Ho
riso. Mi sono fatto una bella risata nel vedere la totale assurdità dei
tentativi di illuminarsi. È davvero ridicolo, perché noi siamo nati
illuminati ed è assolutamente assurdo sforzarsi tanto verso qualcosa che
già siamo. Se già hai una cosa non la puoi raggiungere; solo le cose
che non si hanno, quelle che non sono parti intrinseche del nostro
essere, possono essere conseguite. Ma essere illuminati è parte della
nostra natura.
Per vite intere ho lottato, quello è
stato il mio scopo per molte, molte vite. Ho fatto tutto ciò che era
umanamente possibile per realizzare l’illuminazione, ma ho sempre
fallito. Era inevitabile, perché l’illuminazione non può essere una
conquista. È la nostra natura, come può essere conquistata? Non può
essere motivo di ambizione.
La mente è ambiziosa, ambisce il denaro,
il potere, il prestigio. Poi un giorno, quando si stanca di tutte queste
attività estroverse, comincia ad ambire l’illuminazione, la
liberazione, il nirvana e dio. Ma si tratta della stessa ambizione che
ritorna, solo l’oggetto è cambiato. Prima l’oggetto era all’esterno, ora
è all’interno. Ma l’atteggiamento, l’approccio, non è cambiato: tu sei la stessa persona, sullo stesso percorso, con le stesse abitudini.
‘Il giorno in cui mi sono illuminato’
significa semplicemente il giorno in cui ho scoperto che non c’è nulla
da raggiungere, non c’è nessun posto dove andare e non c’è nulla da
fare. Noi siamo divini, siamo già perfetti, così come siamo. Non è
necessario alcun miglioramento, assolutamente nessuno. Dio non ha mai
creato nulla di imperfetto e se anche incontrate un uomo imperfetto,
vedrete che la sua imperfezione è perfetta. Dio non ha mai creato nulla
di imperfetto.
Quando dico “Il giorno in cui ho
conseguito l’illuminazione”, uso un linguaggio improprio, ma non esiste
altra possibilità di espressione, perché il linguaggio è stato creato da
noi. È composto da parole come ‘conseguimento’, ‘traguardo’,
‘miglioramento’, ‘progresso’ ed ‘evoluzione’. Il nostro linguaggio non è
stato creato da persone illuminate; non avrebbero potuto farlo anche se
lo avessero voluto, perché l’illuminazione accade in silenzio. Come si
può tradurre quel silenzio in parole? Qualunque cosa si faccia, le
parole distruggono qualcosa di quel silenzio.
Lao Tzu dice: “Nel momento in cui la
verità viene espressa, diventa falsa.” Non è possibile comunicare la
verità. Si è costretti d usare il linguaggio, non c’è altro modo per
comunicare. Quindi si userà il linguaggio, sapendo che non è adeguato
all’esperienza.
Per cui dico ‘Il giorno in cui ho conseguito l’illuminazione’ ma in realtà non c’è alcun conseguimento, né c’è nulla di mio.
[A questo punto mentre Osho parla viene a mancare la corrente: tutto è buio e silenzio]
Ecco accade così! Dal nulla, all’improvviso il buio, all’improvviso
la luce e non ci puoi fare nulla. Puoi solo osservare.
Quel giorno ho riso per tutti i miei
sforzi stupidi e ridicoli per conseguire l’illuminazione. Ho riso di me e
ho riso dell’intera umanità, perché tutti cercano di raggiungere, di
arrivare, di migliorare.
A me accadde in uno stato di rilassamento totale e accade sempre in questo stato.
Avevo provato di tutto e poi, vedendo
l’inutilità dei miei sforzi, ho abbandonato ogni ricerca... ho lasciato
perdere il mio progetto e me ne sono dimenticato.
Tu mi chiedi, “Qual è stata la prima cosa che hai fatto dopo che ti sei illuminato?”
Ho riso e da allora ho continuato a
ridere. Non vi posso ridere in faccia, mentre vi racconto le
barzellette, altrimenti le rovinerei, ma rido tramite voi.
Un lungo sogno: Osho, qual è stata la prima cosa che hai fatto dop...
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