domenica 4 ottobre 2015

Ho creato un espediente

4 OTTOBRE 2015

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La mente è molto seria, e la meditazione è assolutamente non-seria. Questa affermazione vi potrà colpire, perché la gente parla sempre molto seriamente della meditazione. Ma la meditazione non è una cosa seria. È solo un gioco, niente affatto serio. Ti coinvolge, ma non è serio. Non è un lavoro, è più simile a un gioco. Il gioco non è un'incombenza. Anche quando è azione, non è un'attività. Il gioco è puro piacere. L'azione non ha una finalità, non ha una motivazione, al contrario è solo energia fluida allo stato puro.

Ma è difficile capirne il valore, perché noi siamo condizionati dalle motivazioni. Siamo sempre stati cosi attivi che la nostra attività è diventata un'ossessione profondamente radicata. Perfino mentre dormiamo siamo in attivi-vita. Perfino quando ci vogliamo rilassare siamo attivi. Abbiamo trasformato in attività perfino il rilassamento: facciamo sforzi per rilassarci. È assurdo! Ma lo si deve alle abitudini meccaniche della mente.

Che fare? Solo la non-azione vi conduce al vostro centro interiore, ma la mente non può concepire come essere non attiva. Che fare dunque?

Io ho creato un espediente: si tratta di spingere l'attività finché non cessi semplicemente; essere attivi alla follia, cosi la mente condizionata dall'attività viene espulsa dal vostro sistema. Solo cosi, dopo una catarsi profonda, puoi abbandonarti all'inazione e avere l'intuizione di uno spazio che non è quello dello sforzo.

Una volta conosciuto questo spazio, puoi penetrarlo senza sforzo. Una volta che l'hai percepito — sai come essere semplicemente qui e ora, senza far nulla — puoi fluire in quel mondo, in ogni momento; ovunque ti trovi puoi vivere in quel mondo. E giungerai infine a essere attivo all'esterno e dentro di te sarai profondamente inattivo.

I metodi catartici sono invenzioni moderne. Ai tempi del Buddha non erano necessari, perché la gente non era cosi repressa. La gente era spontanea, viveva una vita primitiva, non civilizzata, una vita naturale. Per cui il Buddha poteva consigliare a chiunque la meditazione Vipassana — vipassana significa discernimento — senza remore. Ma oggi non puoi accedere direttamente al Vipassana. E i maestri che vi insegnano la pratica del Vipassana direttamente non appartengono a questo secolo: sono arretrati di duemila anni. Certo, è possibile che ogni tanto riescano ad aiutare una o due persone su cento, ma non è un gran risultato! Ho introdotto i metodi catartici per demolire tutto ciò che la civiltà vi ha sovraimpresso, cosicché diventiate ancora una volta primitivi. 

Da questa primitività, da questa innocenza primaria, fiorirà facilmente il discernimento.
Un taglialegna, uno spaccatore di pietre non hanno bisogno di meditazioni catartiche: le praticano tutto il giorno; ma per l'uomo moderno le cose sono cambiate.


 Osho: Il libro arancione

9 commenti :

  1. Continua così Pasquale!
    "Conosco" Osho da circa 40 anni e mi ha "condizionato" la vita.
    E condiziona, inevitabilmente, anche quella delle persone che mi stanno intorno.
    Io ho la mia meditazione preferita. (tra le 112 elencate nel "libro dei segreti").
    Ma va bene qualsiasi cosa pur di fare un po' di vuoto nella testa.
    Per fermare la mente.
    Ciao

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    1. Ciao Giovanni, è sempre un piacere leggere i tuoi commenti. Sono contento per te se pratichi una meditazione di Osho.
      Lui dice che bisogna sperimentarla per 3 settimane e se piace, si può continuare. Personalmente pratico l'Humming che è molto efficace contro l'ansia, ha effetti immediati. Un caro saluto...

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  2. pasquale scusa, ma che coerenza c'è nel parlare di Oisho e nel mettere la pubblicità delle sexy chat!?

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    1. Ciao Patalice, se approfondisci Osho, vedrai che lui è a favore del sesso...

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  3. Ma sicuri che Osho abbia mai inteso "fermare" la mente? La meditazione non può essere "alternativa" al pensiero e, scusate tanto, ma usare in modo improprio i termini e il loro significato non aiuta certo a interpretare in modo utile l'idea. L'atto del giocare è quanto di più serio, profondo e funzionale un essere possa immaginare: la simulazione della realtà consente, attraverso la possibile reiterazione e sperimentazione di alternative, di approfondirne l'esperienza e la conoscenza. Lo stato di alterazione della coscienza indotto dall'iperattività (pensieri ciclici, per lo più) è un buon metodo per esplorare ipotetiche alternative alla "realtà" comunemente nota (ma, ne sono convinto, non "altre" realtà, ma una percezione più estesa dela realtà) ma ha ben poca utilità se non se ne deriva una qualche conseguenza sul piano emotivo e/o logico. Direte: ma questo qui che si crede di sapere? Avete ragione: quel che so vale per me. Come accade a chiunque. Ho voluto solo esporre una opinione perché mi è parsa "complementare" a quelle lette. Accoglietela con beneficio di inventario unitamente alle mie scuse se vi sono sembrato inopportuno.

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    1. Fermare la mente non è impossibile. È semplicemente difficile. Estremamente difficile.
      In realtà è la cosa più semplice del mondo. Ma per arrivarci il percorso è complicato.
      Assomiglia ad imparare ad andare un bicicletta. All'inizio qualche caduta, le ginocchia e le braccia sbucciate, qualche paura di non potercela mai fare. Poi si impara e per magia ci si dimentica di ogni sforzo, si va senza pensare, si pedala senza dover riflettere su come fare per muoversi. Si va e basta. Non c'è più alcuno sforzo, alcun pensiero.
      Per la mente funziona in maniera analoga.
      Osho, e qualche altro illuminato come lui, invita a "spegnere" il cervello.
      Riflettendo, osservando, studiando i meccanismi del cervello stesso. In maniera estremamente approfondita. In informatica si direbbe "overclokkando" il cervello. Mandandolo in saturazione.
      Spegnendololo, anche per pochi istanti, si sperimenta un'altra dimensione, si viaggia per altri mondi.
      È come sognare con la possibilità, non comune ai più, di scegliere i propri sogni.
      Non si tratta di sperimentare altri stati di coscienza. Non si tratta di nascondere la realtà.
      Poter scegliere i propri sogni ti cambia la vita. Inevitabilmente.
      Meditare vuol dire trovare espedienti per "spegnere" il cervello.
      Ma per spegnerlo devi pensare di più, spingere il cervello alla massima velocità, mandarlo in saturazione. Dopo sarà più facile spegnerlo. Come quando si blocca il pc e non risponde più ad alcun comando. Devi solo spegnere e riaccendere. Non c'è altro modo.
      Ciao.

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    2. Ciao Frank, ognuno esprime la sua opinione, sei sempre benvenuto...

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  4. anche noi vecchi contadini della vanga e della zappa non ne abbiamo bisogno

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    1. Ciao Fracatz, sì, infatti quando si lavora duramente la mente si calma...

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