domenica 27 luglio 2014

Shatkarma, le pratiche di purificazione: Kapalabhati.


"La miseria non ancora venuta
può e deve evitarsi"

(Patanjali-sutra 16, 2° pada)

Kapalabhati: respirando, il cranio 'riluce'.
Concludiamo con Kapalabhati la serie dedicata alle pratiche di purificazione dello Yoga, di cui questo famoso pranayama è parte integrante.
E non a caso ne parliamo durante 'la bella stagione' perché, a finestre spalancate e con arie meno inquinate, l'esecuzione risulta più facile, più spontanea e davvero rigenerante.
Ma torniamo un attimo al titolo e al suo significato: Kapalabhati vuol dire 'lucentezza del cranio', lasciando intendere con questa immagine la sensazione di freschezza che si avverte nella porzione frontale del cervello e 'quell'aura' luminosa che distingue chi sta praticando.
L'aura corrisponde a una maggior ossigenazione globale dei neuroni (corteccia cerebrale) e a un'intensa stimolazione positiva dell'ipotalamo/sistema limbico (particolarmente sollecitati dall'espirazione intensa, enfatizzata e ripetuta a lungo) che presiede al benessere emozionale.
Secondo lo Hatha Yoga Pradipika:
"Inspirazione ed espirazione debbono avvenire rapidamente, con il rumore del mantice di un maniscalco. Questa è la vera pratica di kapalabhati che rimuove l'eccesso di muco dal corpo".
Al contrario di ciò che accade con Bhastrika, in Kapalabhati solo l'espirazione è forzata, mentre l'inspirazione è passiva: ed è per questo che all'espirazione forzata collaborano intensamente i muscoli addominali che aiutano l'espulsione dell'aria dai polmoni.
L'espirazione forzata di Kapalabhati viene chiamata 'colpo di mantice'.
L'intero processo deve avvenire rapidamente grazie all'attività dei muscoli addominali, mentre i movimenti del busto sono minimi.

Tecnica.
Seduti in una posizione confortevole - che può essere padmasana, siddhasana, swastikasana o semplicemente vajrasana - e con il busto perfettamente eretto - ad occhi chiusi, si inpira lungamente attraverso il naso, poi si espira quasi completamente; da ultimo, si eliminerà quel po' di aria residua con una breve espirazione forzata (come se ci stessimo soffiando il naso, seccamente e rumorosamente) e una contrazione addominale.
La successiva inspirazione sarà passiva, breve, grazie alla distensione dei muscoli addominali e senza sforzo alcuno.
Si continua in questo modo, con intense espirazioni forzate e rumorose, e brevi inspirazioni silenziose e spontanee: inizialmente, contando, si faranno 10-20 ripetizioni consecutive.
All'ultima espirazione seguirà una profonda inspirazione completa accompagnata da 'maha banda' - la grande contrazione - che comprende moohla bandha, uddhyana bandha e jalandhara bandha.
Si trattiene il respiro a lungo (antara kumbhaka) e poi si espira.
Si continua con una nuova serie di Kapalabhati e poi con un'altra ancora.
La Tradizione dice che ogni ciclo di Kapalabhati dovrebbe essere costituito da 160 'colpi di mantice' e i cicli debbono essere 3.
Dunque 360 'colpi di mantice'.
E, per chiarezza e per ulteriori riflessioni, il 360° deve avere la stessa potenza e regolarità del primo.
Dunque niente avventure e sforzi irriflessivi ma costanza e continuità nella pratica: ciò comporta un aumento graduale di 5-10 respirazioni la settimana e ritenzioni del respiro sempre più lunghe ma non estreme.

Precauzioni.
Ogni pratica dello Yoga va svolta sempre lontana dai pasti ma quelle di pranayama, in particolare, richiedono cautela per le molte interferenze tra il sistema respiratorio e quello digestivo.
Dunque i pranayama vanno eseguiti almeno 3-4 ore dopo i pasti e, se il cibo ingerito è stato abbondante, la distanza dal pasto deve essere aumentata.

Benefici.
Notoriamente Kapalabhati pulisce/purifica i polmoni, promuovendone l'elasticità e migliorando gli scambi tra ossigeno e anidride carbonica.
E' un'ottima pratica per rimuovere la stanchezza mentale ed è consigliabile a tutti coloro che soffrono di asma, bronchiti croniche e disturbi respiratori recidivanti.
Di fatto è anche un eccellente strumento di educazione e riabilitazione respiratoria.
Mentre, quale propedeutico alla meditazione, Kapalabhati elimina dalla mente una quantità di pensieri, emozioni, sentimenti e immagini che solitamente la affollano e impediscono di 'vedere chiaro'.
Ossia di far emergere le nostre potenzialità, i nostri veri obiettivi e la pace profonda che ci dovrebbe sempre accompagnare.

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