negli ambienti militari e delle forze dell’ordine sia in quelli istituzionali appaiono essere troppo profonde.
Diversi sindacati dei carabinieri, della polizia e dell’aereonautica militare hanno espresso tutto il loro dissenso nei confronti del pass verde.
La strada della repressione scelta da Draghi appare sotto certi aspetti suicida perché non farà altro che radicalizzare, e aumentare ancora di più il dissenso nei confronti del suo regime.
Al tempo stesso, se Draghi vuole eseguire gli ordini della finanza internazionale e della massoneria che lo hanno messo a palazzo Chigi, deve continuare ad usare la forza e la violenza in una maniera mai vista prima d’ora contro manifestanti pacifici e inermi.
L’uomo del Britannia si trova pertanto confinato in uno scenario che lo vedrebbe comunque perdente. Se deve andare avanti verso la strada del Grande Reset è costretto a ricorrere alla repressione, ma se ricorre alla repressione il suo stesso esecutivo calato dall’alto rischia seriamente di essere travolto.
L’unica cosa che potrebbe mettere al riparo Draghi da proteste sempre più crescenti e persistenti è quella di avere l’appoggio incondizionato e assoluto delle forze dell’ordine e delle forze armate, ma come abbiamo già visto questa condizione minima non appare esserci.
L’Italia pertanto si trova in una situazione dal potenziale esplosivo, e che sembra indicare in ogni caso la fine irreversibile di vecchi equilibri politici che ormai si sono definitivamente infranti.
Nella società attuale ormai dilaga l’astensionismo di massa, ormai maggioritario, perché il popolo si è reso perfettamente conto che nella democrazia liberale le elezioni sono soltanto un gioco truccato.
Qualsiasi cosa esca dalle urne, sono infatti sempre i poteri dietro le quinte che gestiscono i partiti a vincere le elezioni.
La distanza tra la corrotta classe politica della seconda Repubblica e il popolo è pertanto a questo punto incolmabile.
Il Parlamento non è formato altro che da un manipolo di politicanti senza scrupoli il cui unico fine è quello di ingrossarsi le tasche alle spalle di una popolazione che invece sprofonda sempre più nella povertà.
Il parassitismo è la condizione sulla quale vivono questi traditori della patria al soldo della finanza internazionale.
Ed è questa realtà che ha risvegliato una larga parte del popolo italiano che forse a questo punto se non è già maggioranza è ad un passo dal diventarlo.
Questo status quo non conviene a nessuno, se non alla sempre più esigua minoranza composta dalla élite finanziaria e dal capitale transnazionale di Confindustria.
Sotto il vertice di questa piramide si agita un mare di disperazione che non può non portare allo scontro.
La frattura è troppo larga a questo punto, e la macchina delle menzogne dei media non riesce più a controllare il popolo in maniera totale come prima.
A questo punto, l’Italia dunque sembra giunta inevitabilmente ad un bivio della sua storia.
Da un lato, si prospetta l’ingresso nella società totalitaria di Davos.
Dall’altro invece si profila un possibile crollo del sistema e un nuovo inizio verso il possibile superamento della stessa democrazia liberale.
Se il sistema crede di contenere questo processo di cambiamento storico attraverso la fabbrica dei falsi oppositori, questa volta sotto le mentite spoglie della falsa destra nazionalista, si illude amaramente.
Il popolo italiano ormai è arrivato ai confini del recinto della Matrix e non saranno altri guardiani dei cancelli ad impedirgli di uscire.
In tutto questo, un dato di fondo appare indiscutibile. Ci saranno scontri e disordini perché ormai gli interessi delle élite e del popolo sono in netta contrapposizione.
L’Italia però non è sola in questa sua lotta. Patrioti da tutto il mondo considerano il nostro Paese ormai come un vero e proprio modello nella resistenza alla tirannia del Nuovo Ordine Mondiale.
Il generale Flynn, vicino a Trump, ha espresso sul suo canale Telegram sostegno pubblico e ammirazione per l’Italia e gli italiani impegnati in questa dura lotta contro la tirannia globalista.
Questo ci porta a pensare che anche lo scenario internazionale volge a favore dell’Italia soprattutto in vista di un ritorno ufficiale di Trump alla Casa Bianca.
Possono crearsi le condizioni per stabilire una alleanza tra Stati Uniti, Italia e Russia per contrastare il potere mondialista che vuole trascinare l’umanità verso la schiavitù di massa.
L’Italia in questo senso da laboratorio privilegiato del Grande Reset potrebbe davvero tramutarsi nel Paese chiave per dare la spallata definitiva al Nuovo Ordine Mondiale.
Tutto questo avrebbe un perfetto senso logico. Se il mondialismo sta cercando in tutti i modi di portare avanti la distruzione dell’Italia per tutto ciò che questa rappresenta, deve essere l’Italia in qualche modo a diventare la nazione chiave nella lotta contro l’autoritarismo globale.
Pertanto, l’Italia sta per combattere la battaglia più importante della sua storia. È la battaglia che deciderà la sua esistenza negli anni a venire.
Non siamo soli in questo scontro. Il mondo ci guarda e ci ammira.
Fermiamoci a ragionare per un istante come nel giro di un anno e mezzo la situazione si sia completamente capovolta.
Ieri eravamo il Paese che obbediva ciecamente a qualsiasi ordine, anche il più folle, della società autoritaria globale.
Oggi siamo il Paese disposto a tutto pur di riprenderci la nostra identità e la nostra storia.
Solamente questo ci dice che abbiamo fatto degli enormi passi in avanti per ritornare ad essere ciò che siamo stati per secoli.
E questo non può togliercelo nessuna dittatura al mondo.
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