lunedì 23 giugno 2014

Fa ' spazio alla gioia




 Conoscere se stessi è qualcosa di estremamente
elementare. Non è difficile, non può esserlo; devi
semplicemente disimparare alcune cose. Non devi
apprendere nulla, per conoscere chi sei, devi semplicemente
disimparare alcune cose, ricordalo.

 Prima di tutto, devi disimparare a preoccuparti per le cose.
 In secondo luogo, devi disimparare a preoccuparti dei pensieri.
 La terza cosa accade spontaneamente: l'osservazione.
Il testimone.

 E questa è la chiave: prima di tutto impari a osservare
le cose. Seduto in silenzio, osserva un albero
e sii un semplice osservatore imparziale. Non pensarci,
non chiederti: "Che albero è questo?". Non fare
affermazioni sul suo essere bello o brutto. Non dire:
"È verde" oppure: "È secco", non permette che
alcun mulinello di pensiero prenda forma intorno a
quell'albero: continua semplicemente a osservarlo.

 Lo puoi fare ovunque, osservando qualsiasi cosa.
Ricorda semplicemente questo: quando un pensiero
sopraggiunge, mettilo da parte. Spingilo di lato e poi
continua a osservare ciò che hai deciso di osservare.
All'inizio sarà difficile ma, dopo un po',
 inizieranno a comparire degli intervalli in cui non sono
presenti pensieri. Grazie a questa semplice esperienza
vedrai affiorare una gioia immensa. Non è accaduto
nulla, semplicemente i pensieri non sono presenti.

L'albero è presente, tu sei presente, e tra di voi esiste
spazio: quello spazio non è offuscato dai pensieri.
All'improvviso ecco scaturire una gioia sconfinata,
senza alcun motivo apparente, senza ragione alcuna.
Ecco che hai appreso il primo segreto. Adesso questo
segreto dev'essere usato in modo più sottile.
Le cose sono grossolane; ecco perché dico di iniziare
con un oggetto. Puoi sederti nella tua stanza e
continuare a osservare una fotografia; la sola
cosa che si deve ricordare è questa: non ci devi
pensare. Osserva semplicemente senza pensare.

Piano piano accade. Osserva un tavolo senza pensare al
tavolo e piano piano ecco che il tavolo è presente, tu
sei presente, e tra di voi non esiste alcun pensiero.
E all'improvviso... la gioia. La gioia è una funzione dell'assenza di pensiero.
La gioia è già presente, repressa dietro un'infinità di
pensieri; quando non sono presenti, affiora.

 Si deve iniziare con la sfera più grezza, parti da ciò
che è materiale. Poi, quando ti sei sintonizzato e hai
iniziato a percepire momenti in cui i pensieri scompaiono e
solo gli oggetti sono presenti, inizia a fare un'altra cosa.
Adesso chiudi gli occhi e osserva qualsiasi pensiero affiori
in te, senza pensare a quel pensiero. Potrebbero affiorare dei volti sullo schermo della tua mente, oppure potrebbe scorrere una nuvola, o una qualsiasi altra cosa... osserva semplicemente, senza pensare.

 Sarà un po' più difficile rispetto al primo passo,
poiché gli oggetti sono materia; i pensieri sono molto
sottili. Ma se il primo passo è accaduto, anche il
secondo accadrà; occorre soltanto un po' di tempo...
continua a osservare i pensieri.

 Dopo un po', ci potrebbero volere settimane, oppure
mesi, oppure anni... dipende da te, da quanto
intensamente e totalmente ti dedichi a questa osservazione.
Poi, un giorno, all'improvviso, il pensiero
non sarà presente.
 Sei solo, e in te affiorerà una gioia immensa: una
gioia infinitamente più grande della precedente, allorché
l'albero era presente e il pensiero era scomparso.
Sarà infinitamente più grande! Sarà qualcosa
di così sconfinato che ti sentirai letteralmente inondare
di gioia.

 Questo è il secondo passo. Allorché inizierà ad accadere,
fa' la terza cosa: osserva colui che osserva.
Adesso non esiste alcun oggetto: le cose sono state
lasciate cadere, i pensieri sono stati lasciati cadere;
adesso sei solo. Adesso osserva semplicemente questo
osservatore, sii un testimone di questo testimone.

 Di nuovo, all'inizio sarà difficile, poiché noi sappiamo
soltanto osservare qualcosa: un oggetto o un
pensiero. Quantomeno, perfino un pensiero è qualcosa
di osservabile. Ora non esiste niente, è un vuoto
assoluto; è rimasto solo colui che osserva. Adesso
ti devi rivolgere a te stesso.

Questa è la chiave più segreta: continua a restare
lì, nella tua solitudine. Riposa in questa solitudine, e
verrà un momento in cui accadrà qualcosa. È inevitabile:
se i due passi precedenti sono accaduti, anche
il terzo accadrà inevitabilmente; non ti devi preoccupare.
Quando accade, per la prima volta saprai cos'è la gioia.

Non è qualcosa che accade a te, ragion per cui non ti può
essere sottratto: si tratta del tuo essere autentico, è il
tuo stesso essere. Adesso non ti può più essere portato
via, ora non c'è modo di perderlo: sei arrivato a casa.

Dunque, devi disimparare gli oggetti e i pensieri.
Prima osserva l'elemento grossolano, materiale, poi
osserva quello sottile, e infine osserva ciò che è al di
là, ciò che trascende la sfera materiale e quella sottile. 
Osho

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