Quanti pomeriggi ti hanno rubato maestre, genitori e insegnanti, quando tu volevi solo correre nei prati con i tuoi amici, arrampicarti sugli alberi e toccare il cielo con un dito?
Quante volte ti è stato ripetuto che giocare è tempo perso?
Mentre è proprio giocando che si impara a vivere, ad essere solidali con i propri compagni, ad apprezzare le cose, tutte le cose.
Giocare significa essere felici.
Quando sei piccolo mai penseresti di uccidere farfalle per poterle collezionarle, e lo sai perché?
Quale uomo libero collezionerebbe mai delle farfalle?
Sarebbe un vero sadico, un piccolo dittatore...
Quando l'essere umano è piccolo e la sua mente ancora incontaminata dalla spazzatura sociale, ama gli alberi e l'uccellino che si posano a cinguetta nei suoi rami, quando invece diventa adulto e la spazzatura sociale accumulata negli anni sarà tale da averlo trasformato in un ruolo vagante, quello stesso essere umano, che ora non è niente più che un semplice uomo, taglierà l'albero su cui cantava quell'uccellino per poter costruire con il suo legno una casetta per uccelli.
Capite l'assurdità?
Quell'uomo ha tagliato un albero magnifico per costruire una piccola, insignificante casa al piccolo volatile.
Ora vuole che anche quell'uccello
venga rinchiuso tra le mura.
Perché ha fatto questo? Perché gli è stato insegnato a racchiudere sé stesso in una proprietà privata, a dire “questa è la mia casa, la mia terra, la mia nazione.”
Prima possedeva il mondo intero, ora possiede solo una casa, una proprietà, un lavoro, un ruolo, prima possedeva il tempo, ora possiede i soldi.
Cosi gli è stato insegnato cosi l'uomo vuole insegnare a sua volta inconsciamente all'uccellino, ai suoi figli e ai suoi nipoti.
Chi è stato indottrinato a lucidare le proprie catene odia qualsiasi cosa che gli ricordi la libertà, la odia a livello inconscio, per questo compie delle azioni stupide senza rendersene conto e senza provare alcun rimorso!
Daniele Reale
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