mercoledì 26 settembre 2018

Come fiori di una ghirlanda


26/09/2018
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Amato Osho,
sei famoso per le tue contraddizioni, ma sembra che una delle conferme più
potenti del fatto che sei ciò che sei – per il mondo e in generale per i posteri
– è che, in tutti i milioni e milioni di parole da te pronunciate
spontaneamente nel corso di vari decenni, non ti sei mai e poi mai
contraddetto veramente.

Questo è vero! Non mi sono mai contraddetto. Non posso. In primo luogo
non mi ricordo tutto ciò che ho detto prima, quindi come contraddirlo? In
secondo luogo, non è il mio pensiero, ma la mia esperienza. Le
contraddizioni accadono nel pensiero, non nell’esperienza.
Ho detto cose che possono apparire contraddittorie, ma in realtà sono
“evoluzionarie”. Ho espresso la mia esperienza in tanti modi diversi, così che
se vi fosse sfuggita in un modo, forse l’avreste colta nell’altro. Questo può
creare l’impressione che io sia contraddittorio. Ho cercato di descriverla da
tutte le angolazioni possibili proprio per aiutare le persone, perché a volte
capita che un certo aspetto ti sia incompresibile mentre un altro è più in
sintonia con te. Ho usato tutte le espressioni possibili, multidimensionali, ma
non c’è modo per me di contraddirmi.
È la mia esperienza, non sto parlando dell’esperienza altrui. E anche se
parlo degli altri, è sempre in base alla mia esperienza. Che siano d’accordo o
no, io non posso andare contro la mia esperienza.
Nel corso degli anni ho affilato le mie frecce in modo che potessero
penetrare direttamente nel vostro cuore, ma non c’è contraddizione. E hai
ragione: il giorno in cui tutte le mie parole saranno comprese, si troverà anche
una corrente sotterranea che le attraversa tutte e le unisce. Sono come i fiori
di una ghirlanda: un filo sottile e invisibile attraversa tutti i fiori e quella è la
mia coerenza, la mia esperienza.
È vero, non credo che qualcun altro mai abbia parlato così tanto. Gran
parte è andato perduto perché non è stato registrato, ma ciò che rimane è
sempre più di quanto chiunque altro abbia mai cercato di trasmettere. Il
motivo è semplice: mi piace, adoro parlare, condividere. Quando vedo una
parola sedimentare nei vostri cuori, la mia gioia non conosce limiti. Quando
vedo un bagliore nei vostri occhi perché avete colto un significato, sono
immensamente felice.
E ho dovuto parlare così tanto perché nessuno prima di me si era mai
rivolto al mondo intero, i Maestri del passato parlavano tutti a piccoli
frammenti di umanità. Gesù rimase confinato in Giudea, il Buddha rimase
confinato nel Bihar, Socrate rimase confinato ad Atene.
Per fortuna a me non permettono di rimanere in un solo posto, devo
andare in giro per il mondo e devo parlare e riparlare della stessa esperienza
partendo da angolazioni diverse, perché anche in quel senso la mia vita è stata
unica: gente venuta da me, gente che se ne è andata; persone che arrivano e
persone che se ne vanno… Non come in uno stagno immobile, dove l’acqua
evapora soltanto e presto non resterà altro che un acquitrino fangoso.
È quasi come se parlassi dalla riva di un fiume: scorre così velocemente
che ogni volta, quando alzo lo sguardo, vedo volti nuovi a cui devo parlare
dall’inizio. In trent’anni così tante facce sono cambiate. Non era così per
Socrate, il Buddha o Lao-tzu: hanno lavorato con lo stesso gruppo di persone
per tutta la vita. Io ho lavorato con così tante persone da dover trovare sempre
una nuova modalità, dare il via a una nuova fase, a nuove espressioni: nuove
bottiglie per il vecchio vino… ma è lo stesso vino che ho sempre offerto a
tutti.

Osho: Beyond Psychology, CAP. 30



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