venerdì 3 agosto 2012

Osho, qual è stata la prima cosa che hai fatto dop...

 

Ho riso. Mi sono fatto una bella risata nel vedere la totale assurdità dei tentativi di illuminarsi. È davvero ridicolo, perché noi siamo nati illuminati ed è assolutamente assurdo sforzarsi tanto verso qualcosa che già siamo. Se già hai una cosa non la puoi raggiungere; solo le cose che non si hanno, quelle che non sono parti intrinseche del nostro essere, possono essere conseguite. Ma essere illuminati è parte della nostra natura.
Per vite intere ho lottato, quello è stato il mio scopo per molte, molte vite. Ho fatto tutto ciò che era umanamente possibile per realizzare l’illuminazione, ma ho sempre fallito. Era inevitabile, perché l’illuminazione non può essere una conquista. È la nostra natura, come può essere conquistata? Non può essere motivo di ambizione.
La mente è ambiziosa, ambisce il denaro, il potere, il prestigio. Poi un giorno, quando si stanca di tutte queste attività estroverse, comincia ad ambire l’illuminazione, la liberazione, il nirvana e dio. Ma si tratta della stessa ambizione che ritorna, solo l’oggetto è cambiato. Prima l’oggetto era all’esterno, ora è all’interno. Ma l’atteggiamento, l’approccio, non è cambiato: tu sei la stessa persona, sullo stesso percorso, con le stesse abitudini.
‘Il giorno in cui mi sono illuminato’ significa semplicemente il giorno in cui ho scoperto che non c’è nulla da raggiungere, non c’è nessun posto dove andare e non c’è nulla da fare. Noi siamo divini, siamo già perfetti, così come siamo. Non è necessario alcun miglioramento, assolutamente nessuno. Dio non ha mai creato nulla di imperfetto e se anche incontrate un uomo imperfetto, vedrete che la sua imperfezione è perfetta. Dio non ha mai creato nulla di imperfetto.
Quando dico “Il giorno in cui ho conseguito l’illuminazione”, uso un linguaggio improprio, ma non esiste altra possibilità di espressione, perché il linguaggio è stato creato da noi. È composto da parole come ‘conseguimento’, ‘traguardo’, ‘miglioramento’, ‘progresso’ ed ‘evoluzione’. Il nostro linguaggio non è stato creato da persone illuminate; non avrebbero potuto farlo anche se lo avessero voluto, perché l’illuminazione accade in silenzio. Come si può tradurre quel silenzio in parole? Qualunque cosa si faccia, le parole distruggono qualcosa di quel silenzio.
Lao Tzu dice: “Nel momento in cui la verità viene espressa, diventa falsa.” Non è possibile comunicare la verità. Si è costretti d usare il linguaggio, non c’è altro modo per comunicare. Quindi si userà il linguaggio, sapendo che non è adeguato all’esperienza.
Per cui dico ‘Il giorno in cui ho conseguito l’illuminazione’ ma in realtà non c’è alcun conseguimento, né c’è nulla di mio.
[A questo punto mentre Osho parla viene a mancare la corrente: tutto è buio e silenzio]
Ecco accade così! Dal nulla, all’improvviso il buio, all’improvviso
la luce e non ci puoi fare nulla. Puoi solo osservare.
Quel giorno ho riso per tutti i miei sforzi stupidi e ridicoli per conseguire l’illuminazione. Ho riso di me e ho riso dell’intera umanità, perché tutti cercano di raggiungere, di arrivare, di migliorare.
A me accadde in uno stato di rilassamento totale e accade sempre in questo stato.
Avevo provato di tutto e poi, vedendo l’inutilità dei miei sforzi, ho abbandonato ogni ricerca... ho lasciato perdere il mio progetto e me ne sono dimenticato.
Tu mi chiedi, “Qual è stata la prima cosa che hai fatto dopo che ti sei illuminato?”
Ho riso e da allora ho continuato a ridere. Non vi posso ridere in faccia, mentre vi racconto le barzellette, altrimenti le rovinerei, ma rido tramite voi.
Un lungo sogno: Osho, qual è stata la prima cosa che hai fatto dop...

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