di Marco Stugi
Il 25 febbraio si avvicina a grandi passi.
Le dichiarazioni dei diversi leader politici non riescono a invogliare al voto.
Si susseguono i sondaggi elettorali che
vogliono ancora in vantaggio il PD, che a seconda degli scandali (MPS),
o delle dichiarazioni più o meno opportune dei suoi antagonisti,
accresce o diminuisce il vantaggio.
Di conseguenza, in questa campagna
elettorale entra un po’ di tutto: il Milan che acquista Balotelli, Monti
che dichiara che Berlusconi compra voti, la Meloni che si vergogna di
essere stata parte del PDL, la Santanchè che gli risponde per le rime
ricordando che grazie a papi bunga-bunga lei ricoprì la carica di
vicepresidente della camera ecc..ecc…
La confusione regna sovrana e come ci viene giustamente ricordato qui, tutti i sondaggi pre-elettorali sono taroccati o, nella migliore delle ipotesi, fatti male,
e servono unicamente a far parlare i media e cercare di distogliere i
votanti. La novità più importante in questa tornata elettorale è
certamente rappresentata dalla presenza del Movimento 5 stelle.
Data la scarsa presenza sui media
nazionali e nel panorama televisivo degli esponenti di questo Movimento,
la stampa usa fare analisi con molta oculatezza, inserendo qua e là
considerazioni su fatti e personaggi.
Il dibattito intorno ai grillini, si fa
comunque sempre più accesso e mentre ci avviciniamo alle elezioni,
compaiono analisi, con il chiaro intento di dubitare degli stessi.
È il caso di questo articolo,
pubblicato pochi giorni fa, su un grande sito di informazione web, che
parlava in maniera al solito molto critica della figura di Casaleggio.
Questo celebre manager, cui si è affidato
Beppe Grillo, per pubblicizzare la sua immagine e farsi aiutare a
costruire quella grande rete web-mediatica, con la quale è riuscito a
coinvolgere tanti ragazzi, viene certificato come un pessimo manager.
All’inizio della sua carriera
professionale era amministratore delegato di Webbeg Spa (Olivetti), in
seguito ceduta a Telecom di Colannino, in attese che Tronchetti Provera
tornasse a essere azionista di maggioranza.
In breve tempo la Webbeg accumulò un pesantissimo deficit di bilancio e il suo amministratore delegato (Casaleggio) fù rimosso.
Segue tutta una serie di considerazione e
analisi circa il coinvolgimento di giovani nel “sistema Casaleggio”, in
seguito, esportato nei Meet-Up di Grillo.
In sintesi dei giovani di belle speranze e
con un innato senso di giustizia, sono coinvolti, offrendogli un ruolo
partecipativo e divulgativo.
Insomma la solita “solfa”: a ciascuno si affida un ruolo, ma poi a decidere sono altri.
Un’altra analisi sicuramente ben articolata è quella che appare su Micro Mega a firma di Vladimiro Giacchè, il quale ne analizza in sintesi il programma.
Sedici punti, nei quali si toccano (lui forse direbbe si sfiorano) i bisogni dei cittadini.
Reddito di cittadinanza, o sussidio
minimo garantito, ingresso alla rete gratuita per tutti, taglio dei
finanziamenti ai partiti, informatizzazione della scuola e di tutta la
rete pubblica in modo da snellirla e “risparmiare, ” referendum
sull’euro e molto altro.
In quest’articolo l’obiettivo è di
analizzare un programma politico che presenta molti punti condivisibili,
ma che offre anche diverse contraddizioni: si propone un referendum
sull’euro senza fare riferimento ai tecnicismi che l’hanno reso
disastroso e ciò potrebbe essere un’arma a doppio taglio, si parla di
reddito di cittadinanza che è un qualcosa di diverso da un sussidio
ecc.ecc…
Queste sono soltanto due delle analisi (certamente ben articolate) apparse “criticamente” sul web.
Tralasciando le illazioni complottiste,
circa l’appartenenza di Grillo alla massoneria, o la sua indole nazista
(dopo che era apparso sul suo blog un banner
che promuoveva un incontro di Forza Nuova), in questo momento, il suo
movimento è certamente il più criticato (e temuto) da tutte le parti
politiche.
Queste elezioni politiche assumono un ruolo importantissimo, poiché giungono in un momento di totale rottura.
L’Europa versa in una crisi profonda,
oltre a piccoli giochi istituzionali, con i quali i vari paesi
dell’Unione in uno spirito assolutamente “anticomunitario”, cercano di
raccogliere piccoli vantaggi per i loro stati nazionali, non si vede
un’uscita dal tunnel dell’austerità, anzi, la riduzione del bilancio
Europeo, lascia presagire nuovi e pesantissimi tagli nei singoli paesi.
Le elezioni politiche italiane
rappresentano anche uno spartiacque, con il quale affossare
definitivamente lo Stato, nei luoghi comuni del “ci vuole più Europa per
migliorare le politiche nazionali”, (come con questi bilanci?) o quello
di dare via a un nuovo processo, che ci possa portare fuori da questo
contenitore, alimentando cosi, quella vena di scetticismo che lentamente
si sta divulgando tra la gente circa l’eurosistema.
Se si vanno ad analizzare gli obiettivi
elettorali, a cominciare proprio dalle forze di centro sinistra (Pd+SEL)
in nessuna di queste si mette in discussione “l’Euronecessità”.
Alcuni giorni fa Vendola (certamente il più a sinistra dentro le coalizioni maggioritarie) dichiarava:
La vera posta in gioco delle elezioni italiane è l’Europa.
«L’Italia è una pedina fondamentale dello scacchiere europeo, e se il
centrosinistra vincerà con pienezza di numeri cambierebbe l’assetto
continentale, con un asse dei progressisti tra l’Italia e la Francia di
Hollande».Potremo finalmente cominciare a mettere in discussione
l’egemonia del polo consevatore incarnato dalla cancelliera tedesca
Angela Merkel. Un’egemonia che con le politiche di austerità ha prodotto drammatici effetti nel Vecchio Continente: 30 milioni di disoccupati.
E poi aggiunge:
La crisi non è un gioco dell’oca e non torneremo al punto di partenza»
Con queste parole e questi obiettivi
Vendola, intende vigilare sulla politica italiana e creare un nuovo asse
grazie al quale applicare delle politiche sociali e uscire dalla morsa
dell’austerità.
Purtroppo Vendola, che adesso si dichiara
progressista, dimentica, o soltanto non vuole affrontare per luogo
comune o incompetenza, che le politiche europee, di cui l’asse
Franco-Tedesco si sono giovate (in particolar modo la Germania) in modo
da rafforzare la propria economia, sono dovute proprio al gioco dell’oca.
Optimal currency area, questa è la
denominazione di una cosiddetta area economica, che per relazioni
commerciali, coinvolgimenti culturali, quindi per una sua apparente
“omogeneità”, è indotta ad unirsi in un area monetaria unica.
Questo è quello che è successo
all’Europa, alla quale è stata imposta prima Maastricht, con un pesante
vincolo economico da non sforare (il 3%), poi una moneta unica legata a
un tasso fisso (ogni moneta sovrana avrebbe avuto pari valore rispetto
all’euro) ed infine il Fiscal compact, gabbia di bilancio che ne impone
il pareggio. Questa progressione si è resa necessaria per accedere a una
presunta “area valutaria ottimale,” non giustificata dai fatti e dalla
storia stessa, che vede molti paesi nell’area Euro divergere per
fiscalità, struttura politica e cultura.
Come naturale che fosse, i paesi più
deboli strutturalmente ne hanno pagate le conseguenze e ora, i luogo
comunisti di sinistra, improvvisati progressisti, ci vengono a
raccontare che per rifondare l’Europa sarà sufficiente creare un asse
socialista, in modo da contrastare le politiche liberiste della destra
Europea.
I vincoli di bilancio e le aree ottimali,
(Oca) non si raggiungono o superano, con i luoghi comuni di concedere,
più risorse al sociale, quando qualunque economista sarebbe in grado di
spiegare, che nelle condizioni di politica monetaria attuale è
impossibile farlo.
Lo diceva Stiglitz, lo ripeteva Kruger, l’ha detto Mundell e lo ripete tutti i giorni Bagnai.
Il gioco dell’Oca è stato dunque decisivo
e contrariamente a quanto dice Vendola ci ha condotto nuovamente al
punto di partenza, anzi forse ancora più indietro, poiché abbiamo un
tasso di disoccupazione, il più alto dal 1990 e tutto ciò è dovuto alle
politiche di moderazione salariale, che attraverso la precarizzazione
selvaggia, hanno fatto sì che gli stati nazionali controllassero
l’inflazione, tutto ciò grazie all’imposizione di una moneta unica, di
un cambio fisso e di tassi d’interesse gestiti e controllati dalle
banche private il tutto nel nome del pareggio del bilancio.
È facile dire bisogna investire di più
nel welfare, ma voglio capire come riuscirà a fare questo Vendola,
quando nessuno in Italia vi è riuscito dall’entrata dell’euro in poi.
Concordo con Vladimiro Giacchè quando
dice che neanche Grillo affronta adeguatamente il tema Euro e se non ci
sarà una giusta informazione circa i meccanismi indotti dalla moneta
unica, rimarrà vano.
Gli unici che accennano alla sovranità monetaria e ai problemi indotti dalla moneta unica sono appunto Grillo (vedere questo video) e Forza Nuova che lo pone come punto di rilievo del suo programma elettorale, forse unico motivo per cui Grillo è stato accostato, a questo gruppo.
Lasciare spazio su temi di grande
importanza, quali la sovranità monetaria a Forza Nuova, significa
auspicarsi una deriva nazionalista, non affrontarli adeguatamente a
sinistra è qualunquismo, udirlo accennare invece da chi, (Grillo) in
anni di percorso si è voluto distaccare da ogni influenza politica, mi
suscita curiosità.
Durante il corso della mia vita ho perso
molto tempo, dietro le false speranze sventolate dalla politica, in
particolar modo di sinistra, alla quale faccio riferimento e dove al
dunque ho visto sempre rincorrere spenti luoghi comuni, lasciando
abbandonati coloro che ne avevano bisogno, quindi, mi posso permettere
di sbagliare ancora una volta, perlomeno lo farò con chi non ha
insudiciato i muri di casa mia e soprattutto ha cercato di iniziare un
processo di democrazia partecipativa (meglio le parlamentarie che le
primarie) che seppur non sarà mai veramente tale, in questo momento,
sembra esserne il più vicino.
Per questo motivo, per gli amanti del
complotto, per le frottole che mi ha raccontato Berlusconi da anni, per
una Chiesa che più che alle anime ha pensato ai soldi (Ior), per D’Alema
che se ne va in giro su Icaro, per Veltroni che non nomina mai il nome
dell’avversaria e soprattutto per la speranza che questa classe politica
possa essere cacciata via, Io voterò:
“Movimento a 5 stelle”.
Ps: Non è reato dichiarare il proprio
voto, quindi anche quelli che voteranno PDL, PD, FN e altro ancora sono
pregati di dichiararlo e non nascondersi in pieno stile Democristiano,
come avvenuto per anni in Italia, dichiarandosi nelle chiacchiere da bar
per il Pd, per poi votare PDL o viceversa. Cambiare idea è lecito,
nascondersi è perfido.
Buon voto a tutti.
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