martedì 16 ottobre 2018

La preghiera


16/11/2018

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Pregare è difficile; diventare un prete è facile. Il prete è un uomo che  ha raccolto ogni informazione possibile sulla preghiera, ma pregare è difficile. La preghiera è simile alla morte, perché fino a quando non muori, come puoi invitare il Divino ad entrare in te? Finché non diventi vuoto, come può entrare in te? Ma come possono le parole essere preghiera?

La preghiera può solo essere un ascoltare profondo, non un parlare. Devi essere silenzioso per sentire Dio. Devi essere così silente che la silenziosa e immota parola di Dio possa entrare in te. In quel silenzio si rivela il Divino.

La preghiera non è parlare, è ascoltare, essere attenti, passivi, aperti, disponibili. La preghiera è femminile e un prete è un fenomeno maschile. Un prete è aggressivo: fa qualcosa. La preghiera non è affatto un fare,  è  un semplice essere ricettivi, è un semplice essere aperti. Una porta è aperta e tu sei in attesa. È infinita pazienza e attesa.

Quando senti: "Non sono nessuno", il primo seme di preghiera è entrato in te. Quando senti: "Attraverso il mio sforzo non accade nulla", in te lo sforzo cade. Nel momento in cui sei senza difese, la preghiera compie in te un secondo passo. E in questo tuo essere indifeso non chiedi nulla a Dio, quindi dirai: "Sia fatta la Tua volontà... non ascoltare me, fai solo quello che tu vuoi, io sono pronto a eseguire". Questa è preghiera.

Non si può imparare a pregare. Devi attraversare la vita a occhi aperti, con un cuore comprensivo, così arriverai alla preghiera. Questa preghiera sarà tua. Scaturirà dal tuo cuore, sgorgherà dal tuo cuore. Le parole non hanno molto significato, ciò che conta è il cuore che esiste dietro di loro.

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