4 LUGLIO 2016
La mente e' l'unico vero problema Il problema che sta alla base di tutti
i problemi, è la mente. Quindi, per prima cosa, è necessario sapere che
cosa sia la mente, di che materia sia fatta e se sia un’entità o solo
un processo; se sia sostanziale o solo un’apparenza. La natura della
mente Se non conoscete la vera Natura della mente, non riuscirete mai a
risolvere nessuno dei problemi che assillano la vostra vita. Potete
sforzarvi, ma siete destinati a fallire. La mente è l’unico vero
problema. Quindi anche se risolverete questo o quel problema, non
servirà a nulla, perché la radice rimarrà intatta. E’ proprio come
tagliare i rami di un albero, in modo da sfrondarlo senza sradicarlo.
Nuove foglie e nuovi rami spunteranno e cresceranno di nuovo (ossia
nuovi problemi). Il tuo sforzo non servirà a niente. In quella lotta
sprecherai energia, tempo, vita, e nel contempo l’albero non farà altro
che diventare più forte, più fitto e più folto. Sarai sorpreso di ciò
che accade: anche se risolverai un problema, con grande sforzo ed
impegno, i problemi continueranno a crescere e ad aumentare, ed altri
dieci prenderanno il posto di quello appena risolto. Non cercare allora
di affrontare i singoli problemi separatamente: la mente in quanto tale è
il vero problema. Essa è nascosta sottoterra, è la radice e quindi non
si vede.
Quando ti trovi davanti un problema, questo è alla luce del sole, puoi
vederlo, non è la radice, che rimane invece invisibile, nascosta. Non
lottare perciò con ciò che è manifesto, perché ti troverai
paradossalmente a lottare con delle ombre e gli stessi problemi
continueranno ad affiorare. Se osservi la tua vita, puoi capire ciò che
intendo dire. Non sto parlando della mente su un piano teorico, ma della
sua realtà pratica. Questo è il fatto: la mente dev’essere dissolta. Le
persone vengono da me e mi chiedono: “Come si può arrivare ad avere una
mente serena?” E io rispondo: “La mente non è mai serena, solo la
non-mente è pace”. La mente di per sé, non può mai essere serena,
silenziosa. Per sua stessa natura, essa è in tensione, in uno stato di
confusione. La chiarezza, la pace e il silenzio sono possibili solo
senza la mente. Quindi, non provare mai a raggiungere una mente silente,
perché ti muovi in una dimensione impossibile. Dunque, la prima cosa da
fare, è comprendere la natura della mente, che è in realtà solo un
processo. In essa esistono pensieri individuali, che si agitano così
velocemente che è impossibile vedere gli intervalli tra l’uno e l’altro.
E non riesci a vedere questi intervalli, perché non sei abbastanza
consapevole e all’erta: hai bisogno cioè di un’intuizione più profonda.
Nel momento in cui riuscirai a guardare più in profondità,
all’improvviso individuerai un pensiero, poi un altro e un altro ancora,
ma non ci sarà nessuna mente.
E’ solo l’insieme dei pensieri, milioni
di pensieri, a darti l’illusione che la mente esista. E’ proprio come
una folla: tantissime persone raccolte in gruppo, che ti danno la
sensazione che esista qualcosa che puoi definire “folla”, ma in realtà
sono solamente un insieme di individui raccolti in uno stesso luogo.
Solo gli individui esistono.
Questo è il primo passo nella comprensione della mente. Osserva dunque e
troverai i pensieri, ma non incontrerai la mente. E se questa
osservazione diventa davvero una tua esperienza diretta e un elemento
della tua conoscenza, all’improvviso, molte cose inizieranno a cambiare.
Scoprirai che i pensieri galleggiano, e che esistono spazi intermedi
fra l’uno e l’altro. Ti accorgerai poi che gli intervalli sono più
numerosi dei pensieri, perché ogni pensiero deve essere separato
dall’altro e ogni parola è separata dall’altra. E più andrai a fondo, e
più intervalli troverai, e sempre più ampi. Se sei inconsapevole, non
puoi scorgere questi intervalli: salti da un pensiero all’altro, senza
vedere mai intervalli. Se invece acquisti consapevolezza, vedrai spazi
sempre più numerosi; se diventi del tutto consapevole, allora ti si
riveleranno spazi immensi. E proprio in quegli spazi la Verità busserà
alla tua porta. In quegli spazi, si realizza Dio, o in qualsiasi altro
modo tu voglia chiamare questa esperienza. Quando poi la consapevolezza è
assoluta, allora esiste solo un unico vasto intervallo di nulla. Accade
proprio come con le nuvole: le nuvole si muovono, e possono essere così
dense, da non permettere di vedere il cielo nascosto dietro di loro.
Poi… all’improvviso, uno squarcio nell’azzurro del cielo infinito.
La stessa cosa accade dentro di te: tu sei l’azzurra vastità del cielo,
e i pensieri sono come nubi che si librano sopra di te e ti riempiono.
La mente non esisteDunque la mente non esiste come entità separata.
Questa è la prima cosa: solo i pensieri esistono. La seconda cosa è che i
pensieri esistono indipendentemente da te; non sono un tutt’uno con la
tua natura, ma vanno e vengono, mentre tu continui ad esistere, permani.
Tu sei come il cielo: è sempre là. Le nubi invece passano, sono un
fenomeno di pochi attimi, non durano in eterno. I pensieri non sono
tuoi, non ti appartengono. Sono visitatori, ospiti, ma non sono i
padroni di casa. E finché rimangono tali sono belli, ma se ti dimentichi
completamente di essere il padrone di casa, ed essi prendono il tuo
posto, allora sarai nei pasticci. Sono ospiti… ricevili, prenditene
cura, ma non ti identificare con essi, altrimenti diventeranno i tuoi
padroni. La mente diventa il problema, quando i pensieri sono così
profondamente radicati in te, che ti scordi completamente delle distanze
fra te e loro. Ricorda sempre colui che dimora in te: quella è la tua
natura, il tuo Tao. Stai sempre attento a ciò che resta fisso, proprio
come il cielo. Rimani radicato nella consapevolezza di essere tu il
padrone: gli ospiti potranno andare e venire. Naturalmente poi, ci
saranno ospiti buoni e ospiti cattivi, ma non te ne devi preoccupare. Un
buon padrone di casa dedica a tutti gli ospiti la stessa attenzione,
senza fare alcuna distinzione. Se si presenta un cattivo pensiero
trattalo esattamente come fai con quelli buoni.
Qualsiasi pensiero infatti quando diventa il capo, crea miseria, perché
non è la verità, anche se è un pensiero buono. Il pensiero è un
simulatore con cui tu ti identifichi, e quell’identificazione è una
malattia. Il mattino, il giorno, la sera, la notte vengono e poi se ne
vanno, tu invece permani, non in quanto “tu”, perché anche questo è un
pensiero, ma in quanto pura consapevolezza; non identificarti quindi con
il tuo nome, perché anche questo è un pensiero; né con il tuo corpo,
perché un giorno ti accorgerai che anch’esso è un pensiero. Sii solo
pura consapevolezza, senza nome, senza forma. Solo purezza. Poiché solo
il fenomeno reale dell’essere consapevole, permane. Se ti identifichi,
diventi la mente. Se ti identifichi, diventi il nome, il corpo. E a
questo punto ciò che è momentaneo acquista importanza e rilievo. Ciò che
è momentaneo è il mondo, l’eterno è il divino. Questa è la seconda
intuizione a cui devi giungere: riconoscere che tu sei il padrone e i
pensieri sono gli ospiti. Se continui ad osservare, presto arriverai al
terzo punto: ti accorgerai che i pensieri sono stranieri, intrusi,
estranei. Nessun pensiero ti appartiene: entrano sempre dall’esterno; tu
sei solo un passaggio.
Un uccello entra in casa da una porta e vola via da un’altra apertura.
Proprio come un pensiero, che entra ed esce da te. Continui a credere
che i pensieri siano tuoi: combatti per loro, parli, discuti, dibatti,
cerchi di mostrare di avere dei pensieri. Ma nessun pensiero è tuo,
nessun pensiero è originale, tutti sono presi a prestito, e non sono
neanche di seconda mano, perché sono stati di milioni di persone prima
di te… Un pensiero è altrettanto esterno a te, quanto un oggetto. Il
famoso fisico “Eddington”, ha affermato che quanto più la scienza va in
profondità nell’analisi della materia, tanto più fortemente emerge la
consapevolezza che le cose siano pensieri. Andando sempre più in
profondità, cose e pensieri si assomigliano sempre di più. E in effetti,
sono le due facce del medesimo fenomeno: una cosa è un pensiero, un
pensiero è una cosa. Ma che cosa intendo dire affermando che un pensiero
è una cosa? Voglio dire, che si può “lanciare” un pensiero, così come
si fa con un oggetto. Con un pensiero si può addirittura colpire
qualcuno, proprio come si fa con un oggetto. Con un pensiero si può
quindi uccidere una persona, oppure esso può essere offerto come un
dono, o diffuso come una malattia. I pensieri sono cose, hanno forza, ma
non ti appartengono. Arrivano, dimorano per un po’ dentro di te, poi ti
lasciano. L’intero universo è colmo di pensieri e di cose: queste
rappresentano la tensione fisica dei pensieri, e quelli la tensione
mentale delle cose. Questa è quindi la terza intuizione: i pensieri sono
cose, che hanno forza, e che bisogna trattare con cautela. Di solito
invece si continua, inconsapevolmente, a pensare a qualsiasi cosa.
E’ difficile trovare una persona che con l’intenzione, non abbia perciò
commesso molti delitti e ogni sorta di peccati. Ad esempio pensare
continuamente di uccidere qualcuno, può determinare la situazione per
cui quella persona venga uccisa. Il tuo pensiero, può infatti essere
catturato da qualcuno, che trovandosi in una condizione di debolezza,
può arrivare a commettere quel delitto. Stato di non-mentePer questo chi
ha raggiunto la conoscenza dell’intima essenza dell’uomo, afferma che
tutti noi, in verità, siamo responsabili per ciò che accade sulla Terra.
Esiste solo un individuo che può non addossarsi tale responsabilità:
colui che è nello Per il resto, siamo tutti responsabili per ciò che
accade. Se la terra è un inferno, tutti ne siamo artefici. Non
continuare allora a buttare addosso agli altri la responsabilità, perché
essa è anche tua, è un fenomeno che interessa l’intera collettività.
Può essere che la “malattia” esploda in un luogo qualunque, a migliaia
di chilometri di distanza da te, ma questo non fa alcuna differenza,
perché il pensiero è al di sopra dello spazio. Questo è il motivo per
cui viaggia velocissimo, neppure la luce si propaga alla stessa
velocità. Non ha bisogno del tempo per muoversi, lo spazio per lui non
esiste. Puoi essere qui, pensare a qualcosa, e quel pensiero determinare
un accadimento in un luogo lontano da te, dall’altra parte della Terra.
Come ti si può ritenere responsabile? Nessun tribunale può punirti, ma
di fronte alla corte suprema dell’esistenza sarai condannato, anzi sei
già stato condannato. Per questo sei così infelice. Il pensiero è quindi
perfino più insidioso dell’azione. Ci si può infatti difendere
dall’azione, ma non dal pensiero. Tutti sono vulnerabili rispetto al
pensiero. Non pensare, è quindi una necessità irrinunciabile per poter
essere liberi dal peccato, liberi dal crimine, liberi da tutto ciò che
ci circonda: questo significa essere un “buddha”.
Egli è un individuo che vive “senza la mente”, perciò non è
responsabile. Per questo motivo, in Oriente, diciamo che un buddha non
accumula mai “karma”. E’ semplice: tutto quello che un buddha fa, lo fa
al di là della mente. Quindi stai bene attento, perché ogni pensiero ha
un qualche effetto concreto. E se hai pensieri positivi, ne avrai anche
di negativi. Come può infatti esistere il bene senza il male? Se pensi
all’amore, scoprirai che proprio lì vicino, è nascosto l’odio. Come fai a
pensare all’amore senza non pensare anche all’odio? L’amore può
risiedere negli spazi consci della mente, ma l’odio può essere nascosto
nell’inconscio. Puoi forse pensare alla compassione, senza pensare alla
crudeltà? Puoi pensare alla non violenza, senza pensare alla violenza?
La stessa parola “non- violenza” contiene la parola violenza; è inclusa
in quello stesso concetto. Esiste una qualità dell’essere completamente
diversa, che nasce dal non pensiero: non pensieri positivi o negativi,
semplicemente uno stato di non pensiero. Limitati ad osservare, rimani
consapevole, ma non pensare. Anche se qualche pensiero entrerà
sicuramente in te, perché i pensieri non sono tuoi e galleggiano
nell’aria. Così come l’aria, il pensiero è tutt’intorno a te e continua
ad entrare dentro di te per conto suo, si ferma solo col crescere della
tua consapevolezza, la quale crea un’energia più forte del pensiero.
La consapevolezza è come la luce. Quando accendi una lampada in casa,
l’oscurità non riesce più ad entrare; ma se la spegni, il buio si
diffonde in meno di un attimo e ti avvolge. I pensieri sono come
l’oscurità: entrano soltanto se all’interno non c’è luce. Quindi più
diventi consapevole, meno pensieri entrano in te. Se ti integri
veramente nella tua consapevolezza, i pensieri non possono più entrare
in te: diventi come una cittadella inespugnabile. Ciò non significa
essere chiusi, anzi, vuol dire essere incondizionatamente aperti, ma la
stessa energia della consapevolezza diventa la tua roccaforte. E se i
pensieri non possono entrare in te, ti gireranno intorno e se ne
andranno. Li vedrai arrivare e, semplicemente, prenderanno un’altra
strada. Questo è ciò che intendiamo per illuminazione.
Osho
Tratto da: “Tantra: la comprensione suprema”
http://divinetools-raja.blogspot.it/2016/04/la-mente-e-lunico-vero-problema-osho.html