lunedì 2 maggio 2016

Osho Il sentiero dell’amore



 2 MAGGIO 2016
 
Dio non è forse amore, e il cuore, immerso nell’amore, non è forse il tempio? E non è forse dedito a una ricerca vana chi rinuncia all’amore e si mette a cercare Dio altrove?

Un tempo ero solito pormi questa domanda, adesso lo chiedo a te. La persona alla ricerca di Dio proclama di non aver conseguito l’amore, eppure chi consegue l’amore realizza Dio allo stesso tempo.

La ricerca del divino è radicata nel bisogno d’amore; d’altra parte, è impossibile trovare il divino senza prima sperimentare l’amore. Di conseguenza, chi si mette alla ricerca di Dio non lo troverà, e al tempo stesso impedirà a se stesso di trovare l’amore. Laddove chi ricerca l’amore alla fine lo troverà e, al tempo stesso, arriverà anche a scoprire Dio.

L’amore è il sentiero, l’amore è la porta, l’amore è l’energia che mette in moto i piedi; l’amore è la sete della vita e, infine, l’amore è la realizzazione della vita. In verità, l’amore è Dio.

Io ti invito a dimenticare Dio e a trovare l’amore. Dimentica i templi e ricerca nel tuo cuore; infatti, se Dio esiste, si trova lì. Se è mai possibile dare una raffigurazione di Dio, quella è l’amore. Purtroppo quell’immagine è andata perduta tra gli idoli di pietra. Se mai è possibile l’esistenza di un tempio, quello è il cuore; ma il tempio del cuore è stato completamente occultato dai templi di argilla. Dio è andato perduto negli idoli e nei templi costruiti per lui; a causa dei suoi sacerdoti, è difficile incontrarlo. A causa dei suoni prodotti da canti e preghiere elevati a suo nome, è diventato impossibile udire la sua voce.

Se l’amore ritorna nella vita dell’uomo, anche Dio vi ritornerà accompagnandosi a lui.

Un uomo molto istruito andò a far visita a un mistico. Sulla testa si portava un grosso fardello di testi sacri, era così pesante che, quando arrivò alla capanna del santo, era allo stremo delle sue forze. Non appena arrivò, chiese al mistico: “Cosa devo fare per incontrare Dio?”.

In testa portava ancora quel fagotto di scritture. Il mistico disse: “Amico mio, prima di tutto, devi liberarti da quel peso”.

Il letterato era profondamente restio a farlo; però si fece coraggio e mise a terra il suo fagotto. Non c’è dubbio che occorre un coraggio indomito per liberarsi dai pesi che opprimono la propria anima! D’altra parte, pur avendolo fatto, lo studioso continuava a tenere una mano sul suo carico.

Il mistico disse: “Amico mio, devi allontanare anche quella mano”.

Quell’uomo doveva essere molto coraggioso, perché facendosi forza e usando tutta la sua energia, ritrasse anche la mano dal mucchio.

A quel punto il mistico disse: “Hai familiarità con l’amore? I tuoi piedi hanno mai percorso il sentiero dell’amore? Se non è accaduto, va’ ed entra nel tempio dell’amore: vivilo e conoscilo, poi torna indietro. Posso assicurarti che, quando l’avrai fatto, io ti condurrò a Dio”.

Lo studioso tornò a casa. Era partito come un uomo di cultura ma non lo era più; si era lasciato alle spalle la sua raccolta di sapere. Di certo quell’uomo era un’eccezione ed era benedetto; infatti, è più facile rinunciare a un trono che abbandonare il sapere. Dopotutto, il sapere è l’estremo sostegno dell’ego; ma per conseguire l’amore è necessario perdere ogni conoscenza.

L’odio è l’opposto dell’amore. L’ego è il nemico principe dell’amore, e l’odio è una delle sue creature: attaccamento, distacco, desiderio, voler essere libero da ogni desiderio, avidità, odio, gelosia, rabbia, rancore... sono tutti figli suoi! La famiglia dell’ego è molto numerosa.

Il mistico accompagnò quell’uomo fino ai margini del villaggio e poi lo salutò. Quell’uomo se lo meritava: il mistico si compiacque del suo coraggio. Infatti, là dove è presente il coraggio, è possibile la nascita della religiosità: il coraggio porta alla libertà, e la libertà porta faccia a faccia con la verità.

Poi passarono dieci anni. Il mistico era stanco di aspettare il ritorno di quell’uomo, che ancora non si presentava. Alla fine, stanco di attendere, andò a cercarlo; e alla fine lo trovò: era completamente perso in se stesso, e danzava in un villaggio. Era addirittura difficile riconoscerlo: la felicità l’aveva ringiovanito.

Il mistico lo fermò e gli chiese: “Perché non sei tornato? Mi sono stancato di attenderti, ragion per cui mi sono messo in viaggio io, per venirti a cercare. Non vuoi più ricercare Dio?”.

L’uomo rispose: “No, per niente! Nel momento in cui ho scoperto l’amore, proprio nello stesso istante ho trovato anche Dio”.

Osho Crea il tuo destino

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