giovedì 3 agosto 2017

Essere Cattivi Non è Sempre un Male


Essere Cattivi
Molte volte ci capita di passare per “cattivi”, sulle labbra di qualcuno si posa veleno e viene sputato in giro fino a corrompere tutti coloro che ascoltano la storia e a fare di noi l’orco della situazione; spesso accade per qualcosa che non abbiamo fatto, per qualcosa che abbiamo detto o a volte solo per aver agito come meglio credevamo.
E’ facile suddividere le persone in bravi e cattivi, lo facciamo di continuo anche con i bimbi, quelli bravi sono obbedienti, tranquilli e silenziosi; quelli cattivi sono irrequieti, insolenti e capricciosi. E’ uno schema che ci viene imposto da sempre, siamo abituati a questa divisione e quando uno degli aspetti viene a mancare è immediato passare dall’essere bravi all’essere cattivi.


Quante volte avete sentito parlare male di voi da qualcuno che si aspettava una determinata cosa e invece na ha ricevuta un’altra? E quante volte sentite parlare di quanto sia cattiva una persona solo perché non ha rispettato determinate regole ma ha agito d’istinto? Bene tutto dipende da chi è che sta raccontando la storia. Proprio così, ognuno ha una diversa percezione del buono e del cattivo e come dice un vecchio proverbio “prima di giudicare è bene ascoltare tutte le campane“.
Esattamente come succede nei romanzi, lo scrittore (in questo caso il narratore) decide chi è il cattivo e chi è il buono della storia e spesso i ruoli si invertono, molte storie finiscono con il cattivo che si rivela poi buono e viceversa. Ma allora chi è veramente il cattivo della situazione?
Presumibilmente nessuno… o magari tutti, dipende dal punto di vista dell’osservatore. Un comportamento rigido e schematico, che segue le regole ed agisce secondo quanto stabilito non è indice di bontà, d’altro canto un comportamento intuitivo, selvaggio, istintivo non può essere indice di cattiveria.
Essere Cattivi

Nei rapporti purtroppo c’è uno schema che deve essere seguito per risultare buoni, tutti sanno cosa deve e non deve fare un buon amico, un buon collega, un figlio o un genitore, ma appena si disgrega lo schema, non appena si devia da questo, le prospettive cambiano, le aspettative si frantumano e il buono diventa cattivo.
Il nostro cervello è programmato da sempre a questi schemi, essi danno sicurezza, certezza, stabilità… e quando vengono a mancare l’ideale vacilla e l’orco fa il suo ingresso in pompa magna.
Quando rispondiamo a qualcuno come non si aspettava, quando le opinioni altrui vengono rigettate, quando qualcosa in un rapporto va storto allora l’insicurezza e lo stress fanno capolino e depositano quel veleno dal sapore acido sulle labbra e la persona che prima era buona diventa velocemente il cattivo della storia.

Quando non si vuole essere visti come l’orco di turno del racconto si tende ad assecondare il volere degli altri, a mitigare il nostro senso di giudizio, proprio perché sappiamo che quegli schemi esistono e non devono essere infranti, ma essere l’orco della situazione è poi così male o si può rivelare una forma di coraggio?

Idealizzare qualcuno non è mai buona cosa, gli ideali cambiano, le aspettative anche, allo stesso modo continuare a nascondere la propria natura un po’ ribelle ai conformismi può diventare deleterio, quindi forse a volte è meglio passare per cattivi che per agnellini frustrati e privi di coraggio.
Un esempio calzante è la storia di Cappuccetto Rosso, dove lei è la “buona” e il lupo è il “cattivo”, ma pensandoci bene, il lupo agisce secondo il suo istinto, la sua natura, se guardassimo la storia attraverso gli occhi del lupo sapremmo che per lui chi infrange le regole è il cacciatore, un altro cattivo, oppure la stessa cappuccetto rosso che non accetta la natura selvaggia del lupo…
Essere Cattivi
Ovviamente non fa certo piacere a nessuno essere marchiati come cattivi, ma come dicevo prima esserlo nella storia narrata da qualcun altro potrebbe essere invece la svolta decisiva per la nostra vita: liberarsi di un senso di inferiorità, liberarsi di una storia logora, liberarsi di quella sensazione che ci fa dire che “non deve essere per forza così” è forse l’unico modo per diventare i buoni nella storia che raccontiamo noi stessi, ponendo la parola fine alla storia narrata da altri.
Ascoltare il proprio istinto che sia quello dell’orco o quello dell’agnellino è sempre il primo passo da fare, ascoltare le storie narrate da altri da diverse prospettive è il secondo passo ed essere se stessi sempre è il terzo per sentirci liberi di vivere la nostra storia e soprattutto liberi di scrivere i ruoli dei personaggi e la giusta fine con tanto di atto di coraggio per non aver seguito gli schemi!
Siate i cattivi nella storia degli altri ma siate i buoni nella vostra!
(il tutto sempre ovviamente senza ledere in alcun modo chi vi sta di fronte e ricordate che “Gli uomini diventano cattivi e colpevoli perché parlano e agiscono senza figurarsi l’effetto delle loro parole e delle loro azioni.” ~ Franz Kafka).
Articolo scritto da Valeria Bonora – valeria2174.wix.com
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