Non diventare mai vittima delle aspettative degli altri e non rendere nessuno vittima delle tue...Osho
lunedì 31 dicembre 2012
Consapevolezza
"Se c'è un argomento sul quale tutti i Buddha concordano, è questo: l'uomo, così com'è, è addormentato, laddove dovrebbe essere sveglio. Essere svegli è la meta - essere presenti e consapevoli - è il sapore di tutti gli insegnamenti dei Buddha." Osho ti invita a svegliarti... e ti offre le tecniche per farlo. Comprensione e centratura, tensione e rilassamento, mente e meditazione, consapevolezza in azione, esperimenti nell'osservazione... questa ricca antologia ti aiuta a portare consapevolezza nella tua vita di tutti i giorni; per uscire dai sogni chiamati religione, politica, ego, mente, desideri, sofferenza. Un pressante e affascinante invito a vivere nella realtà.
Indice
PREFAZIONE
LA COMPRENSIONE
Degli uomini e dei topi
Le radici della sofferenza
Mondi privati
Consapevolezza ed essere centrati
MOLTE MALATTIE UNA SOLA MEDICINA
L’analista e il testimone
Tensione e rilassamento
Mente e meditazione
La strada e la ruota
CONSAPEVOLEZZA IN AZIONE
Parti dal centro
Sii spontaneo
Sii decisivo
Completa ogni istante
Smetti di cercare di essere buono
ESPERIMENTI NELL’OSSERVAZIONE
Misurati nell’eterno
Il tocco invisibile
La meditazione vipassana
Il mutamento notturno
LE MEDITAZIONI ATTIVE DI OSHO
OSHO Meditazione Dinamica
OSHO Meditazione Kundalini
Meditazione No-Mind
Gibberish!
POSTFAZIONE
Sospeso a un filo
Nella prefazione:
Come prima cosa, devi far penetrare in profondità nel tuo cuore l’idea che stai dormendo, che sei addormentato, che sei assolutamente addormentato. Tu sogni in continuazione; a volte sogni a occhi aperti e altre volte a occhi chiusi, ma sogni sempre e comunque: tu sei un sogno. Non sei ancora una realtà.
Il silenzio è lo spazio in cui ci si sveglia, e la mente rumorosa è lo spazio in cui si resta addormentati. Se la tua mente continua a chiacchierare, sei addormentato…
Nel capitolo: Degli uomini e dei topi
L’uomo è una macchina altamente sofisticata, i topi sono macchine semplici. È più facile studiare i topi, ecco perché gli psicologi continuano a studiarli. Studiano i topi e traggono conclusioni sull’uomo, e le loro conclusioni sono pressoché giuste.
Come mai Adamo ed Eva furono cacciati dal paradiso? Furono cacciati perché avevano mangiato il frutto della conoscenza. Furono cacciati perché a quel punto avevano una mente, e avevano perso la propria consapevolezza.
Tu vivi rannicchiato in un angolino minuscolo: la piccola mente conscia… è come se qualcuno possedesse un palazzo, ma si è completamente dimenticato di averlo e vive sotto il porticato… credendo di non avere altro!
Più diventi un osservatore, più la fretta diminuisce. Diventi più gentile, più aggraziato. Osservando, la tua mente bisbetica chiacchiera meno: l’energia che si manifestava in chiacchiere ora si trasforma, diventa osservazione… è la stessa energia!
Gli sforzi parziali non servono. Non puoi agire solo un pochino, non puoi essere tiepido… non servirà: l’acqua tiepida non può evaporare; e gli sforzi tiepidi, fatti per essere all’erta, sono destinati a fallire. La trasformazione avviene solo quando impieghi tutta la tua energia.
Nel capitolo: Le radici della sofferenza
Continuiamo a contraddirci a ogni istante. L’azione va in una direzione, il pensiero in un’altra e il sentire in un’altra ancora. Continuiamo a smembrarci e diventiamo sempre più frammentati. E questo è infelicità: muovendoci così perdiamo qualsiasi integrità, qualsiasi unità.
Tutte le religioni sono contrarie alle droghe, perché a loro volta operano nello stesso mercato; si oppongono alla concorrenza! Se si impedisce alla gente di drogarsi, inevitabilmente cadrà nelle trappole dei preti. È un modo per monopolizzare il mercato: in quel caso, l’unico oppio che resta sul mercato è la religione, tutto il resto viene reso illegale.
Non è affatto necessario adattarsi alla sofferenza: è possibile esserne totalmente liberi. Ma in quel caso il sentiero è un po’ impervio, è una sfida.
Il primo passo sul percorso della consapevolezza è essere presenti, osservare con attenzione il proprio corpo. E man mano che se ne diventa consapevoli, inizia ad accadere un miracolo: molte cose che in precedenza si aveva l’abitudine di fare, scompaiono semplicemente dal proprio comportamento. Il tuo corpo diventa più rilassato, più armonioso, perfino nel tuo corpo si diffonde una pace profonda, in lui inizia a pulsare una musica sottile.
Nel momento in cui diventi consapevole dei tuoi pensieri, rimarrai sorpreso di ciò che continua a scorrere dentro di te. Se ti mettessi a scrivere tutto ciò che si agita in te, in qualsiasi momento della tua vita, non ci crederesti: “È davvero questo ciò che si muove dentro di me?” Prova a farlo per dieci minuti.
Nel capitolo: Mondi privati
Che cosa hai fatto nel tuo passato? Riesci a ricordarlo con precisione? Perché hai agito così? Eri consapevole nel momento in cui qualcosa accadeva?
In origine, la parola “peccato” aveva il significato di “mancanza”. Non voleva dire “fare qualcosa di sbagliato”; significava semplicemente “essere assente”, mancare: è questo il solo peccato.
Non puoi perderti nell’amore, se sei consapevole; e il perdersi nell’amore sarà un peccato. Puoi amare, ma non significherà perdersi, bensì esserci, essere presenti e consapevoli. Con la consapevolezza, è impossibile: in questo caso ti elevi nell’amore. Ed elevarsi in amore è un fenomeno totalmente diverso dal perdersi nell’amore. Perdersi nell’amore significa entrare in uno stato di sogno, onirico.
L’amore deve rendere l’amato sempre più libero, l’amore deve spingerti a volare, ti aprirà cieli sconfinati; non può diventare una prigione, una chiusura. Ma quell’amore tu non lo conosci, perché accade solo quando sei consapevole.
I preti hanno avuto un gran successo perché hanno trasformato la libertà in una prigione, la verità in una serie di dogmi: hanno trasferito tutto dal piano della consapevolezza a quello del sonno.
Puoi essere nel presente, ma non puoi pensare; per pensare occorre spazio. I pensieri hanno bisogno di spazio, proprio come le cose, ricordalo. I pensieri sono cose sottili, ma sono materiali; non sono spirituali, poiché la dimensione spirituale inizia solo quando non ci sono più pensieri.
Consapevolezza significa essere così totalmente nel momento che non c’è più alcun movimento verso il passato né verso il futuro: ogni movimento si arresta.
Se ti sposti da un pensiero a un altro resti nel mondo del tempo. Se ti sposti nel momento, non nel pensiero, ti muovi nell’eternità; non sei statico – non c’è nulla di statico a questo mondo, nulla può essere statico – esiste un nuovo movimento, un movimento privo di motivazioni.
Questo mondo che vedi intorno a te non è reale. Non dico che non esiste. Esiste, ma lo vedi attraverso una patina di sogno, di inconsapevolezza. Lo guardi e lo interpreti a modo tuo; sei come ubriaco.
Aristotele ha soggiogato tutte le università e tutte le scuole del mondo. Ora in qualsiasi luogo tu vada ti verrà insegnata la logica, non il mistero.
Gli occhi sono come finestre, non possono vedere a meno che non ci sia tu a vedere attraverso di esse. Come può una finestra vedere? È necessario che tu sia alla finestra. Altrimenti come sarebbe possibile?
Il controllo è un misero surrogato della consapevolezza, non è di grande aiuto. Se sei consapevole, non hai bisogno di controllare la rabbia, nella consapevolezza non sorge mai rabbia alcuna. Le due cose non possono assolutamente coesistere.
Le azioni non significano nulla. Le azioni non hanno importanza. Tu, la tua consapevolezza, il tuo essere cosciente, attento, presente, ecco ciò che ha importanza. Quello che fai non è essenziale.
Se sei addormentato vivi chiuso nei tuoi pensieri, concetti, sogni, desideri. E ogni volta che incontri qualcun altro, avviene uno scontro di due mondi; due mondi in collisione, ecco come vanno le cose. Osserva!
I sogni sono privati, la verità non è privata. Tutto ciò che è privato, ricorda, appartiene inevitabilmente al mondo dei sogni. La verità è un cielo aperto, è per tutti, è una sola.
Nel capitolo: Consapevolezza ed essere centrati
La consapevolezza è l’elemento che ti rende padrone, e con ciò non intendo qualcuno che domina e controlla. Parlando di un padrone, intendo una presenza, una perenne presenza. Qualsiasi cosa fai, o non fai, una cosa deve essere continuamente presente nella tua consapevolezza, il fatto che tu sei.
L’ego è una falsa sensazione del sé. Senza avere alcun sé continui a credere di averne uno: quello è l’ego.
È difficile essere consapevole anche solo per un istante; la mente balza via continuamente. Ma non è impossibile. È arduo, è difficile, ma non impossibile.
La consapevolezza è la tecnica per centrarsi, per conseguire il fuoco interiore. Esiste ed è nascosto: può essere scoperto.
I tuoi fallimenti ti saranno molto utili. Ti mostreranno quanto sei inconsapevole. E se anche riuscirai a diventare consapevole del fatto che sei inconsapevole, avrai già conseguito un po’ di consapevolezza. Se un pazzo diventa consapevole di essere matto, è sulla strada per rinsavire!
Nel capitolo: L’analista e il testimone
Il passato non c’è più, quindi come puoi correggerlo? Tu vorresti rifare il passato, ma com’è possibile? Il passato è assoluto… passato significa che tutte quelle potenzialità sono svanite, non si sono realizzate. Ora non c’è più alcuna potenzialità da raggiungere, nulla che lo possa modificare; con il passato qualsiasi agire è assurdo.
Futuro indica qualcosa che non esiste ancora, quindi è impossibile stabilirlo, il futuro resta indeterminato. Il futuro rimane sempre aperto. Si tratta di pura potenzialità! Fino a quando non si attualizza non puoi esserne certo. Il passato invece è ciò che si è attuato – è accaduto – per cui non c’è più niente che tu possa fare in proposito. L’uomo vive nel presente, tra questi due fenomeni: sognando in continuazione l’impossibile.
L’Oriente parte da una prospettiva radicalmente diversa. Innanzitutto afferma che nessun problema è serio, e nel momento in cui sostieni questo, vedrai scomparire il novantanove per cento dei problemi: la tua vita cambia in modo radicale.
L’Oriente afferma una seconda cosa: il problema esiste perché tu sei identificato con il problema stesso. Non ha niente a che fare con il passato, niente a che vedere con la tua storia: tu sei identificato, questo è il vero problema. Ed è anche la chiave per risolvere tutti i problemi.
Il passato e i suoi condizionamenti esistono, ma esistono solo nella tua mente o nel tuo corpo, la consapevolezza non ne porta traccia, poiché non può essere condizionata. La consapevolezza resta sempre libera! La libertà è la sua qualità intrinseca, la libertà è la sua natura.
L’intera metodologia orientale può essere ridotta a una parola: essere un testimone. E l’intera metodologia occidentale può essere ridotta a un solo fenomeno: l’analisi. Analizzando continui a ruotare intorno alle cose. Viceversa, se sei un testimone, esci semplicemente da questo circolo vizioso.
L’analisi rimane sempre monca, in realtà non può aiutare nessuno. Ti aiuta ad avere qualche intuizione sui tuoi problemi, su come sono nati, e questa piccola comprensione intellettuale ti permette di integrarti meglio nella società, ma tu rimani lo stesso di sempre. Attraverso l’analisi non avviene alcuna trasformazione, non avviene alcun cambiamento radicale.
Essere un testimone non cambierà i tuoi condizionamenti, né interverrà sulla tua corazza muscolare… ma questa consapevolezza ti porterà a sperimentare che tu sei al di là del tuo tessuto muscolare, oltre tutti i condizionamenti. In quel momento di trascendenza, in quel momento di assoluta trascendenza, non esiste alcun problema, non per te.
Se un giorno ti senti solo e vuoi qualche problema, puoi crearne quanti ne vuoi. Se ti senti troppo triste senza infelicità, senza miserie, puoi crearti tutti i problemi che vuoi. Saranno sempre a tua disposizione, ma non devi tirarli fuori per forza, non sarà necessario. Dipende solo da te!
Nel momento in cui hai un centro, avrai una distanza da te stesso, avrai una distanza dalla tua periferia. Qualcuno può maltrattare la periferia, non te. Tu puoi restare lontano, distaccato: tra te e te stesso esiste una distanza.
Solo quando agisci partendo dal centro la tua azione è totale. E quando la tua azione è totale, ha una bellezza sua propria. Quando l’azione è totale, accade momento per momento. Quando è totale, non scatena alcun ricordo, non occorre; solo quando la tua azione è parziale, resta qualcosa di sospeso.
Se durante il giorno qualcosa resta in sospeso, se non viene completata, la sognerai durante la notte, poiché la mente ha la tendenza a concludere qualsiasi cosa. Nel momento in cui qualcosa è concluso, la mente ne è sgravata. Se non concludi qualcosa, la mente è in pratica costretta a rimuginarla continuamente.
Se non giudichi, è impossibile pensare. Se non giudichi, puoi restare semplicemente consapevole di qualcosa, ma non puoi pensare.
Pensare significa introdurre il tuo passato nel presente. Essere testimone significa assenza di qualsiasi passato, esiste solo il presente, incontaminato da qualsiasi passato.
Il linguaggio è una barriera, è necessario per comunicare con gli altri; non occorre per comunicare con se stessi. È uno strumento utile; o meglio, è lo strumento più utile, il solo che ha permesso all’uomo di creare una società e un mondo; ma a causa del linguaggio l’uomo ha dimenticato se stesso.
Così come non puoi essere vivo e morto al tempo stesso, così come non puoi essere sia sveglio sia addormentato, non puoi pensare ed essere al tempo stesso un testimone. Sii un testimone, osserva in modo imparziale qualsiasi cosa, e il pensare si arresterà. Se subentra il pensare, l’essere testimone scomparirà.
Nel capitolo: Tensione e rilassamento
Che cos’è la tua tensione? È la tua identificazione con ogni sorta di pensieri, di paure: la morte, la bancarotta, il dollaro che precipita… nella tua vita è presente ogni sorta di paura. Queste sono le tue tensioni ed esse intaccano anche il tuo corpo.
Rilassati semplicemente… lascia cadere ogni tensione… e man mano che ti rilasserai, ti stupirà veder sorgere in te una particolare consapevolezza. Le due cose sono inseparabili. Ma iniziare dalla consapevolezza è più facile; iniziare dal rilassamento è un po’ più difficile, poiché perfino lo sforzo di rilassarsi crea una certa tensione.
Esistono dunque due tipi di tensioni: quelle del corpo e quelle della mente; entrambe devono essere rilasciate, prima che tu possa iniziare il rilassamento che ti porterà alla consapevolezza. Tuttavia, iniziare dalla consapevolezza è molto più facile, e in particolare per coloro che sono in grado di comprendere il processo della consapevolezza è una cosa semplicissima.
Seduto su un autobus o in un treno, quando non hai nulla da fare, chiudi semplicemente gli occhi: ciò risparmierà gli occhi dall’affaticamento di guardare all’esterno, e ti darà il tempo necessario per guardare te stesso.
Nel capitolo: Mente e meditazione
Il sonno profondo e la meditazione hanno qualcosa che li accomuna e qualcosa che li distingue. La cosa simile è che in entrambi il pensiero scompare; la cosa diversa è che nel sonno profondo la consapevolezza scompare, in meditazione resta.
Meditazione significa restare rilassati come lo si è nel sonno profondo, eppure presenti e attenti. Conserva la tua consapevolezza e lascia che i pensieri scompaiano, senza però perdere mai la tua consapevolezza. Non è difficile, semplicemente non ci abbiamo mai provato, tutto qui.
La meditazione è parte del tuo organismo. Devi solo creare uno spazio in cui possa funzionare, devi solo darle un’opportunità.
La mente è solo un processo. Di fatto, non esiste; solo i pensieri esistono, pensieri che scorrono così veloci da farti pensare e sentire che esiste un continuum.
Esistono i pensieri, non una mente; così come esistono gli elettroni, ma non esiste la materia. I pensieri sono gli elettroni della mente.
Quando guardi in profondità nella mente, scompare. Rimarranno i pensieri, ma quando la mente se ne sarà andata, potrai vedere che i pensieri non sono tuoi. Senza radice alcuna, senza casa, vagano semplicemente: a volte si riposano in te, ecco tutto; come fossero nuvole che si riposano adagiate su una collina. Ma poi se ne andranno, non occorre che tu faccia nulla: se ti limiti a osservare, consegui un controllo.
La mente è l’assenza della tua presenza. Quando siedi in silenzio, quando guardi in profondità nella mente, essa scompare, semplicemente. Rimarranno i pensieri, essi sono esistenziali, ma la mente non potrà essere trovata.
Da un certo punto di vista, la mente è simile a un’onda, è un disturbo. Quando l’oceano è calmo, quieto, indisturbato, le onde non sono presenti. Quando l’oceano è disturbato e mosso da un vento forte e travolgente, si sollevano cavalloni giganteschi e l’intera superficie precipita nel caos.
L’intera scienza della meditazione non è altro che un processo di centratura, è viaggiare verso il centro, mettere radici lì, dimorare all’interno. E, da lì, l’intera prospettiva cambia.
La mente è simile alla polvere che un viaggiatore raccoglie sui propri abiti. E tu hai viaggiato e viaggiato per milioni di vite, senza mai farti un bagno.
Sei nato in una certa famiglia, ma questo non sei tu: ti è accaduto, è un evento estraneo a te. Certo, qualcuno ti ha dato un nome, ha una sua utilità, ma quel nome non sei tu. Certo, hai una forma, ma quella forma non sei tu. La forma è solo la dimora in cui ti accade di esistere. La forma non è altro che il corpo in cui ti è accaduto di trovarti.
Continua a tagliare via tutte le identità che non sei: la famiglia, il corpo, la mente. In quel vuoto, quando tutto ciò che non eri tu è stato eliminato, all’improvviso ecco che affiora il tuo essere. Per la prima volta sei di fronte a te stesso, e quell’incontro diventa il controllo, la padronanza.
Non si può fermare il pensiero… non che sia impossibile un arresto, ma non lo si può fermare. Si arresta spontaneamente. Questa distinzione va compresa, altrimenti si può impazzire, inseguendo la propria mente.
La mente è uno dei meccanismi più belli. La scienza non è ancora riuscita a creare nulla di altrettanto perfetto; la mente resta ancora un capolavoro, in tutta la sua complessità e con tutto il suo potere sconvolgente, ricca di potenzialità infinite. Osservala! Godine!
Quando passa un pensiero, lo osservi; quando passa un intervallo, lo osservi. Sia le nuvole sia lo splendore del Sole sono stupendi… adesso non scegli più, non hai una mente fissata.
L’uomo moderno ha molta fretta. Vuole metodi istantanei per arrestare la mente. Ecco perché le droghe attraggono tanto: usando sostanze chimiche, droghe, puoi forzare la mente ad arrestarsi, ma saresti ancora una volta violento: questa metodologia non va bene, è distruttiva. In questo modo non diventerai mai padrone della tua mente.
I corpi sono separati, le menti si sovrappongono e le anime sono un’unica entità: nessuno di noi ha un’anima distinta e diversa da tutti gli altri. Nel nostro centro più intimo noi ci incontriamo e siamo un’unità. Ecco che cos’è Dio: il punto d’incontro del Tutto.
Anche se nella tua mente scorrono pensieri immorali, pensieri ritenuti immorali, lasciali scorrere; non c’è nulla di male. Tu resta distaccato e non ti faranno alcun male. Si tratta di finzioni, stai semplicemente vedendo un film interiore.
Nel capitolo: La strada e la ruota
Se ti attacchi al passato e pensi che sia un tesoro, di certo la tua mente vorrà viverlo e riviverlo in futuro. Il tuo futuro non può essere altro che il tuo passato modificato, un po’ più raffinato, un po’ più abbellito.
Hai vissuto molte volte: tu sei molto, molto antico; non sei nuovo su questa Terra, sei più vecchio della Terra stessa, perché hai vissuto anche su altri pianeti. Tu sei vecchio come l’esistenza: non può essere diversamente, poiché tu ne sei parte. Tu sei antichissimo eppure stai ripetendo ancora e di nuovo, sempre e comunque lo stesso comportamento. Ecco perché gli hindu la chiamano la ruota della vita e della morte. È una ruota perché continua a ripetere se stessa.
Ogni azione si autoriproduce, ogni pensiero si autoperpetua. Quando collabori con lui, gli dai energia. Prima o poi diventerà un’abitudine. Ti comporterai in un certo modo, ma non ne sarai l’agente; agirai solo per forza d’abitudine.
Ti senti bene, ti senti male: questi sentimenti ribollono in te e affiorano nella tua stessa inconsapevolezza, nascono dal tuo stesso passato. Nessuno ne è responsabile, se non tu. Nessuno ti può fare arrabbiare e nessuno ti può fare felice.
Se continui a scaricare la responsabilità su qualcun altro, ricordati che rimarrai sempre uno schiavo perché nessuno può cambiare l’altro. Come potresti? Qualcuno ha mai cambiato un altro essere umano?
Hai bisogno di spazio, il passato è molto ingombrante dentro di te, è un discarica di cose morte. Non c’è posto per far entrare il presente. Quella discarica continua a sognare rispetto al futuro, per cui metà dello spazio è riempita con quello che non c’è più e l’altra metà è riempita da quello che non c’è ancora. E il presente? Semplicemente sta aspettando fuori dalla porta.
Ogni volta che condanni, la mente cerca di nascondere quelle cose. È così che si creano il conscio e l’inconscio. Altrimenti la mente sarebbe un’unità; non ci sarebbe bisogno di alcuna divisione. Ma tu condanni, per cui la mente deve fare divisioni e mettere le cose al buio, in cantina, così non le puoi vedere.
Nel capitolo: Parti dal centro
Quando si parla di ‘mente silenziosa’, si dice un’assurdità senza senso. Una mente non può mai essere silenziosa; l’essere stesso della mente è contro il silenzio: la mente è suono, non silenzio. Se una persona è veramente silenziosa, si deve dire che è una nonmente.
Quando la mente non esiste più, quando l’essere è totalmente in silenzio, il corpo segue come un’ombra e assume una postura particolare, la più rilassata possibile, la più passiva; ma non si può procedere nell’altro senso. Non puoi assumere prima una postura e poi far sì che il silenzio segua.
Se non sai stare in silenzio, se non sai stare seduto in silenzio o se non sai stare in meditazione profonda, qualsiasi cosa tu faccia è una reazione, non un’azione. Tu reagisci sempre. Qualcuno ti insulta, preme un interruttore e tu reagisci.
Quando qualcuno ti insulta, tu devi ricevere, devi accettare ciò che ti dice, soltanto così puoi reagire. Ma se non l’accetti, se rimani semplicemente distaccato, se prendi le tue distanze, se rimani inalterato, che cosa può fare colui che ti ha insultato?
L’osservazione dovrebbe condurti all’azione, un’azione di un genere nuovo. L’osservazione conferisce all’azione una qualità nuova. Osservi, sei completamente calmo e silenzioso. Vedi qual è la situazione e da questa osservazione scaturisce la tua risposta. L’uomo che ha consapevolezza risponde, è responsabile, letteralmente!
L’uomo inconsapevole funziona come una macchina fotografica, come una pellicola fotografica. La mente che osserva, la mente che medita, funziona come uno specchio. Non trattiene le immagini, rimane completamente vuota, sempre vuota. Quindi, qualsiasi cosa si presenti davanti allo specchio, viene riflessa.
Nel capitolo: Sii spontaneo
L’uomo colto è l’uomo più cieco che esista al mondo! Poiché funziona partendo dalla propria cultura, non vede qual è la realtà. Continua a funzionare in modo meccanico. Ciò che ha imparato, è diventato in lui un meccanismo pronto all’uso… la sua azione scaturisce sempre dal passato.
Nel capitolo: Sii decisivo
La mente per propria natura oscilla tra due poli opposti. Se non ti allontani dalla mente e non diventi un testimone di tutti i suoi giochi, non riuscirai mai a prendere delle decisioni.
Diventa consapevole della natura della mente: dei suoi lati luminosi e dei suoi lati oscuri, del suo diritto e del suo rovescio. Qualunque sia il polo verso il quale pende, siine consapevole. Dalla consapevolezza sorgeranno due certezze: la prima è che tu non sei la mente e la seconda è che, nella consapevolezza, trovi la capacità di decidere, cosa che la tua mente non avrà mai.
Nel capitolo: Completa ogni istante
Ricorda sempre di rendere ogni istante qualcosa di completo. Vivi ogni istante come se non dovesse sorgere mai più un altro momento; solo in questo caso completerai ogni cosa. Sii consapevole che la morte può accadere in qualsiasi momento: questo potrebbe essere l’ultimo istante della tua vita.
Noi rimandiamo sempre. Quel rinvio diventa un dialogo interno, un monologo interiore. Non rimandare mai: vivi nel quieora; e più vivrai nel presente, meno avrai bisogno di tanto lavorio mentale, di questo continuo pensare.
Continui a pensare di poter afferrare in un futuro imprecisato tutto ciò che ti sei lasciato sfuggire. Non ci riuscirai mai! Questa perenne tensione tra passato e futuro, questo continuo lasciarsi sfuggire il presente, genera il brusio interiore.
Nel capitolo: Smetti di cercare di essere buono
Come puoi essere virtuoso, se sei inconsapevole? Dietro alla tua virtù sarà rintanato un ego enorme, smisurato… è inevitabile! Perfino la tua santità, se praticata, anche se coltivata con grande sforzo e fatica, è futile; infatti non ti porterà alcuna semplicità, non ti darà alcuna umiltà.
Io non insegno alcuna moralità, non insegno la virtù, perché so che, senza consapevolezza non sono altro che pretese, ipocrisie, cose che ti rendono falso; non ti liberano, non possono: al contrario, ti imprigionano.
La consapevolezza è l’elemento reale, il carattere è una falsa entità: è necessario a coloro che non hanno alcuna consapevolezza. Se possiedi la vista, non hai bisogno del bastone per trovare la strada, non ti muovi a tentoni. Se puoi vedere, non chiedi agli altri: “Dov’è la porta?”
Il carattere implica avere risposte prefissate per tutti gli interrogativi della vita, per cui, qualsiasi situazione si presenti, tu rispondi in base a uno schema prefissato. Ma se rispondi così, la tua non sarà mai una vera risposta: ti limiterai a reagire.
Nei testi sacri buddisti vengono contemplate trentatremila regole. E un uomo astuto a sufficienza per ricordarle, sarà abbastanza furbo per trovare sempre una soluzione; se non vuole fare qualcosa, troverà sempre il modo per non farla, come pure per fare ciò che vuole!
Nel momento in cui una persona vede i propri errori, in lei sedimenta un cambiamento radicale. Ecco perché tutti i buddha nel corso dei secoli hanno sempre insegnato un’unica cosa: la consapevolezza. Nessuno insegna il carattere, il carattere è insegnato solo dai preti e dai politici, mai dai buddha. I buddha ti insegnano la consapevolezza, non la coscienza.
Quando introduci una luce nella tua stanza, non devi spingerne fuori l’oscurità. La presenza della luce è sufficiente poiché l’oscurità non è altro che assenza di luce. La stessa cosa è vera per ogni follia e insensatezza dell’uomo.
L’uomo buono può trasformarsi facilmente in un uomo cattivo, non è previsto alcuno sforzo, poiché tutte quelle cattive qualità sono presenti in lui, sono semplicemente assopite, represse con sforzo. Se elimini lo sforzo, immediatamente irromperanno nella sua vita.
Toccando la soglia della consapevolezza assoluta, il problema della scelta non si pone: tu fai semplicemente qualsiasi cosa sia buona. La fai con innocenza, come fosse un’ombra che ti segue, senza sforzo alcuno. Se corri, l’ombra corre; se ti fermi, si ferma, ma da parte sua non c’è alcuno sforzo.
Nella postfazione:
Vuoi sapere come fare a diventare più consapevole? Diventa sempre più consapevole della precarietà della vita. La morte può accadere in qualsiasi istante: tra un attimo potrebbe bussare alla tua porta.
Al centro, tu sei già un buddha, un essere che è giunto a casa. Alla periferia, sei nel mondo: nella mente, nei sogni, nei desideri, nelle ansie, in mille e una dinamica. E tu sei entrambe le realtà.
Un uomo consapevole si muove dalla periferia verso il centro, dal centro verso la periferia. Non si fissa da nessuna parte. Dalla piazza del mercato al monastero, dall’essere estroverso all’essere introverso, egli continua a muoversi perché queste sono le sue ali, non sono una contro l’altra.
Ogni giorno, se vuoi essere equilibrato, devi bilanciare l’esterno e l’interno. Dovrebbero avere lo stesso peso, in questo modo non sarai mai sbilenco dentro di te. Ecco il significato del detto Zen: “Cammina nel fiume, ma non permettere all’acqua di toccarti i piedi”.
Nota al lettore: alcuni dei brani presenti nel libro sono già stati pubblicati in italiano da altre Case editrici, che ringraziamo per la gentile concessione a riprodurli. La decisione di pubblicare una serie di opere in forma tematica è nata per corrispondere alle molte richieste in questo senso dei lettori, ma soprattutto dalla necessità di offrire alcuni approfondimenti alla visione di Osho, fondamentali per un risveglio della consapevolezza, potenzialità umana cui Osho ha dedicato tutta la sua esistenza.
Osho.
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venerdì 28 dicembre 2012
OSHO; BALZO QUANTICO
BALZO QUANTICO: "Il genere umano si sta avvicinando a un punto assolutamente unico, da cui sarà possibile fare un balzo quantico. Per seco-li la consapevolezza umana non è cambiata, è rimasta sempre identica a se stessa. Pochissimi esseri umani hanno spiccato il balzo oltre la condizione umana, aprendo la strada agli altri. A poco a poco, lentamente... il lavoro è stato lento, lungo e faticoso; da più di diecimila anni i ricercatori hanno provato ad aprire un varco, tentando di creare un punto di rottura, non per i singoli individui, ma per la consapevolezza umana in generale, affinché tutti possano fare un balzo quantico."
RILASSATI: "Rilassati nel tuo essere, sei desiderato dal Tutto. Ecco perché il Tutto continua a respirare in te, a pulsare in te. Quando comincerai a senti-re questo rispetto incredibile e l'amore e la fiducia che il Tutto ripone in te, le radici cominceranno a crescere nel tuo essere. Comincerai ad aver fiducia in te stesso. E solo allora potrai aver fiducia in me. Non si tratta di avere fiducia in questo o in quello; semplicemente si ha fiducia. Nient'altro è necessario; tutto il resto segue spontaneamente."
L'INFELICITÀ: "L'infelicità è una conseguenza, e così la beatitudine. L'infelicità è una conseguenza dell'essere addormentato, la beatitudine è una conseguenza dell'essere sveglio.
Per questo non puoi cercare diretta-mente la beatitudine, e coloro che ricercano la beatitudine direttamente falliranno."
LIBERTÀ: "Esiste una fragranza del tuo essere interiore, che è migliore del profumo di sandalo o del gelsomino. La sua bellezza è la sua assoluta libertà; può opporsi al vento. L'uomo davvero virtuoso vive in libertà; non segue né comandamenti né scritture, non segue altro che la sua luce interiore. Egli vive secondo il suo cuore: è un ribelle. Io sono qui per renderti consapevole della tua libertà."
RESPONSABILITÀ: "La parola responsabilità è stata sempre usata nel modo sbagliato. Dà una sensazione di peso: è una cosa che devi fare, un do-vere; se non ti comporti con responsabilità, ti sentirai in colpa. Ma io vorrei ricordarti che la parola 'responsabilità' non ha nessuna di queste con-notazioni. Spezzala in due – responsabilità – e otterrai tutt'altra prospetti-va, un significato completamente di-verso. Responsabilità non è un peso, né un dovere. Non è qualcosa che devi fare contro la tua volontà. Responsabilità indica semplicemente la riposta spontanea. Qualsiasi situazione si presenti, tu vi rispondi con gioia, con tutta la tua totalità e intensità. E questa risposta non cambierà solo la situazione, ma anche te stesso."
FIDUCIA: "La fiducia è un mistero: questa è la prima cosa che si deve capi-re della fiducia. Per cui non la si può spiegare. E la forma più elevata di amo-re, è l'essenza stessa dell'amore. L'amore in sé è già un mistero, è qualcosa di indefinibile, ma l'amore è simile a una circonferenza e la fiducia ne è il centro, l'anima. L'amore è un tempio e la fiducia ne è il tabernacolo, là dove dimora dio."
CONSAPEVOLEZZA: "Tutto ciò che fai, partendo da uno spazio di consapevolezza, è giusto. E tutto ciò che fai inconsciamente è sbagliato. Per me l'azione in sé non è giusta o sbagliata; dipende da te, dalla tua consapevolezza, dalla qualità di consapevolezza che por-ti nell'azione: a quel punto ogni cosa acquista una diversa prospettiva. La consapevolezza è l'unica magia che esista."
PER UN ISTANTE: "Solo per un istante, guarda attraverso i miei occhi. Per un istante, senti attraverso il mio cuore. Lascia che i battiti del tuo cuore siano in armonia con i miei. Per un istante, respira con me. Per un istante sparisci, per un istante non pensare, per un istante dimenticati di chi sei. Solo allora potrai capire. Vedere è capire; non è una questione di pensiero."
INFERNO E PARADISO: "Inferno e paradiso sono dentro di te. Le soglie sono molto vicine: con la mano destra puoi aprirne una e con la sinistra l'al-tra. Basta un semplice cambiamento nel-la tua mente, e il tuoessere è trasformato: dal paradiso all'inferno e dall'inferno al paradiso. Questo accade da sempre. Qual è il segreto? Il segreto è questo: ogni volta sei inconsapevole e agisci inconsapevolmente, sei all'inferno; ogni volta che sei consapevole e agisci in piena consapevolezza, sei in paradiso. Se questa consapevolezza diventa tanto integra e solida da non poter più essere persa, per te non esiste più alcun inferno."
IL FUTURO: "E tu mi hai chiesto come vedo il futuro? Il futuro è roseo, perché il presente è roseo. Io non penso al futuro, il presente è più che sufficiente. Ma se il presente è così bello; il futuro sarà di gran lungamigliore, per-ché sorgerà da questo presente. Quel futuro conterrà questo presente. Non abbiamo bisogno di preoccuparci del futuro, di fare profezie o di dire una sola parola su di esso. Dobbiamo esse-re felici e gioiosi in questo momento, e il momento successivo sarà una conseguenza di questo. Sarà permeato della celebrazione di questo momento e, naturalmente, ti condurrà a una maggio-re celebrazione."
L'AMORE: "L'amore comincia dall'amore di sé. non essere egoista, ma ama te stesso, senza restarne ossessionato o diventare un Narciso: sono due cose diverse. L'amore per sé è un fenomeno fondamentale. Solo allora puoi amare qualcun altro. Accettati e amati: sei una creazione di dio. Accetta, ama e celebra ciò che sei, e in quella celebrazione comincerai a vedere l'unicità e l'incomparabile bellezza degli altri. L'amore è possibilesolo quando esiste una pro-fonda accettazione di se stessi, dell'altro e del mondo. L'accettazione crea l'ambiente in cui l'amore cresce, il terreno su cui fiorisce."
UNICITÀ: "Ogni essere umano è unico, il problema della superiorità o inferiorità non esiste. Non sto dicendo che tutti sono uguali, come fanno i comunisti. Nessuno è superiore o inferiore, ma nessuno è nemmeno uguale. La gente è semplicemente unica e incomparabile. Tu sei tu e io sono io. Io devo contribuire con il mio potenziale alla vita, tu con il tuo. Io devo scoprire il mio essere, tu il tuo."
IL LAVORO: "La cosa migliore è poter trasformare il proprio lavoro in meditazione. Così la meditazione non entrerà mai in conflitto con la tua vita: qualsiasi cosa fai, può diventare meditativa. La meditazione non sarà più qual-cosa di distinto, sarà parte della vita; diventerà come il respiro: come inspiri ed espiri, così mediti. E non si tratta che di spostare l'accento; non c'è molto da fare. Tutto ciò che hai sempre fatto senza attenzione, comincia a farlo con attenzione. Poiché il tuo lavoro lo devi fa-re comunque, che ti piaccia o no, è sufficiente che tu vi introduca un po' d'amore per poter raccogliere quei frutti che altrimenti non vedrai mai."
EDUCAZIONE: "La parola 'educazione' è molto bella. Significa "estrarre qualcosa": portare alla luce ciò che è dentro di te. In realtà, non dovremmo usarla per l'educazione comune. E sbagliato usare una parola bella come 'educazione' per questo sistema marcio di scuole, college e università. Non è educazione nemmeno in senso letterale, perché invece di portare fuori ciò che sta dentro, forza dentro di te un'infinità di cose. Eun'imposizione. La vera educazione è come estrarre acqua da un pozzo, non versarci qualcosa dentro. La vera educazione è far emergere il tuo essere affinché la tua luminosità interiore cominci a filtrare dal tuo corpo, attraverso il tuo comportamento."
DIRITTO NATURALE: "Voglio semplicemente dirti che la meditazione è un tuo diritto naturale. E lì, in attesa che ti rilassi un po', in modo che possa can-tare la sua canzone e trasformarsi in danza. Il fiore c'è, ma sei così preoccupato da altre cose che non riesci a vederlo. Già conosci la meditazione: quando sei nato, nel momento in cui sei diventato una fiamma di vita, nell'istante in cui vieni al mondo, la meditazione, fiorisce dentro di te."
UTOPIA: "In tutto il mondo sono stati fatti tentativi per creare una società armoniosa, ma sono tutti falliti per il semplice motivo che nessuno si è preoccupato del perché non lo sia da sé, in modo naturale. Non lo è perché ogni individuo al suo interno è diviso, e la sua divisione si proietta nella società. E senza dissolvere le divisioni all'interno dell'individuo, sarà impossibile realizzare l'utopia e creare una società umana armoniosa. Per cui l'unica via all'utopia è questa: la tua consapevolezza deve crescere e l'inconsapevolezza diminuire, fino ad arrivare a un momento in cui nella tua vita non resti nulla di inconscio."
VIVI LA VITA: "Ricorda, la vita è selvaggia; va vissuta con tutti i rischi e i pericoli. Ed è splendida perché c'è l'avventura. Non provare a costringere la vita in un modello prestabilito? Lascia-le avere il suo corso. Accetta tutto; tra-scendi la dualità tramite l'accettazione e lascia che la vita abbia il suo corso... E arriverai, è certo che arriverai. Ti do questa certezza non per renderti sicuro, ma perché è un fatto. Non è una certezza che genera sicurezza. Colui che è selvaggio arriva sempre.
COME FINISCE: "I Veda vi hanno dichiarato amritasya putrah: figli e figlie dell'immortalità. E fatta eccezione per la meditazione, non è mai esistita e non esisterà mai altra via. Coloro che si lasciano sfuggire lameditazione mancano l'intera danza della vita. Io spero che nessuno di voi si lasci sfuggire quella danza, quel canto, quel-la musica dell'eternità."
osho_times/2000/osho_02_febbraio
http://altrarealta.blogspot.it/2012/12/osho-balzo-quantico.html
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giovedì 27 dicembre 2012
La legge del Tre e la legge del Sette
“Ti chiedo di non credere a nulla che tu
non possa verificare in prima persona.”
Il sistema di Gurdjieff inizia con l’osservazione scientifica neutrale di se stessi – con l’esamenon possa verificare in prima persona.”
del proprio corpo in modo scientifico: inizialmente, basandosi sul centro fisico; più tardi facendo osservazioni sul centro mentale e sul centro emotivo…<
”Il corpo è l’unico strumento col quale lavorare. Fatene un buono strumento. Non tollerate che sia esso a controllarvi….. I nostri corpi sono dei ‘fertilizzanti’ per l’anima”. <
Come in ogni tradizione, anche nell’insegnamento di Gurdjieff, com’è stato già detto, l’idea di base è quella dell’identità fra il microcosmo ed il macrocosmo: l’uomo è l’immagine dell’universo e segue le stesse leggi. A fondamento della manifestazione vi sono due leggi cosmiche universali: la Legge del Tre (Triade) e la Legge del Sette (Ottava). La prima legge postula come ogni fenomeno risulti dall’incontro di tre differenti forze: il pensiero scientifico osserva invece solo la presenza di due forze (positivo e negativo magnetici; cellula maschio e femmina, ecc.), ma è ignaro della terza.
Gurdjieff chiama queste forze:
- Santa-Affermazione
- Santa-Negazione
- Santa-Riconciliazione,
- oppure
- Forza attiva o positiva
- Forza passiva o negativa
- Forza neutralizzante.
“il maggiore si fonde con il minore per realizzare il medio e così diviene o maggiore per il precedente minore o minore per il successivo maggiore”.
La Legge del Sette, invece, fornisce la sistematizzazione del corso dei movimenti di una forza nello svolgere il processo di completamento di un qualsiasi fenomeno: lo sviluppo della frequenza delle vibrazioni, ascendente o discendente, della forza passa attraverso sette
gradi, fasi o “note” disposte lungo una scala armonica, con due prevedibili punti di stallo (proprio dove mancano i semitoni tra mi-fa-si-do nella scala maggiore mi, re, do, si, la, sol, fa, mi).
Questa legge si può chiamare “legge della discontinuità delle vibrazioni”.
Nell’universo tutto è vibrazione, ma in ogni scala di trasmissione di queste, ci sono sempre due punti dove le vibrazioni rallentano e richiedono uno shock esterno per continuare nella stessa direzione.
Senza shock esterno il percorso deraglia e cambia traiettoria: questo accade all’inizio (mi-fa) ed alla fine (si-do) dell’ottava. In tal modo si spiegano, per esempio, il rilassamento dello sforzo e le deviazioni dallo scopo originale in ogni impresa umana: una stessa perversa
transizione porta dal Sermone della Montagna all’Inquisizione – dalla ‘libertà, fratellanza ed uguaglianza’ rivoluzionarie, a Napoleone e a Stalin ed ancora dallo sbarco degli alleati anglo-americani e francesi (marocchini) del 1944 ad Anzio, agli stupri efferati perpetrati da
quest’ultimi ai danni della popolazione della Ciociaria.
Se “ciò che è in alto è come ciò che è in basso”, anche questa legge si applica sia all’esterno che all’interno di noi: sul piano cosmico l’ottava discendente del cosiddetto “Raggio di Creazione”, che dall’Assoluto porta allo sviluppo progressivo dei mondi, colma il primo intervallo do-si con il’Fiat’ divino ed il secondo, fa-mi con la funzione della vita organica sulla Terra, vero e proprio organo di percezione del pianeta; analogamente sul piano della realizzazione umana, l’ottava ascendente che conduce l’uomo dal sonno meccanico all’essere reale, colma i due intervalli con lo sforzo consapevole e la sofferenza volontaria proposti dal Lavoro.
Nello spazio compreso fra queste due ottave è racchiuso il destino dell’uomo: essere una pedina nell’ottava discendente, svolgere passivamente il proprio ruolo di trasformatore d’energia, con tutte le creature viventi ed essere riassorbito a suo tempo nel substrato indifferenziato come parte dell’ecologia cosmica; oppure entrare di forza nell’ottava ascendente, partecipare ad un compito più alto, essere attivo.
“Nell’universo tutto è materiale e per questo motivo la Grande conoscenza è più materialista del materialismo…..”.
In questo modo il cerchio si chiude, niente è casuale in questo sistema in cui ognuno può scegliere se seguire la corrente generale, manifestando un’esistenza semiconscia e
generando un grado d’energie rudimentali che sono usate dal cosmo ad un solo livello; o invece, cercare di “essere”, di evolversi consapevolmente e, applicando il principio “alchemico” della separazione dello ‘spesso dal sottile’, muoversi verso la capacità di
ricevere e generare energie più raffinate, svolgendo un servizio più alto per le forze della creazione.
In entrambi i casi niente è sprecato: tutto in natura è “cibo” per qualcosa; tutto è utilizzato.
Georges Ivanovič Gurdjieff.
Fonte: Claudio Naranjo
Legge del sette: applicazioni pratiche
Quando diventiamo consapevoli della natura non lineare del cambiamento possiamo prepararci al meglio, dosando il nostro impegno in coerenza con la fase del cambiamento in cui ci troviamo.
Quando i nostri obiettivi o le nuove abitudini che vogliamo instaurare ci richiedono uno sforzo prolungato, dobbiamo diventare consapevoli dei vuoti e degli intervalli: una volta individuati dobbiamo introdurre uno “shock addizionale“, ovvero un’ulteriore spinta a proseguire il linea retta. Purtroppo, di solito non ci rendiamo conto di questi salti, oppure siamo così pigri ed abitudinari che preferiamo scivolare lungo la linea di minor fatica. Per superare gli inevitabili momenti di crisi, di “deviazione”, gli interventi più importanti sono il ricordo (la consapevolezza) e la trasformazione delle emozioni negative in emozioni positive.
In pratica cosa devo fare quando sento che la vita sta prendendo il sopravvento sui miei buoni propositi?!
Ecco alcuni esempi pratici di “shock addizionali“:
- Tieni un diario personale. Registrare quotidianamente i tuoi pensieri, i tuoi obiettivi, i traguardi raggiunti e gli ostacoli incontrati ti aiuta a mantenere il focus sui tuoi obiettivi, mantenendo elevata la consapevolezza delle tue scelte quotidiane.
- Visualizza i tuoi obiettivi. Dedicare 5 minuti al giorno per visualizzare chi vogliamo diventare, dove vogliamo arrivare e come vogliamo sentirci è a mio avviso una delle migliori abitudini che puoi instaurare. Pensare vividamente alle motivazioni che ti hanno spinto a perseguire le tue mete può essere fonte di enorme motivazione.
- Applica la regola dell’1. Visualizzare i propri obiettivi è importante, ma agire quotidianamente per realizzarli lo è ancor di più. Non c’è “shock addizionale” più potente per i nostri traguardi del guardarsi alle spalle e vedere tante piccole azioni positive compiute quotidianamente.
- Smettila di procrastinare. Quando continui a rimandare un’attività importante stai pur certo che ti trovi in uno di quei famosi intervalli di cui parla Gurdjieff. In questi casi, il miglior “shock addizionale” che puoi dare alla tua vita è quello di smettere di procrastinare: il piccolo sforzo richiesto ti pagherà enormi interessi.
Fonte: www.efficacemente.com
martedì 25 dicembre 2012
mercoledì 12 dicembre 2012
LA CURA PROIBITA – Rick Simpon e l’olio di canapa contro le cellule cancerose
VOGLIO CHE LA GENTE IMPARI A CURARSI DA SOLA
E’ questa l’idea portata avanti da Rick Simpson abitante di una piccola cittadina vicino a Nova Scotia in Canada. L’interessante storia di questo personaggio comincia nel 1975 quando in un programma alla radio scopre che il Thc ha un forte potenziale nell’uccidere le cellule cancerogene. La cosa interessa particolarmente Rick, il quale un paio di anni prima, aveva perso il fratello venticinquenne proprio per un cancro incurabile. In seguito non sentendo più notizie a riguardo egli accantona l’idea pensando si trattasse solamente di una trovata che non aveva risvolti concreti nella realtà. Qualche anno dopo (nel 2002) Simpson è vittima di un incidente sul lavoro che gli provoca problemi e dolori alla testa che comincia a curare con medicinali i quali, non solo non alleviano la sofferenza, ma hanno anche innumerevoli effetti collaterali.Ricordandosi della trasmissione sentita alla radio, fa qualche ricerca e decide di comprare un po’ di marijuana e, anche solo fumandola, si rende conto che i benefici sono maggiori rispetto a quelli delle medicine. Simpson decide di abbandonare i farmaci e curarsi soltanto con la cannabis. Per evitare i problemi che il fumare può causare alle vie respiratorie, decide di estrarre l’olio dai fiori e di assumerlo oralmente.Qualche mese dopo, guariti i dolori alla testa, gli vengono diagnosticati tre melanomi cancerosi in tre diverse parti del corpo. Il primo, vicino all’occhio, gli viene rimosso chirurgicamente. Dopo una settimana, preso l’appuntamento per rimuovere gli altri, quello vicino all’occhio torna più grande di prima. È allora che Rick sperimenta su se stesso l’olio applicandolo direttamente sulla pelle tramite cerotti. Poco dopo i tumori erano spariti e, eseguiti gli esami di accertamento si è avuta la conferma che Rick fosse fuori pericolo.
SIMPSON COMINCIA LA SUA CROCIATA
per coinvolgere le aziende farmaceutiche e le autorità ma le poche risposte che riceve sono sfuggevoli. Inoltre, la Royal Canadian Legion chiude il centro di ricerca e la produzione dell’Olio di canapa perché secondo le autorità Simpson stava sfruttando gli edifici, il nome, la legione come piattaforma per promuovere l’utilizzo dell’olio di canapa e quindi la droga.La cannabis è una pianta e come tale non riceve permessi dalle comunità farmaceutiche e per quest’ultime niente permessi significa niente profitti. Gli oli prodotti dalla canapa sono le sostanze più medicamentose esistenti in natura e, fino a circa 90 anni fa, all’inizio del Novecento anche le case farmaceutiche producevano medicine con questa pianta. Ora tutto è cambiato, la cannabis rientra nella categoria delle droghe e gli innumerevoli utilizzi della canapa sono stati dimenticati.I fiori della cannabis, quando vengono raccolti sono coperti di resina, se processati nel modo giusto, questa resina viene a creare la sostanza medicamentosa dell’olio di canapa. Ciò che sostiene e per cui si batte Simpson è che l’olio, se fosse prodotto in ambienti controllati usando materiale di prima qualità sarebbe sicuramente migliore. I modi d’uso sono la vaporizzazione, l’ingestione (indicata per malattie interne) e l’applicazione topica attraverso cerotti. Le applicazioni invece sono diverse: è indicato per qualsiasi condizione coinvolgente cellule mutanti, emicrania, melanomi della pelle, diabete, infezioni, dolori cronici, tumori interni e per regolare il peso corporeo. Un altro punto sul quale insiste il coraggioso Rick è il potenziale preventivo dell’utilizzo di olio di canapa, il quale, derivando da una pianta non risulta dannoso se assunto nelle giuste quantità e con i dovuti controlli sulla produzione.
LE ACCUSE DI SPECULAZIONE MOSSE
a Rick Simpson (spesso dalle case farmaceutiche stesse) si dimostrano del tutto infondate, anzi, egli ci tiene a sottolineare che fornisce olio gratis dal 2003. Fino ad ora questo pioniere dell’olio di canapa è riuscito a far conoscere questa medicina solo tramite internet, alcune riviste e radio mettendo a disposizione video e spiegazioni di come l’olio viene prodotto. Le testimonianze delle persone curate dall’olio sono diverse ma non abbastanza interessanti per le case farmaceutiche. La questione che sorge spontanea a questo proposito è il vero motivo del disinteresse delle autorità. É possibile che esista una cura per il cancro e altre fastidiose malattie e che venga completamente ignorata? Rick Simpson risponde affermando che l’80% del guadagno delle case farmaceutiche deriva dai medicinali venduti per la cura del cancro e di conseguenza l’olio farebbe perdere questo prezioso introito ai colossi della farmacia. Inoltre egli afferma di essersi accorto sempre più dell’egoismo e del menefreghismo della gente incappando spesso in pazienti che nonostante si siano curati con l’olio non hanno interesse nel diffondere la cosa.
A SOSTEGNO DEL PROGETTO PERO’ C’E’ LA FONDAZIONE
Phoenix Tears con sede in Colorado. Questa fondazione ha riunito i migliori leader del settore con decenni di esperienza nella ricerca sui cannabinoidi creando il primo ambiente standardizzato di trattamento ed estrazione. Phoenix Tears ha individuato la necessità di istituire un protocollo garantendo il massimo in termini di sicurezza nella cura dei pazienti. Inoltre, a collaborare con la fondazione troviamo l’organizzazione no-profit “Patient out of time” che racchiude medici e pazienti con l’obiettivo di promuovere all’opinione pubblica e alle istituzioni, l’uso della cannabis nei trattamenti medici. Oltre a fornire articoli e documentazione gratuita sul sito internet, si impegnano per fare in modo che ci siano sempre più organizzazioni che supportano l’accesso dei pazienti alla cannabis. Mettono inoltre a disposizione testimonianze di esperti per le udienze legislative e avvocati specializzati in casi relativi alla cannabis.Attualmente la fondazione Phoenix Tears è in fase di acquisizione di 5 acri di terra da utilizzare per la propria sede, inoltre c’è il progetto della creazione di un centro di guarigione proprio in quest’area. Il materiale a proposito dell’esperienza di Rick Simpson e della Fondazione Phoenix Tears è molto e anche le testimonianze di pazienti che si sono curati con l’olio di canapa. Rick Simpson invita gli interessati ad informarsi e a diffondere il più possibile questo medicinale nella speranza che un giorno le ricerche diventino sempre di più e che si ritorni a sfruttare una delle più antiche risorse esistenti!
di Giulia Rondoni
Fonte: http://www.enjoint.info/?p=7748
Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio.org
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