Non so davvero cosa capisca il lettore medio (e nella quasi totalità dei casi anche chi scrive)  quando si imbatte nella parola obice, arrivata agli onori delle cronache con l’invio massiccio di queste armi pesanti al regime nazista ucraino. Si tratta di bocche da fuoco create attorno al 1570  dal padovano Pio Enea I Obizzi da cui prendono il nome, anche se qualcuno vorrebbe farle risalire alle guerre hussite. Si tratta dei pezzi di artiglieria più diffusi perché oltre al tiro diretto come quello dei cannoni ne possono avere anche uno a parabola. Ogni tanto arriva notizia di queste armi distrutte o catturate intatte come i due obici francesi, ma non arriva mai alle cronache il disastro degli obici americani M777 mandati in Ucraina come certi messaggeri di vittoria. Gli americani ne hanno mandato tanti, 108 di cui tuttavia ne funzionano ancora solo 34::  alcuni sono stati distrutti e tutti gli altri sono in riparazione. Questo pare che succeda con parecchie delle armi occidentali, tanto che le officine di riparazione sono diventate uno degli obiettivi principali dell’aviazione russa

L’esercito ucraino si è lamentato della scarsa qualità di queste armi che si rompono dopo poche decine di colpi, benché costino un’esagerazione e hanno bisogno di lunghe e complicate riparazioni. Ma d’altra parte gli Usa non hanno mai avuto reale bisogno di queste armi visto che hanno combattuto guerre asimmetriche dove il dominio del cielo era assicurato e più che sufficiente a garantire la tenuta del terremo e del resto non c’erano grandi formazioni corazzate o postazioni fortificate contro cui dirigere il tiro. In pratica la guerra di Corea è stato l’ultimo conflitto nel quale gli Usa hanno dovuto schierare e usare vere unita complete di artiglieria, anche se poi con un risultato non brillantissimo se alla fine è stato un reggimento turco a salvare i marines dall’accerchiamento grazie a un assalto alla baionetta che i prodi americani si erano rifiutati di condurre. Se a questo si aggiunge l’incredibile corruzione del sistema militar industriale a stelle e strisce ecco che viene fuori che almeno una metà di grandi pezzi di artiglieria deve andare dal meccanico. Questo è un’indizio del fatto che una Nato cresciuta nella convinzione di essere invincibile, cosa che dall’89 in poi è diventata un dogma, difficilmente potrebbe spuntarla con un esercito comparabile e soprattutto con quello russo dove l’artiglieria è al centro delle operazioni e dove non ci sono molte industrie che pagano mazzette perché l’esercito adotti i propri sistemi d’arma.

La superiorità – ma schiacciante – rimane nel campo delle bugie grazie alle quali si può alimentare alimentare i massacri e dunque giustificare di fronte alla moralità degradata e subalterna dell’occidente la guerra per procura: l’incendio del centro commerciale di Kremenchuk, con all’interno oltre mille persone con relativo  intervento del cocainomane capo, è un caso di scuola del cinema ucraino. I video mostrano parcheggi sono assolutamente vuoti e non si capisce come tante persone possano essere all’interno  di un centro commerciale lontanissimo da qualsiasi agglomerato urbano senza mezzi per potersene andare con la spesa. Alcuni filmati mostrano soldati in pieno assetto di guerra con gli zaini in spalla mentre Kremenchuk si trova lontanissimo dal fronte. Ma del resto come arrivare a una qualunque verità se il New Tork Times non ha detto che la Russia era in default perché al 27 giugno non aveva pagato gli interessi sul debito (cosa peraltro io averi fatto comunque visto il furto di 300 miliardi di dollari , che siano  i ladri a pagare) quando invece questi  interessi sono stati pagati il 23 giugno? il giornale si è dimenticato di dire che  il denaro è stato fermato e non è stato trasferito ai destinatari.

Come si vede per quanto siano male architettate le bugie funzionano sempre, non sono come gli obici mal progettati che si scassano ai primo colpi.

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