L’Attenzione abita il Momento. L’Attenzione è fuori dal tempo,
silenziosa, non mentalizzabile. L’osservatore infatti non ha mai nulla
da dire su ciò che osserva. L’osservazione non è un’azione, è uno stare.
Ciò che davvero sei, si trova alle spalle di ciò che pensi di essere.
Osservare non significa pensare; l’osservazione è lo sfondo immutabile
su cui avviene ogni pensare. Il trucco sta nel ricordarselo
costantemente. Un risvegliato è qualcuno nel quale l’attività mentale
del pensare e la coscienza di sé (=l’osservatore) sono divenuti due
fenomeni ben distinti. Il risvegliato si è allontanato dalle funzioni
interne della macchina biologica e si è identificato con la coscienza di
sé, l’anima, il puro ESSERCI. L’Attenzione – l’ESSERCI – è il Segreto
degli Alchimisti. Il mio unico compito in quanto guerriero – in quanto
Figlio del Momento – è portare l’Attenzione del mio ESSERCI
sull’attività della macchina biologica. In virtù della costante
osservazione, a un certo punto le funzioni della macchina cominciano a
essere percepite come “esterne” a me. Ciò significa che sono sempre meno
schiavo dell’apparato psicofisico e mi sto identificando con l’ESSERCI.
Far precedere qualunque altra attività a questa, sarebbe follia. Ogni
atto che non origina dall’ESSERCI è un atto scomposto, insensato; è come
una persona che tenta di uscire dalle sabbie mobili tirandosi per i
capelli. Tuttavia, pur sapendo questo, dobbiamo continuare ad agire ogni
giorno nel mondo. Ma il saperlo fa già la differenza. Questo ESSERCI è
Pace. La Pace non può essere cercata in una situazione esterna. La Pace
non è assenza di guerra, come credono i moderni. La Pace è uno stato di
totale rilassamento, uno stato di non-identificazione con l’attività
caotica della mente. Tutti noi possiamo divenire capaci di procurarci
Pace a volontà, tutte le volte che lo vogliamo e in qualunque
circostanza. Otteniamo questo stato di libertà quando siamo capaci di
contattare la Pace che si trova in qualunque momento, anche adesso
mentre stiamo leggendo, negli anfratti più profondi del nostro essere.
Proprio in quei luoghi dove non portiamo mai l’Attenzione.
L’Attenzione continuamente rivolta al momento presente è la nostra
salvezza. In questo modo le sofferenze, le tribolazioni, le
preoccupazioni… divengono oggetti differenti da ciò che noi veramente
siamo, vengono ridimensionate e collocate al loro posto: nel guscio
esterno. Noi diveniamo lo sfondo immutabile e pieno di Pace sul quale
accadono tali increspature superficiali e prive di reale importanza.
Ogni preoccupazione di oggi, ci farà un giorno sorridere. Rivolgere
l’Attenzione al momento presente e rivolgere l’Attenzione al proprio
corpo… significano la stessa cosa. Vedremo più avanti come sia
preferibile focalizzarsi proprio sul corpo al fine di ottenere risultati
più rapidi. Il mio ESSERCI è al di fuori del tempo e si può esprimere
solo nel Momento e solo in QUESTO momento. Io non trovo me stesso nelle
funzioni della mente, ma solo nella Pace che staziona al di sotto di
questo funzionare. Stare nel presente è la Via per accostarsi a sé.
Passato e futuro mi riagganciano al lavorìo della mente, mentre
l’Istante mi conduce in una dimensione superiore, non contemplata dalla
mente e da cui la mente rifugge, perché nel momento presente la mente
non ha più spazio e non può muoversi a suo piacimento come è abituata a
fare nei ricordi e nelle anticipazioni. Il momento presente è la Porta
d’Oro che conduce a me e alla mia Pace. Occorrono perseveranza, forza di
Volontà e Amore per se stessi. Amore per il proprio sonno. Sì… anche
amore per il proprio sonno. Il rifiuto del sonno non può che essere
mentale, e ci ricaccia nel sonno stesso. Solo l’amore per il sonno della
macchina la sveglia, il fastidio verso le sue abitudini la tiene
addormentata. L’Attenzione è perseverante, inamovibile… ma allo stesso
tempo morbida e compassionevole. Il mondo esterno, attraverso le
sensazioni, ci distrae e ci seduce. Questo tiene la coscienza
identificata con la macchina biologica e addormentata al suo interno.
Allora il mio ESSERCI e la
macchina divengono un tutt’uno inscindibile. Per cui posso affermare che
“io sono la macchina”. Mentre passeggiamo per strada e stiamo
conducendo inumani sforzi per restare presenti a noi stessi, è
sufficiente un rumore, un’automobile che passa, una persona che ci urta…
per distrarci dalla nostra Presenza. Per portarci “fuori di noi”,
talvolta anche per ore. L’Attenzione è la nostra salvezza, ma è anche un
fiore delicato, una farfalla che si posa sul palmo della nostra mano.
Basta un fremito della pelle e vola via… ed è persa. L’Attenzione
applicata a lungo su ogni attività della macchina porta INEVITABILMENTE
al Risveglio, ossia alla separazione fra l’attività mentale e la
coscienza di tale attività. Io non parlo di filosofia, ma di pratica. O
meglio, per me a un certo punto la filosofia – che è stata la mia grande
passione giovanile – deve necessariamente sfociare nella pratica. Tutto
ciò che hai pensato perde valore se non hai contattato la tua anima, ma
ti sei limitato a ipotizzare l’esistenza di un’anima. È la stessa
differenza che corre fra il parlare d’amore e l’innamorarsi.
Nel fervore neo-spiritualista tutti parlano di voler tornare all’Uno… ma
nessuno si preoccupa di risvegliarsi prima, gradualmente. Con
approssimazione simile a quella di un “esperto” televisivo, si saltano a
piè pari tappe iniziatiche che sono lì da migliaia di anni. Infatti
tutti ne parlano ma nessuno ci riesce. Parlare dell’identità con l’Uno
non costa nulla, mentre Lavorare su di sé per raggiungere obiettivi più
reali costa… eccome. Il Risveglio attraverso l’Attenzione spaventa
proprio perché è fattibile e dipende dal nostro impegno. Se a una
macchina capita un episodio di Unità con il Tutto prima che questa sia
stata risvegliata dall’amorevole, inamovibile Attenzione dell’anima, le
conseguenze solitamente sono gravi. Si va dai problemi psichiatrici alle
malattie organiche. Nella migliore delle ipotesi uno crede per il resto
della sua vita di essersi illuminato e fonda un ashram! Quando – grazie
all’applicazione dell’Attenzione – avete sperimentato i primi istanti
di Presenza, inevitabilmente vi innamorate di essi. Vi rendete conto che
la vita è diversa quando “ci siete” e avete la piena gestione di
fisico, emotivo e mentale. Siete il Padrone in casa sua, il Re che si è
ristabilito nel suo Regno. È una sensazione di Gioia, Amore e Potere
allo stesso tempo. È Ulisse che ritorna a Itaca, è il Conte di
Montecristo che evade dalla prigione per riprendersi ciò che gli era
stato sottratto. Io non vi parlo di illuminazione – non so cosa sia – o
esperienze di Unità con il Tutto. Vi sto parlando di sentirsi anime
dentro un corpo e prendere finalmente “possesso di sé”, della propria
mente e delle proprie emozioni. Acquisire libero arbitrio, sentirsi un
vero Io finalmente dotato di un Cuore e non più una marionetta nelle
mani del mondo. Non sto trattando di un’ipotesi, sto parlando
sinceramente di ciò che vivo tutto il giorno tutti i giorni. Forse un
giorno m’illuminerò anch’io… non lo so. Pare che non si possa fare nulla
per giungere alla cosiddetta illuminazione, per cui credo sia inutile
pensarci o leggere qualcosa a riguardo. Sicuramente si può fare molto
per raggiungere la Pace di cui vi sto parlando. Dopodichè vi assicuro
che l’illuminazione non vi ossessionerà più. L’illuminazione diventa un
obiettivo quando vivi male. Ma quando gestisci bene l’apparato
psicofisico che ti è stato messo a disposizione e sperimenti la serenità
di cui è intriso il momento presente, che bisogno hai di cercare
l’illuminazione? Eventualmente ti limiti ad accoglierla quando
arriva… ma quasi con fastidio.
Nell’ESSERCI i movimenti divengono precisi, consapevoli, intensi,
centrati… anche quando devono essere rapidi per necessità contingenti.
Ogni atto possiede equilibrio ed è carico di energia, per cui vi muovete
molto meno, parlate molto meno… e pensate molto meno. Quando non è
necessario pensare – quasi sempre – la mente si trova in stand-by,
disattivata, inerte c’è solo la Pace dell’ESSERCI. C’è solo l’istante
che state vivendo; nulla prima e nulla dopo. Siete i Figli del Momento.
Mentre qualcuno vi parla, vi riempite di Pace e vi innamorate di lui.
Faticate a non mettervi a piangere, perché ne cogliete l’anima oltre la
personalità. Ogni suo gesto, ogni espressione e ogni aspetto del suo
corpo significano qualcosa di antico. Potete scorgere la storia
millenaria della sua anima nel suo sorriso così come nella larghezza dei
suoi fianchi! Questo è il segno più sicuro dell’avvenuto Risveglio: la
scomparsa del giudizio. Non c’è più nessuno di sbagliato, non vi
scagliate più contro il mondo pieni di rancore. Io sono questo e il mio
compito è trasmettere questo. Trasmettere che ci si può svegliare dal
sogno della macchina a patto che si sia sufficientemente perseveranti.
Vi avviso che occorre un po’ più tempo che per imparare un ballo
latino-americano o prendere una laurea in medicina. Non si ottiene in un
week end. Ve lo comunico perché possiate aggiornare la vostra agenda
degli appuntamenti. Io l’ho fortemente voluto e l’ho fatto.Io non sto
divulgando più di ciò che ho fatto. Questo è il motivo per cui le
persone leggendo i miei libri provano sensazioni di semplicità,
linearità, immediatezza, scorrevolezza… che fanno apparire facile e
quasi banale ai loro occhi un percorso interiore che di norma viene
percepito come astruso e complesso. Ho conosciuto personalmente altri
che lo hanno fatto prima di me e altri che lo hanno fatto dopo. I loro
nomi non sono famosi perché il loro compito non concerne la
divulgazione. Tanti altri si trovano su questa medesima Scala, su
gradini diversi, tutti di pari dignità, e osservano miglioramenti in se
stessi ogni giorno della loro vita. Siamo felici di stare salendo su
questa antichissima Scala, poiché è un onore averne calcato anche solo
il primo gradino, il che accade quando si realizza di essere
prigionieri… e si comincia a cercare una via di fuga. Io incarno e parlo
dell’uomo numero 5 a cui ha accennato anche Gurdjieff nei suoi
insegnamenti. Essere numero 5 implica taluni conseguimenti piuttosto
bizzarri: una Presenza costante, un Cuore aperto, la capacità di vivere
nel momento presente e… conseguenza ultima… l’immortalità dell’anima. È
infatti proprio quest’ultima a causare il senso di Pace e Quiete che
caratterizza chi si trova in tale stato di coscienza. Non ci può essere
Pace per chi ancora si percepisce mortale, al di là del fatto che, sul
piano mentale,
sia convinto dell’immortalità dell’anima. Ripeto: pensare all’amore non equivale a innamorarsi.
Se dentro di me si annida ancora il senso della mortalità – provocato
dall’identificazione con il guscio meccanico esterno – allora una
profonda atavica paura di morire sarà tuttavia in grado di condizionare i
miei gesti e le mie parole. Senza Risveglio non c’è assenza della paura
di morire, e in presenza della paura di morire non ci può essere
libertà di espressione. L’Attenzione adagiata in maniera delicata ma
allo stesso tempo inesorabile sulle quotidiane attività della macchina,
provoca tre effetti particolari: Primo. L’ESSERCI – ossia la coscienza
che osserva – progressivamente si disidentifica dalla macchina stessa.
Detto in altre parole, a forza di osservare l’apparato psicofisico,
diveniamo qualcosa di diverso dall’apparato psicofisico. Secondo. La
macchina viene progressivamente portata nello stato di veglia. Terzo. La
macchina con il tempo è costretta a modificare naturalmente quei
comportamenti che non sono più funzionali allo stato di veglia. In altre
parole, diventiamo diversi. L’Attenzione va portata in maniera
particolare sul corpo.Questo fa sì che la mente – o almeno un “centro”
ben preciso all’interno di essa (ma non è qui il caso di addentrarsi in
particolari di fisiologia occulta) – venga impiegata per il Lavoro di
osservazione. Questo tacita la mente e libera il campo, in misura
progressivamente sempre maggiore, alla Presenza Volontaria e alle
Emozioni Superiori (=l’attività del Cuore, ossia il centro emozionale
superiore). Queste due funzioni non possono svilupparsi fino a quando
noi in quanto anime restiamo affascinati dal dialogo interno della
mente, la “voce nella testa” che ci accompagna tutto il giorno, il
flusso del pensiero associativo che ci tiene schiacciati nel nostro
sonno. L’Attenzione orientata al proprio corpo sospende il flusso del
pensiero associativo – un bazar di preoccupazioni o fantasie – che tiene
la coscienza, l’ESSERCI, ancorato alla macchina. L’Attenzione
interrompe il segnale che collega anima e personalità e che tiene la
prima schiava della seconda. Grazie all’Attenzione l’anima si emancipa
dalla macchina biologica. Il corpo rappresenta la via più breve e più
sicura, poiché il mentale e l’emozionale ci trascinano tra il passato e
il futuro – persi in fantasie, ricordi e proiezioni – ma il corpo no, il
corpo è sincero: è sempre QUI ed è sempre ORA. Tornare a lui con
l’Attenzione significa tornare al momento presente. È il modo più certo
per non perdersi nell’ambiente illusorio del sogno. È il “filo di
Arianna” che ci conduce fuori dal labirinto. Ciò che pensiamo è un sogno
(alle volte un incubo), ciò che proviamo emozionalmente è un
sogno… ma il corpo è reale e non mente. L’applicazione dell’Attenzione
richiede Volontà, la quale si sviluppa attraverso gli esercizi di
»ricordo di sé« che illustro nei miei due libri Risveglio e La Porta del
Mago. D’altronde l’acquisizione di libero arbitrio pretende lo sviluppo
della Vera Volontà nell’essere umano. Non è qualcosa che può essere
dato dall’esterno e non accadrà per il solo fatto che una certa
percentuale dell’umanità lo avrà raggiunto. Per quanto a qualcuno possa
apparire strano – e questo la dice lunga sul suo livello di coscienza –
risvegliarsi è differente dall’insegnare a delle scimmie come si
sbucciano le patate!Ciò che si ottiene in maniera meccanica non può che
essere di natura meccanica. Il libero arbitrio non è meccanico e può
essere ottenuto solo per mezzo di sforzi volontari e protratti.
Unicamente una dura Disciplina – paragonabile a un addestramento di arti
marziali – mi ha permesso di distogliere il mio sguardo meccanico da
pensieri ed emozioni, ai quali avevo sempre concesso un’importanza
spropositata, per incanalarla nell’osservazione delle attività motorie
della mia macchina. Questa Disciplina da monaco-guerriero mi ha portato a
separare i miei processi mentali da ciò che io sono veramente…
risvegliandomi. È stata dura come allenarsi per partecipare alle
Olimpiadi, in quegli anni ho rinunciato a tante cose, ma ricordo quel
periodo come il più bello e il più avventuroso della mia vita. Sia
l’interno che l’esterno faranno di tutto per tenerci nel sonno. Le
preoccupazioni, le ansie, i progetti, le fantasie, le speranze… i
malesseri e i benesseri interiori… remeranno ogni giorno contro i nostri
sforzi per svegliarci, distraendoci. Le persone intorno a noi, i
rumori, i colori, gli slogan, i pericoli e le attrazioni, il sedere di
un bell’uomo o di una bella donna… faranno di tutto per distogliere la
nostra Attenzione – l’unica arma in nostro possesso – dalla macchina
biologica. Sarà come passeggiare dentro un luna park affollato, mentre
mentalmente proviamo a risolvere un’equazione. La macchina esegue un
vasto numero di movimenti che sono fuori dal nostro controllo. Si
gratta, tamburella, si sposta, si morde la lingua, si tocca… mentre
guida, mentre cammina, mentre parla, anche mentre tiene conferenze sul
Risveglio, sulla spiritualità, sull’identità con l’Uno. [Assistere a un
relatore che parlava con veemenza di risveglio al suo pubblico, mentre
periodicamente,
obbedendo a una meccanicità profonda, la sua mano andava con gesti
inconsapevoli a strizzare ora la zona genitale ora la zona dei glutei...
è stato per me esilarante, e mi ha fatto capire fino a che punto in
questo periodo storico il bisogno di ottenere delle risposte da parte
delle persone stia ormai rasentando la disperazione.] Guidare con uno
sforzo volontario l’Attenzione sulle molteplici attività dell’apparato
psicofisico ci consente di conoscerlo. Ci permette di far emergere a
livello cosciente ciò che prima restava inconsapevole. Osservare in
diretta – proprio mentre sta accadendo – cosa succede alla nostra
macchina quando è in imbarazzo, quando è arrabbiata o si sente
impotente, risulta essere un esercizio di importanza capitale! Mentre
passeggiamo, parliamo, guidiamo, prendiamo il caffè… ricordiamoci di
osservare consapevolmente come si muove il nostro corpo. Adagiamo
l’Attenzione su quello splendido apparato che ci è stato messo a
disposizione dalla vita. All’inizio e per un lungo periodo di tempo
basterebbe portare avanti con giusta Disciplina e sufficiente Forza di
Volontà questa attività di osservazione per ottenere risultati
straordinari in termini di risveglio della macchina. Vi assicuro che
funziona, non perché mi rifaccio a una scuola tradizionale o perché me
lo hanno suggerito dei maestri, ma per il semplice motivo che io l’ho
sperimentato sulla mia pelle e ha funzionato… e oggi sono un’anima
immortale, un Figlio del Momento. Io sono la prova vivente che
applicandosi si può ottenere il Risveglio. Ma quanti oggi sono capaci di
addestrarsi tutti i giorni tutto il giorno, come antichi praticanti di
Arti Marziali?
Come si muovono le nostre mani? Qual è l’espressione del volto? Quali
posture assume la macchina per manifestare quell’emozione? I muscoli
della spalle sono contratti? Sentiamo caldo al plesso solare, o nel
volto, o un senso di oppressione al centro del petto? Provate, per
esempio, prima a portare l’Attenzione e poi a rilassare i muscoli del
corpo nel bel mezzo di un’arrabbiatura, a cominciare da quelli del viso.
Questo vi costringerà a essere presenti. Quali muscoli stiamo
contraendo inutilmente mentre facciamo l’amore? Perché teniamo la fronte
aggrottata alla stregua di un ominide primitivo che sta sfruttando
l’ultima occasione possibile per riprodursi? Questo genere di
osservazione dovrebbe rappresentare la prassi nello studio delle Arti
Marziali. Le Arti Marziali, come suggerisce l’espressione stessa,
dovrebbero forgiare guerrieri e guerriere, non solo di nome ma anche di
fatto: individui che governano la loro macchina, sanno vivere nel
Momento e hanno sviluppato un Cuore aperto. Ma so che ciò non accade, se
non in alcune rare scuole tenute da individui che stanno essi stessi
svolgendo un lavoro di Risveglio. Salvatore Brizzi
Re Interiore: L'ATTENZIONE E' LA PORTA D' ORO
Non diventare mai vittima delle aspettative degli altri e non rendere nessuno vittima delle tue...Osho
sabato 20 ottobre 2012
L'ATTENZIONE E' LA PORTA D' ORO
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