Essere solo è la tua natura.
Sei nato solo, solo morirai.
E stai vivendo da solo
senza capirlo,
senza esserne pienamente
consapevole.
Tu fraintendi l'essere solo
con la solitudine; è semplicemente
un fraintendimento.
Tu basti a te stesso: il periodo di
transizione è un po' doloroso e difficile a causa delle vecchie abitudini, ma
non durerà a lungo.
E il modo per renderlo corto,
sopportabile,
è goderti il tuo essere da solo,
sempre di più.
Puoi rendere il tuo essere da solo
sempre più forte.
Così tutto il tuo sforzo deve essere
molto positivo.
Nutri e alimenta il tuo essere solo
con tutto ciò che hai,
riversaci il tuo amore, e sarai sorpreso
di scoprire che tutti quei vuoti
di tristezza e di irritabilità
non verranno più, perché non avrai più
energia per loro e non sarai più disposto
a dare loro il benvenuto.
Infatti, solo una persona che vive
benissimo il suo essere solo
è in grado di entrare in relazione,
perché il suo non è un bisogno.
Quella persona non è un mendicante, non
ti chiede nulla, nemmeno la tua compagnia.
È una persona che dona.
Condivide semplicemente, forte della sua
abbondanza di gioia, di pace, di silenzio,
di beatitudine.
È allora che l'amore ha tutto un altro
aroma, allora è una condivisione.
E se entrambe le persone conoscono la
bellezza dell'essere soli, allora l'amore raggiunge il suo punto più alto, cosa
che molto raramente è stata possibile.
È allora che l'amore giunge fino alle
stelle.
Essere soli non significa che
non puoi avere relazioni.
Significa semplicemente che dovrai
entrare in relazione in una maniera completamente differente, che non crea
sofferenza e tristezza, che non crea conflitti, che non è uno sforzo - diretto
o indiretto - di dominare l'altro,
di renderlo schiavo.
Perché non deriva dalla paura,
è solo vita.
Osho
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