giovedì 19 luglio 2018

L’ESTASI PIÙ GRANDE


19/07/2018
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“Non esiste estasi più grande del conoscere se stessi.”
È importantissimo che tu capisca che non hai perso te stesso: hai soltanto
dimenticato chi sei. E la cosa più ridicola è che continui a porre questa
domanda agli altri: “Io chi sono?”. Tutto ciò che conosci di te stesso, non sei
tu. Al tuo interno, colui che conosce è al di là della mente. Non puoi
conoscere chi sei con il pensiero; puoi semplicemente essere. Gautama il
Buddha dice: “È una rimembranza”.
Tutti, prima o poi, hanno usato l’espressione: “Ce l’ho sulla punta della
lingua…” a proposito di un nome che non si riesce a ricordare. Puoi vedere il
viso di quella persona, sai che conosci il suo nome, è lì, ce l’hai sulla punta
della lingua, eppure quel nome non affiora. E più cerchi di ricordare, più lo
spazio dal quale ciò che hai dimenticato può riaffiorare si assottiglia.
Arriva poi il momento in cui lasci perdere, perché puoi spingerti solo fino
a un certo punto, non puoi impazzire, e all’improvviso, come dal nulla, ti
ricordi quel nome. Non lo avevi mai dimenticato.
Cos’era quel meccanismo che gli impediva di affiorare? Tutta la
psicologia dei Buddha riguarda quel meccanismo: più la tua mente è piena di
pensieri, tensioni, preoccupazioni, più sei lontano da te stesso. Nel momento
in cui la mente è silenziosa, all’improvviso sei centrato nel tuo essere. E non
esiste estasi più grande – né beatitudine più piena – del conoscere se stessi.
Conoscere lo spazio interiore è conoscere il Tutto. È un silenzio senza limiti,
ma non privo di vita: vibra di canti propri, di danze proprie che appartengono
a un piano totalmente diverso.
Osservi il Buddha seduto nella posizione del loto e questo, come in una
fotografia, è ciò che si vede dall’esterno. Io lo vedo dall’interno, e non è
affatto seduto nella posizione del loto, ma danza sfrenatamente. La sua danza
procede da sempre e per sempre, e continua ad acquistare intensità. Sempre
più fiori cominciano ad aprirsi nelle profondità del suo essere, dove anche il
silenzio è fragrante.
Non è una cosa speciale. Il Maestro Zen Hyakujo dice ai suoi discepoli
che è la più semplice e naturale delle esperienze: se non cerchi di essere
speciale è tua, se non cerchi il potere è tua – non metterti neppure a cercarla,
e la troverai perché è la tua natura. Anche se volessi abbandonarla o gettarla
via, non ti sarebbe possibile. Non è possibile non essere un Buddha.
Sì, una differenza c’è, ma è talmente piccola che non si può nemmeno
parlare di differenza: alcuni Buddha sono addormentati, altri sono svegli.
Coloro che sono svegli, prima erano addormentati, quelli che ora dormono –
a tempo debito, quando saranno maturati, quando arriveranno alla fioritura –
diventeranno dei Buddha risvegliati.
La differenza in realtà non esiste.

Osho: This, This, A Thousand Times This, CAP. 8

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