3 Marzo 2024
Consigli per il viaggio della vita Tutto ciò che è necessario arriverà da sé, al momento giusto. E tutta questa cosiddetta conoscenza sui chakra, sui campi di energia, sulla kundalini e i corpi astrali è pericolosa. L’esperienza è tutta un’altra cosa, non devi acquisirla in quanto conoscenza. Se è necessaria per la tua crescita spirituale arriverà al momento giusto e sarà un’esperienza. Ma se hai una conoscenza acquisita, presa in prestito, sarà un ostacolo.
Ad esempio, lo yoga crede in sette chakra, mentre i testi giainisti parlano di nove chakra. E le scritture buddhiste dicono che esistono dozzine di chakra e che le varie scuole hanno scelto solo quelli più importanti, ma non danno un numero fisso. La conoscenza acquisita crea solo confusione: ma quanti chakra ci sono? E cosa te ne fai di quella conoscenza? Che siano sette, nove o dozzine? La conoscenza non ti aiuterà, potrà solo crearti delle difficoltà. In relazione alla mia esperienza, probabilmente Buddha ha ragione, ma questo non significa che gli hindu o i giainisti abbiano torto.
Buddha afferma che esistono dei campi energetici, dei campi energetici roteanti,dal punto inferiore della spina dorsale, fino alla cima della testa. Ce ne sono tanti, e ogni insegnamento particolare stabilisce quali sono importanti in base all’insegnamento stesso: gli hindu ne hanno scelti sette, i giainisti nove. E non sono in contraddizione, è solo che l’accento cade su ciò che ogni insegnamento sceglie di enfatizzare.
Per quel che mi riguarda, incontrerete solo quattro chakra che sono veramente importanti. Uno lo sapete, è il centro sessuale, il secondo, proprio sopra, che non è riconosciuto da nessuna scuola di pensiero indiana, ma che è stato riconosciuto solo in Giappone, è l’hara, che si trova tra il centro sessuale e l’ombelico. È il chakra della morte. Nella mia esperienza la vita, che è il centro sessuale e la morte, che è l’hara, devono essere molto vicini e lo sono.
Quindi il primo chakra è il chakra della vita, un’energia vorticante. Chakra significa ruota, in movimento. E proprio sopra c’è il chakra della morte. Il terzo chakra più importante è il chakra del cuore. Puoi chiamarlo il chakra dell’amore, perché tra la vita e la morte la cosa più importante che può accadere a un uomo o a una donna è l’amore. E il quarto chakra più importante è quello che lo yoga chiama ajna,sulla fronte, tra gli occhi. Da qui l’energia si sposta oltre l’umanità verso il divino.
C’è ancora un chakra al vertice della testa, ma non lo incontrerai durante il viaggio della tua vita. Per questo non lo conto. Dopo il quarto hai trasceso il corpo, la mente, il cuore, tutto ciò che non sei, e resta solo il tuo essere. A un certo punto morirai e se una persona muore dopo aver trasceso tutto, quando la sua energia, il suo essere, lascia il corpo, spezza il teschio in due parti: quello è il sahasrara. Dal momento che non fa parte dell’esperienza della vita, non lo conto. Questa è la morte di una persona chesi è illuminata. Non muore dall’hara.
Per questo in India non si sono mai occupati dell’hara, ma in Giappone dovevano occuparsene, perché il suicidio era una sorta di atto d’onore. Quindi quando arrivò il buddhismo e cominciarono a meditare, furono i primi a scoprire l’hara, perché l’avevano usato per secoli ed era palpitante, vibrante, vivo. Tutto dipende. In culture diverse i centri possono trovarsi in posti un po’ diversi. La tua psicologia, la tua mente e il tuo corpo sono impregnati dalle vibrazioni in cui vivi.
Quindi farai esperienza dei chakra, farai esperienza dei campi di energia, ma è meglio non avere molte informazioni, perché rappresentano un grosso problema. Magari leggi un libro scritto cinquemila anni fa da un determinato genere di persone e tu non fai parte della stessa categoria. Potresti non trovare quel chakra nello stesso posto ed entrerai in frustrazione, senza necessità. Troverai il chakra in un posto diverso da quello che dice il libro e ti sentirai anormale, come se ci fosse qualcosa che non va in te.
I campi di energia, i chakra e tutte le cose esoteriche vanno sperimentati, tenendo la mente sgombra da ogni genere di conoscenza, in modo da non avere aspettative: qualsiasi esperienza accada, sei pronto ad accoglierla. E ogni individuo è diverso e le differenze si manifestano in cose così piccole che non riusciresti a immaginarle. Quindi è meglio non imparare a memoria dalle scritture. Quelle scritture riportano le esperienze di determinate persone, in periodi determinati, in circostanze determinate. Non sono state scritte per te. Gli unici testi sacri validi per te puoi scriverli solo tu, in base alla tua esperienza.
Osho Upanishad #39
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