venerdì 27 luglio 2012

I CHAKRA NEL TANTRA

 
 Nell’uomo il muladhara è maschile e lo svadhistana femminile. Nella donna il muladhara è femminile e lo svadhistana maschile, e così via. Nei sette chakra, fino al sesto, la dualità rimane; il settimo è non–dualistico. Ci sono tre coppie dentro di te: muladhara e svadhistana si devono unire; manipura e anahata si devono unire; visuddha e ajna si devono unire.

Il primo centro, il muladhara, è maschile nell’uomo. Anche mentre stai facendo l’amore con una donna, dice il Tantra, ricordati l’interiorità. Fai l’amore con la donna all’esterno, ma ricorda l’interno. Lascia che la tua consapevolezza si muova verso l’interno; dimentica completamente l’esteriore. Nel momento dell’orgasmo dimentica completamente la donna o l’uomo. Chiudi gli occhi e stai dentro di te, e fai che sia una meditazione. Quando l’energia è in movimento, cogli l’opportunità. Questo è il mo­mento in cui puoi avere un contatto, un viaggio all’interno.
Di solito è difficile guardare all’interno, ma in un momento d’amore... un vuoto, e tu non sei più lo stesso. In un momento d’amore sei al tuo massimo. Quando viene l’orgasmo, tutta l’energia del tuo corpo vibra nella danza: ogni cellula, ogni fibra sta danzando con un ritmo e un’armonia sconosciuti nella vita ordinaria. Questo è il momento: questo momento di armonia, usalo come un passaggio verso l’interno. Quando fai l’amore, diventa meditativo, guarda all’interno.
In quel momento si apre una porta. È questa l’esperienza tantrica. E il Tantra dice che ti senti felice solo perché quella porta si apre e qualcosa della tua beatitudine interiore fluisce verso di te. Non proviene dalla donna esteriore, non proviene dall’uomo esteriore, ma dal tuo centro più intimo. L’esterno è solamente una scusa.
Se, facendo l’amore, diventi meditativo – diventi silenzioso, cominci a guardare all’interno, chiudi gli occhi, dimentichi l’uomo o la donna esteriori – allora accade. Il muladhara, il tuo centro maschile interiore, comincia a muoversi verso il centro femminile – il centro femminile per te è lo svadhistana – e accade un rapporto interiore. Questo è il meccanismo della tua celebrazione interiore. E nel momento in cui muladhara e svadhistana si incontrano, si libera energia. Proprio come si libera energia quando ami la tua donna, quando lo svadhistana e il muladhara si incontrano viene liberata energia e questa colpisce il centro superiore, il manipura. 
Il manipura è maschile, l’anahata è femminile. Quando hai raggiunto l’armonia del primo incontro del tuo uomo e della tua donna interiori, un giorno all’improvviso accade il secondo. Non devi fare niente, è semplicemente l’energia liberata dal primo incontro a creare la possibilità per il secondo. E quando energia è creata dal secondo incontro, questa crea la possibilità per il terzo.
Il terzo incontro avviene fra visuddha e ajna. E quando avviene il terzo incontro, viene creata energia per il quarto, che non è un incontro, che non è un’unione, ma unità. Sahasrara è solo, non c’è maschile-femminile. Adamo ed Eva sono scomparsi l’uno nell’altra, totalmente, assolutamente. L’uomo è diventato la donna, la donna è diventata l’uomo: ogni divisione svanisce. Questo è l’incontro assoluto, eterno. Questo è quello che gli indù chiamano satchitananda. Questo è ciò che Gesù chiama ‘il regno di dio’. 
In effetti, il numero sette è stato usato da tutte le religioni. I sette giorni sono simbolici, e il settimo giorno è la festività, il giorno santo: dio lavorò per sei giorni, e il settimo si riposò. Dovrai lavorare su sei chakra, il settimo corrisponde allo stato di profondo riposo, di estremo riposo, di assoluto rilassamento – sei arrivato a casa.
Con il settimo chakra tu scompari come parte di una dualità; tutte le polarità, tutte le distinzioni scompaiono. La notte non è più notte, il giorno non è più giorno. L’estate non è più estate, e l’inverno non è più inverno. La materia non è più materia, e la mente non è più mente – sei andato oltre. Questo è lo spazio trascendente che Buddha chiama nirvana.
Questi tre incontri interni e il raggiungimento del quarto hanno anche un’altra dimensione. Vi ho parlato molte volte di quattro stati: sonno, sogno, veglia, turiya. Turiya indica “il quarto”, ciò che è oltre. Questi sette chakra, e il lavoro attraverso di essi, hanno una corrispondenza anche con questi quattro stati.

Il primo incontro fra muladhara e svadhistana è simile al sonno. L’incontro avviene, ma non ne puoi essere molto consapevole. Ne godrai, sentirai una profonda freschezza nascere in te. Sentirai un grande riposo, come se avessi dormito profondamente; ma non sarai in grado di coglierlo con precisione, c’è molto buio. L’uomo e la donna si sono incontrati dentro di te, ma si sono incontrati nell’inconscio. L’incontro non è avvenuto alla luce del giorno, ma nella notte buia. Certo, il risultato si sentirà, le conseguenze si vedranno. Sentirai improvvisamente una nuova energia in te, una nuova radiosità, un nuovo splendore. Avrai un’aura. Perfino gli altri potrebbero cominciare a percepire una certa qualità di presenza in te, una vibrazione. Ma tu non sarai veramente attento a ciò che sta accadendo. Quindi, il primo incontro è come il sonno.
Il secondo incontro è come il sogno: quando manipura e anahata si incontrano, il tuo incontro con la donna interiore è come se avvenisse in un sogno. Certo, puoi averne un vago ricordo. Proprio come al mattino puoi ricordarti il sogno che hai fatto la notte precedente, ricordi frammentari, alcuni sprazzi; forse hai dimenticato qualcosa, forse non ricordi tutto, ma il ricordo esiste.

Il secondo incontro è come un sogno. Ne diventerai più consapevole. Comincerai a sentire che qualcosa sta accadendo. Comincerai a sentire che stai cambiando, che è in atto una trasformazione, che non sei più la persona di un tempo. E con il secondo incontro inizierai a essere consapevole del fatto che il tuo interesse nella donna esteriore sta diminuendo. Il tuo interesse nell’uomo esteriore non è più come prima. 
Anche con il primo incontro ci sarà un cambiamento, ma non ne sarai consapevole. Potresti cominciare a pensare che non sei più interessato alla tua donna, ma non sarai in grado di comprendere che non sei interessato ad alcuna donna. Potrai pensare di essere stanco della tua donna e di poter essere più felice con un’altra; che ci voglia un cambiamento, un tipo diverso di donna. Questa sarà solo una supposizione. Con il secondo incontro comincerai a sentire di non essere più interessato alla donna o all’uomo, il tuo interesse si sta rivolgendo all’interno.

Con il terzo incontro diventerai perfettamente consapevole. È come svegliarsi. Visuddha che incontra ajna… diventerai perfettamente consapevole, l’incontro avviene alla luce del giorno. Oppure lo si può esprimere in questo modo: il primo incontro avviene nel buio, in piena notte; il secondo incontro avviene al crepuscolo fra il giorno e la notte; il terzo incontro avviene in pieno giorno, sei pienamente sveglio, all’erta, tutto è chiaro. Ora sai che hai finito con l’esteriore. Questo non significa che lascerai tua moglie o tuo marito, semplicemente non c’è più l’infatuazione. Certamente la donna che ti ha aiutato finora è una grande amica, l’uomo che ti ha portato fin qui è un grande amico: proverai riconoscenza. Comincerai a essere grato e compassionevole nei confronti dell’altro. È sempre così: la comprensione porta con sé la compassione. All’inizio, comincerai a sentire che il tuo interesse nell’altro si sta allentando. Sarà un fenomeno fievole, oscuro, come guardare attraverso un vetro scuro, in un mattino molto nebbioso. Poi, le cose diventano un po’ più chiare, come in un sogno; la nebbia non è così fitta. E infine sei completamente sveglio. È accaduto: la donna interiore ha incontrato l’uomo interiore. La bi­po­larità non esiste più, di colpo sei uno. La schizofrenia è scomparsa; non sei più diviso.
Con questa integrazione diventi un individuo. Prima non lo sei, sei una folla: sei molte persone insieme… All’improvviso l’ordine torna dentro di te. E quando tu sei in ordine, l’intera esistenza è in ordine. Quando sei un individuo – quando la tua divisione è scomparsa e tu sei di nuovo integro – allora ogni cosa sarà integra. Sembrerà molto paradossale, eppure dev’essere detto: l’individuo è l’universo. Quando sei diventato un individuo, all’improvviso ti accorgi di essere l’universo. Finora hai pensato di essere separato dall’esistenza. Adesso non puoi più farlo.

Alcune cose ancora: vi ho detto che il muladhara dev’essere rilassato, solo allora l’energia si può muovere verso l’alto, verso l’interno. E verso l’interno e verso l’alto significano la stessa cosa; verso l’esterno e verso il basso hanno lo stesso significato. L’energia si può muovere verso l’interno o verso l’alto solo quando il muladhara è rilassato. Quindi la prima cosa da fare è rilassare il muladhara.
Tu mantieni il tuo centro sessuale molto teso. La società ti ha reso molto consapevole del tuo centro sessuale: ti ha fatto diventare ossessionato dal sesso, e così lo trattieni, strettamente. È facile accorgersene: stai sempre trattenendo il tuo organo genitale molto strettamente, come se avessi paura di perdere qualcosa, se ti rilassi.
Rilassalo, lascialo a se stesso. Non aver paura: è la paura che crea tensione. Abbandona la paura. Il sesso è bello: non è un peccato, è una virtù. Quando penserai al sesso come a una virtù, sarai in grado di rilassarti. 
Come rilassare lo svadhistana... è il centro della morte: non aver paura della morte. Queste sono le due paure che hanno dominato l’umanità: la paura del sesso e la paura della morte. Entrambe sono pericolose, perché non ti hanno permesso di crescere. Abbandonale entrambe.

Il terzo chakra è manipura; è carico di emozioni negative. Questo è il motivo per cui il tuo stomaco è sottosopra, quando sei emotivamente di­sturbato, il manipura viene immediatamente coinvolto. In tutte le lingue del mondo ci sono espressioni come “non riesco a digerirlo”. È letteralmente vero. Talvolta, quando non riesci a digerire una certa cosa, cominci a sentire nausea; vorresti vomitare. Effettivamente, qualche volta accade – il vomito psicologico. Le emozioni negative: rabbia, odio, gelosia, e così via, sono state tutte represse; il tuo manipura è troppo sovraccarico. Queste emozioni represse non permettono che l’energia salga; hanno l’effetto di una pietra: il tuo passaggio è bloccato. Encounter, Gestalt e simili terapie, operano tutte senza saperlo sul manipura. Esse cercano di provocare la rabbia che è in te, cercano di provocare la tua gelosia, la tua avidità; provocano la tua aggressività, la tua violenza, così che affiori in superficie, venga a galla. Questo ha fatto la società: ti ha abituato a reprimere tutto ciò che è negativo, e fingere che tutto sia positivo. Ebbene, entrambe le cose sono pericolose. Fingere il positivo è falsità, ipocrisia, e reprimere il negativo è pericoloso: è velenoso, avvelena il tuo organismo. 
Il Tantra dice: esprimi il negativo e lascia spazio al positivo. Se insorge la rabbia, non reprimerla; se insorge l’aggressività, non reprimerla. Il Tantra non dice di andare, e uccidere qualcuno. Dice però che ci sono mille modi di esprimere le emozioni represse. Puoi semplicemente andare nella foresta e gridare, urlare – la Terapia Primal non è altro che terapia delle urla, una terapia di scarica, catartica. Primal, Encounter e Gestalt sono di grande aiuto per rilassare il manipura. Una volta che il manipura è rilassato, nasce un equilibrio tra positivo e negativo. E quando positivo e negativo sono equilibrati, il passaggio è aperto; allora l’energia si può muovere verso l’alto.

Il quarto chakra è anahata. Il problema connesso al quarto chakra è il dubbio. Se sei una persona dubbiosa, il tuo quarto chakra resterà chiuso. La fiducia lo apre. Quindi qualsiasi cosa crei il dubbio distrugge il tuo cuore. È il chakra del cuore, l’anahata. La logica portata all’estremo, le argomentazioni, la troppa razionalità – troppo Aristotele in te – tutte queste cose distruggono l’anahata. La filosofia, lo scetticismo lo distruggono. Se vuoi aprire l’anahata devi avere più fiducia. La poesia è più utile della filosofia, e l’intuizione è più utile della ragione, e sentire è più utile che pensare. Quindi dovrai spostarti dal dubbio alla fiducia, solo allora il tuo anahata si aprirà, e sarà in grado di ricevere l’energia maschile dal manipura. Anahata è femminile. Con il dubbio si chiude, con il dubbio diventa frigido, inaridisce; non può essere penetrato dall’energia maschile. Con la fiducia si apre
.
Poi viene il quinto chakra: visuddha. La non–creatività, l’imitare, lo scimmiottare, tutto ciò danneggia questo centro. Visuddha viene distrutto dal copiare. Non essere un imitatore, non essere solo una copia. Non tentare di diventare un Buddha o un Cristo. Guardati dai libri come L’Imitazione di Cristo di Tommaso da Kempis. Stai attento. Nessuna imitazione ti sarà d’aiuto. Visuddha viene distrutto dalla non–creatività, dall’imitazione; ed è rinforzato dalla creatività, dall’espressione, dal trovare il tuo stile di vita, dall’avere abbastanza coraggio per “fare le tue cose”. Arte, canto, musica, danza, inventiva – tutte cose utili. Sii inventivo – qualsiasi cosa tu faccia, cerca di farla in un modo nuovo. Mettici un po’ di individualità, mettici davvero la tua firma. Anche pulire il pavimento, cuocere il cibo, può essere fatto in modo personale. Puoi mettere creatività in tutto ciò che fai; dovrebbe essere così. Se sei creativo visuddha si aprirà.

E solo quando visuddha si apre, l’energia può salire ad ajna, il centro del terzo occhio, il sesto chakra.  Questo è il processo. Prima pulisci ogni centro, purificalo, stai attento a ciò che può danneggiarlo, e aiutalo a funzionare in modo naturale. I blocchi vengono rimossi… l’energia scorre.

Oltre il sesto c’è sahasrara, turiya, il loto dai mille petali. E allora fiorisci.
L’uomo è un albero: muladhara è la radice e sahasrara è la fioritura. Il fiore è sbocciato, la tua fragranza si libera nel vento. Questa è l’unica preghiera; questa è la sola offerta ai piedi del divino. Dei fiori presi a prestito non serviranno, né serviranno fiori rubati agli alberi; tu devi fiorire e offrire i tuoi fiori.  Questa è la mappa interiore dell’alchimia del Tantra. L’energia può cominciare a muoversi in ogni momento; tu devi solo portare un po’ di meditazione nel tuo fare l’amore, un po’ di interiorità. Il Tantra non è contrario al fare l’amore, ricorda. Questo va ripetuto sempre e di nuovo. È completamente a favore, ma non si limita a questo. È il primo gradino della scala, una scala a sette gradini. L’uomo è una scala. Il primo gradino è il sesso e il settimo gradino è sahasrara – il samadhi. Il primo gradino è unito al samsara, il mondo, il settimo al nirvana, ciò che è oltre. Con il primo gradino, ti muovi in un circolo vizioso di nascite e morti; ripetitivo.
Con il settimo gradino, vai oltre la nascita e la morte. La vita eterna è tua… 

tratto da: Osho, Tantra: la Comprensione Suprema ed. Bompiani

Re Interiore: I CHAKRA NEL TANTRA

domenica 22 luglio 2012

INQUISIZIONE FISCALE


di Rosaria Impenna
ItalianiLiberi | 22.02.2012
Nell’epoca della “falsificazione del bene”, la nostra, come viene spesso ricordato ai lettori di questo sito, ci preme smascherare il significato che avvolge l’ufficialità di alcune tra le espressioni più usate da governanti, ecclesiastici e burocrati, dediti all’esercizio del Potere. L’operazione sarà applicata all’ambito che opprime da tempo gli Italiani per i modi con cui i detentori del potere ne arringano la legittimità dei sistemi vessatori, quello fiscale e finanziario. Seguendo il noto principio, per cui il linguaggio rivela quel che dice, ma soprattutto quel che tace, partiremo dall’analisi delle frasi più in voga per capire quel che spesso celano. Pensiamo infatti, che alcune dichiarazioni pronunciate nel segno della lotta all’evasione racchiudano una motivata ferocia perché riescono a evocare vicende storiche particolarmente crudeli. Per questo, i proclami in questione si identificano un po’ tutti e possono essere letti come parti di un medesimo discorso, estrapolati dal contesto, rimandano infatti a precisi significati. Come ad esempio: “È peccato non pagare le tasse perché oggi c’è da salvare l’Italia; ciascuno a suo tempo si esprimerà in coscienza rispetto al Governo di buona volontà”, pronunciata dal cardinale Angelo Bagnasco; oppure: “Il Governo sarà senza pietà con chi evade le tasse, staneremo ovunque gli evasori fiscali”, del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, a cui fa eco il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera: “L’effetto deterrenza si fa anche con la propaganda. Incutere un sano timore è necessario per ottenere il versamento spontaneo”, perché “Equitalia, che ha finalmente a disposizione un arsenale di controlli degno della Berlino comunista, vede tutto e sa tutto”; fino all’ignominiosa: “A mettere le mani nelle tasche degli Italiani sono gli evasori e non i governanti”, del presidente del Consiglio Mario Monti, che ha evidentemente dimenticato il folto stuolo dei suoi colleghi banchieri “miliardari”, che giocando in Borsa con i soldi che non possedevano hanno davvero messo le mani nelle tasche degli Italiani, dei Greci e di tutto il mondo. Tale spietata provocazione poteva pareggiare soltanto con il novello istituto della “delazione”, che vedrà addirittura premiato per un importo non inferiore al 15% e non superiore del 30% della somma recuperata, chi segnalerà la spiata. E poi ancora, intimidatori annunci come “redditometri”, “spesometri”; l’accesso illimitato e totale dell’Agenzia delle Entrate ai conti correnti bancari; “limite” di prelievo dal “proprio” conto; l’abolizione, di fatto, del contante con l’imposizione della moneta elettronica anche ai pensionati; l’enfasi da parte dei mass media per le “liste di proscrizione” pubblicate dal governo di Atene sul web, a indicare la gogna per un numero di ben 4.152 persone. Ecco, l’insieme di tali iniziative, minacciose e umilianti per la popolazione, ci portano a contesti storici precisi, quelli della lotta all’eresia. I metodi impiegati dai Tribunali per la caccia agli eretici ci sembrano infatti comparabili a quelli dei nostri “poliziotti” tributari e finanziari.

  L’Istituto del Tribunale Inquisitoriale, nasce a Firenze nel 1231, con il pontefice Gregorio lX, che esautorò della giurisdizione in materia di fede il vescovo della città per dare incondizionato mandato al priore domenicano di Santa Maria Novella, Giovanni di Salerno. Alla sua morte la giurisdizione non ritornò al vescovo, in quanto l’esperimento aveva dato ottimi frutti, ossia molte condanne e nel 1257, il papa Alessandro lV, sentenziò l’estromissione dei vescovi dalle decisioni, il Tribunale dell’Inquisizione divenne così indipendente. Nel 1252, Innocenzo lV, con la bolla Ad Extirpanda, introdusse la pratica della tortura (di fatto sempre adottata in tutte le latitudini), come mezzo legale al fine di pervenire alla confessione del reo ostinato; dato che la “regina delle prove era la confessione”. Nel 1542, il papa Paolo lll Farnese, con la bolla “Licet ab initio”, darà all’Istituzione una base amministrativa centralizzata ponendola sotto il controllo della Congregazione della Santa Inquisizione dell’Eretica Pravità.

  I tribunali speciali della Santa Inquisizione avevano l’esclusiva competenza di perseguire i reati in materia di fede, il più grave dei quali era “l’eresia”, considerata non solo una deviazione dall’ortodossia con l’inevitabile perdita dell’anima, ma anche “reato”, in quanto attirava l’ira di Dio sull’intera collettività. Se sostituiamo la parola “eresia”, e il profondo senso teologico che rappresentava, con quello attuale di “evasione fiscale”, nulla è cambiato. Scopriamo ad esempio, che l’investigazione iniziale poteva avvenire sia su “stimolo esterno”, ossia per denuncia anche anonima, sia su spontanea iniziativa dell’inquisitore, spinto da una semplice diceria popolare. Ma la grande novità del Tribunale Inquisitoriale sta nello stravolgimento del diritto romano; in quest’ultimo, accusato ed accusatore erano posti sullo stesso piano, l’accusato non doveva dimostrare infondata l’accusa, era l’accusatore obbligato a provarne la fondatezza e non poteva essere condannato in base a semplici “sospetti”. Il famoso giurista romano Ulpiano sosteneva che era preferibile lasciare impunito un colpevole che condannare un innocente. I giudici dell’Inquisizione, al contrario (come i nostri “poliziotti” tributari contemporanei), ritenevano che fosse meglio condannare cento innocenti che permettere ad un solo colpevole di sfuggire alla pena.

  Nel processo, l’inquisitore è padre, prete, confessore, poliziotto, torturatore, accusatore ed infine giudice, ma non avvocato; infatti, rispetto al processo romano, l’imputato non era “assistito”, limitazione formalmente introdotta da Bonifacio Vlll. L’inquisitore agiva quindi con il potere più ampio e nel modo più arbitrario, ma di norma l’azione penale prendeva le mosse da una denuncia. Perciò, chi “ometteva” di denunciare un eretico era considerato sostenitore dell’eresia e perseguibile a sua volta come tale. “L’eresia va combattuta come una malattia contagiosa e quindi dannosa per tutto il corpo sociale”; perciò, “scomunica automatica” (latae sententiae) per i cristiani che non denunciavano l’eretico e un premio di tre anni di “indulgenza” per i “delatori”. L’obbligo di denuncia per combattere l’eretica pravità eliminava anche il “segreto confessionale”. Non esistevano neppure vincoli di parentela: il padre aveva l’obbligo di denunciare il figlio, il figlio il padre, la moglie il marito e questi la moglie. Il papa Gregorio lX si compiaceva di citare casi in cui i genitori avevano denunciato il figlio, la moglie il marito e viceversa. Nessuno poteva stare tranquillo, tutti sospettavano di tutti; la comunità si chiudeva a riccio e ciascuno vedeva nell’altro un possibile delatore. Bastava una parola, magari male interpretata, riferita all’inquisitore, per far cadere nella tragedia non solo l’accusato, ma l’intera famiglia e persino le generazioni future. Infatti, la scoperta di un antenato eretico, dunque già morto, comportava la confisca dei beni da lui ereditati,   in tal caso si processava in “effige”. L’inquisitore, aiutato nelle indagini da un folto numero di aiutanti, chiamati “famigli” o famigliari, quasi sempre ex criminali, sue guardia del corpo, autorizzati a portare  armi e non perseguibili per i reati commettessi, è dunque la figura centrale per la sua polivalente funzione. Esso come poliziotto è “cane di Dio”, un mastino che deve intervenire e colpire ovunque ritenga si annidi la peste dell’eresia. Ogni sua predica si concludeva infatti con “l’ammonizione generale” con la quale si ordinava a tutti di denunciare gli eretici o i sospetti tali, anche solo per sentito dire. E ammoniva i fedeli che se entro sei giorni (portati successivamente a dodici) non avessero ottemperato a questi obblighi sarebbero stati colpiti da scomunica, con tutte le conseguenze canoniche, civili e penali. All’ammonizione generale  seguiva “l’editto di grazia”, con il quale si disponeva che gli eretici ed i “sospetti”, che entro un determinato termine si fossero presentati “spontaneamente chiedendo perdono” senza attendere la denuncia, avrebbero ottenuto “l’impunità”. Impunità simbolica e reale che da tempo non si vedono riconoscere gli Italiani, sicuramente il popolo tra i più perseguitati nella storia.
 

Rosaria Impenna
Roma, 22 febbraio 2012


Altra Realtà: INQUISIZIONE FISCALE

giovedì 19 luglio 2012

AIUTIAMOLI A FALLIRE

 L'Eurozona ha in programma di riportare l'economia al sedicesimo secolo, al feudalesimo,Quando i proprietari terrieri e i banchieri erano la classe privilegiata. Il loro progetto è di ritornare a quei tempi.
Michael Hudson docente emerito di economia University of Missouri

Tenendo presente che questo governo di noneletti e tutti i nostri politici hanno come come obbiettivo
di salvare le banche e gli interessi speculativi immensi di un migliaio di amici di Monti e Draghi, e per quelli degli industriali Neomercantili tedeschi protetti dalla Merkel, a milioni dobbiamo soffrire terrorizzati dall’isteria del deficit.


AIUTIAMOLI A FALLIRE VERAMENTE
solo in questo modo c'è la possibilità di una rinascita,dove lo stato aiuta il cittadino,
dove lo stato tratta gli Italiani in modo uguale non come adesso dove c'è chi deve lavorare 50 anni per una misera pensione e a chi bastano pochi anni per un ricco
vitalizio.ritornare alla moneta sovrana,Tassa fissa per tutti al 15%,cambiare la riforma delle pensioni,cambiare la costituzione,ma finchè l'eurorzona resta in piedi abbiamo davanti solo sacrifici sofferenza e disperazione,allora aiutiamoli a fallire,come:


Le scelte che si possono fare per portare lo Stato al fallimento sono varie,da piccole cose
a scelte piu' impegnative,ma bisogna essere in tanti per avere un impatto devastante.

scelte poco impegnative;
Smettere di giocare al lotto e a tutti i giochi dei monopoli,lotto enalotto,superenalotto
gratta e vinci,giochi d'azzardo on line ,poker on line roulette om line ,scommesse,anche le slotmachine dei bar portano il 30% all'erario.


Smettere di comprare sigarette dei monopoli di stato Italiano e tutti i prodotti dei monopoli.


Limitare ogni tipo di spesa dagli alimentari ,vestiti,beni superflui.
se possibile adottare una dieta vegana ,acquistare direttamente dal contadino


Limitare al massimo l'acquisto di carburanti nella benzina c'è una lista infinita di tasse


Limitare al massimo aquisto di farmaci il farmaco è veleno fa piu' male che bene


nel caso di acquisti o spese varie non richiedere lo scontrino


usare contante,no a carte di credito e bancomat,
no a BOT BTP CCT AZIONI e investimenti vari


Scelte impegnative
Ritirare tutti i soldi dalle banche, chiudere i conti correnti (capisco il problema per chi ha i mutui o a chi arrivano gli stipendi direttamente sul conto) io  ho ritirato i soldi un po alla volta e cerco di usare il conto il meno possibile

per le scelte impegnative ce ne sono parecchie illegali punibili a norma di legge.
Ognuno puo' arrivarci da solo e fare le proprie scelte a seconda della situazione in cui si trova.meno soldi arrivano allo stato centrale e piu' vicino è il suo crollo


Sciopero Fiscale
Lo sciopero fiscale ha antiche e nobili radici storiche. Sciopero fiscale non significa evasione fiscale. Proprio oggi, a ridosso di una manovra correttiva che condanna le fasce meno abbienti all'abbandono a se stesse, si dovrebbe rispolverare questo potente strumento di lotta democratica, sorretto dal principio fondamentale "no taxation without representation". Ed ironia della storia, lo sciopero fiscale si ritorcerebbe contro coloro che negli anni hanno ventilato l'idea di un'iniziativa popolare di rottura rispetto alle Istituzioni che ne rappresentano la sovranità.
Lo sciopero fiscale ha antiche e nobili radici storiche. Addirittura la Bibbia riferisce del primo caso documentato di sciopero fiscale. Nel I secolo a.C., gli Zeloti di Giudea, come forma di lotta, si rifiutarono di pagare i tributi all'Impero Romano. L'Impero schiacciò gli "evasori" e annichilì la protesta nel sangue.
Sono tanti i fatti che dimostrano come nei secoli la resistenza fiscale si sia caratterizzata come forma di lotta del popolo e degli ordini religiosi contro il potere temporale dominante. Ma la più grande esperienza di lotta fiscale è quella che scatenò la rivoluzione americana fino alla costituzione degli Stati Uniti d'America. I coloni si rifiutarono di pagare le tasse alla Gran Bretagna, con la colonna sonora del ritornello "No Taxiation Without Representation". In pratica, quella che oggi, a torto o a ragione, è considerata la più moderna e completa democrazia del Pianeta è nata da uno "sciopero" fiscale.
Anche la rivoluzione francese ebbe un profilo fiscale; il tartassato popolo francese mal digeriva la propria fame condita di tributi da versare ad una aristocrazia sempre più ingorda.
In occasione delle due grandi guerre mondiali si organizzarono, specie tra cristiani statunitensi, molti gruppi di evasori fiscali, con il fine manifesto di non finanziare i conflitti bellici. L'esperienza si ripeterà negli Stati Uniti d'America durante la guerra del Vietnam, con gesti eclatanti di politici di primissimo piano nella vita politica americana di quel tempo. 
Tornando indietro di qualche decennio, fu il Mahatma Gandhi ad adottare la protesta fiscale come strumento di lotta per l'indipendenza dell'India dalla corona britannica. Gandhi disse "Rifiutarsi di pagare le tasse è uno dei metodi più rapidi per sconfiggere un governo". Quindi anche la democrazia demograficamente più grande del mondo è nata da una rivoluzione, vinta anche con lo strumento della resistenza fiscale. In definitiva, la lotta fiscale organizzata raramente ha sortito grandi effetti, molte volte non ha impedito guerre né ha fatto "cadere" governi. Le poche volte, però, in cui la protesta non è stata annegata nel sangue si è determinato l'immediato collasso del sistema e l'instaurazione di un nuovo ordine delle cose. link

Scelte politiche 
votare e sostenere solo chi ha come obbiettivo l'uscita dall'euro


Scioperare ,protestare,manifestare,informare


Conclusioni
Che ognuno faccia le sue scelte a seconda del suo sentire e del suo coraggio,  consapevole che da ogni scelta dipende il futuro di tutti 


Ivano Antar Raja


Altra Realtà: AIUTIAMOLI A FALLIRE

mercoledì 18 luglio 2012

Fuori dall’Euro! E se ci mettessimo tutti a vivere...

 

 Di Vercingetorix
La Norvegia rappresenta il paese ideale agli occhi degli euroscettici britannici, e non solo. Ma quella norvegese sarà davvero una formula praticabile per i paesi che hanno voglia di abbandonare la nave europea?
Il primo luglio David Cameron ha pubblicato un articolo sul Sunday Telegraph nel quale prospetta la possibilità di indire un referendum sulla continuità o meno di appartenenza della Gran Bretagna alla Ue. Nelle sue parole cita molto spesso il caso della Norvegia, esempio perfetto di come si possa non far parte dell’Ue e nonostante ciò prosperare. “La gente teme che qualora la Gran Bretagna uscisse dall’Ue noi perderemmo l’accesso al mercato unico, ma la Gran Bretagna può farcela, può uscire dall’Ue e continuare a mantenerne i vantaggi commerciali, alla stregua dell’esempio norvegese. Le uniche cose che perderemmo sarebbero la burocrazia e le spese”.
Ma andiamo a vedere meglio la situazione norvegese. Già due volte, nel 1972 e nel 1994, i cinque milioni di norvegesi sono stati convocati alle urne per decidere con un referendum se volessero entrare nell’Ue e in entrambi i casi, dopo accese discussioni, sono prevalsi di misura i no.
La Norvegia, invece, assieme all’Islanda e al Liechtenstein, ha scelto di entrare a far parte dello Spazio economico europeo (See), in pratica un’associazione di tutti i Ventisette stati membri più tre non aderenti all’Ue, ispirata alle “Quattro libertà”, ovvero la libera circolazione di beni, servizi, persone e capitali.
La Norvegia è soggetta ad appena un terzo delle normative previste per i paesi membri a tutti gli effetti dell’Ue, sebbene il See non abbia voce in capitolo in tema di agricoltura, pesca, giustizia o politica interna e pare che tale accordo funzioni bene.
La Norvegia è una delle nazioni più ricche e soddisfatte della Terra, ha un pil pro capite di 50mila euro, rispetto ai 29mila del Regno Unito e a una media nell’Ue che si assesta intorno ai 26.700, la disoccupazione è appena al 3,25 per cento e il suo pil cresce del 2,75 per cento l’anno, come accade ormai da una quarantina di anni circa.
Ma c’è anche dell’altro: la Norvegia si colloca sistematicamente ai primi posti nelle graduatorie delle Nazioni Unite sulla qualità della vita, ha un welfare generoso, le neomamme possono usufruire di un congedo di maternità di 46 settimane e la pubblica istruzione è gratuita e universale.
Il paese si finanzia grazie alle proprie ingenti riserve di petrolio, legname e pesce, che gestisce oculatamente, accantonando una parte dei considerevoli proventi del petrolio per finanziare in futuro l’assistenza sanitaria della popolazione in via di invecchiamento.
“La Norvegia è un paese florido e vogliamo che rimanga così”, ha dichiarato Gunnar Bakke, membro della commissione business di Bergen, la nota città mercantile che sin dai tempi dei vichinghi ha saputo amministrare e far fruttare sapientemente le proprie acque e le sue colline ricoperte di foreste, fino a diventare un elemento fondamentale della Lega Anseatica.
Quello stesso spirito commerciale è vivo ancora oggi: con una popolazione di 260mila persone, la città ospita molte grandi compagnie petrolifere oltre alla più grande società al mondo di allevamento di salmoni. che aggiunge: “Noi pensiamo a lungo termine e amministriamo le nostre risorse con prudenza. Perché mai dovremmo entrare nell’Ue e pagare per gli sperperi altrui ?”.
In più da recenti interviste rilasciate al Sunday Telegraph, alcuni cittadini norvegesi sono ancora più tassativi nelle loro opinioni: “La Norvegia dovrebbe uscire anche dal See. Siamo pur sempre costretti ad accettare troppe decisioni prese a Bruxelles ed è come se l’Ue ci entrasse in casa dalla porta sul retro. Sarebbe molto meglio rompere una volta per tutte con il See e firmare soltanto intese bilaterali. Il nostro paese è sufficientemente forte da potersene stare per conto proprio: dato che è un centro molto importante per i commerci e l’ Ue non potrebbe ignorarlo”.
Il dibattito é aperto, e l’ euroscetticismo aumenta sempre più.

Informazione Consapevole: Fuori dall’Euro! E se ci mettessimo tutti a vivere...

sabato 7 luglio 2012

Processo ed Avvelenamento di Osho Rajneesh


Ambra Guerrucci

Dopo il fallimento dei vari tentativi di screditare il nome di Osho, fu arrestato a casa di una sua sannyasin con ben trentaquattro capi d’imputazione, di cui solo due, sotto ricatto, furono accettati dagli avvocati del maestro.
 Lo stesso giorno dell’arresto, gli avvocati di Bhagawan, chiesero la libertà provvisoria su cauzione, ma il governo americano la rifiutò prontamente nonostante non ci fossero prove della sua colpevolezza. 
Essendo la causa di competenze dello stato dell’Oregon ci fu un trasferimento di Osho, ma un viaggio in aereo di non più di sei ore richiese dodici giorni e il trasferimento in sei diverse prigioni. In Oklahoma l’aereo atterrò nel silenzio della notte all’aeroporto ed il detenuto venne condotto in prigione dalla porta sul retro, quasi come se ci fosse interesse nell’occultare la sua presenza. Ancor più strana fu la richiesta del maresciallo degli Stati Uniti di riempire il modulo sotto il nome di David Washington, ma Osho, inizialmente, si rifiutò di assecondare tale assurdità, trovando un compromesso: il maresciallo avrebbe riempito i moduli come voleva e lui li avrebbe firmati in Hindi. 
Se avesse firmato col nome impostogli dal maresciallo avrebbe anche potuto essere ucciso e non ci sarebbe stata alcuna prova della sua presenza in quella prigione. Dopo aver firmato fu condotto in una piccola cella maleodorante, con un materasso sporco, infestato da scarafaggi e senza cuscino o coperte. Il maestro ricorda solo di essersi svegliato il mattino seguente e che gli venne offerta una strana colazione: due fette di pane con una salsa senza sapore ne odore. Il giorno in cui si dovettero recare in tribunale, gli avvocati vennero minacciati di accettare almeno due imputazioni formali o la vita di Osho sarebbe stata in pericolo e così fecero...
Il giudice chiese all’imputato se si dichiarava colpevole dei reati imputatogli, ma la sua risposta fu solo “io sono”, completata da uno dei suoi avvocati che aggiunse prontamente “colpevole”. La sentenza prevedeva che l’imputato fosse multato per cinquantamila dollari e che fosse espulso senza possibilità d’ingresso per cinque anni. Immediatamente fu condotto a riprendere i suoi vestiti in carcere e subito dopo all’aeroporto. 
Dopo l’espulsione Osho girò venti paesi per otto mesi, ma tutti gli vietarono il visto o gli dettero l’espulsione senza una logica spiegazione. Iniziò fin da subito a mostrare i segni dell’avvelenamento: il sonno era completamente scomparso, si verificò una totale perdita dell’appetito, non riusciva più a sentire i sapori, aveva una costante nausea, nessuna sete, i capelli caddero, la barba diventò bianca in pochissimo tempo, il sistema immunitario sembrava gravemente compromesso, la vista si indebolì, si presentava spesso una forte sensazione di formicolio che si estendeva a tutto il corpo, dolore ai polsi e contrazione delle palpebre. I sospetti del Dottor Amrito, medico personale del maestro, sull’avvelenamento iniziarono a sorgere dal momento che per guarire da un otite ci vollero sette settimane e un intervento, la cui ferita faticò molto a guarire. Il veleno usato non si scoprirà mai con certezza, ma tutti i sintomi sono compatibili con quattro tipi di veleno: Tallio, un veleno della famiglia dei metalli pesanti che scompare dall’organismo in otto settimane, eroina sintetica, veleno che si pensa sia stato usato dal governo americano per uccidere individui ribelli e che scompare dal corpo in due anni, esposizione alla radioattività (in carcere mentre dormiva o tramite l’esposizione a radioattività dei cibi), o il meno comune fluorocarbonio che scompare immediatamente dal sangue e dalle urine. 
 In conclusione, come dichiarò Bhagwan stesso, non importa che tipo di veleno gli abbiano somministrato, ma è certo che è stato avvelenato dal governo americano di Ronald Reagan e questo lo ha portato lentamente alla morte.
La Crepa nel muro: Processo ed Avvelenamento di Osho Rajneesh

martedì 3 luglio 2012

E' POSSIBILE MEDITARE SENZA NESSUNA TECNICA?

 
 La domanda che hai posto è sicuramente di grande importanza perchè la meditazione in sè stessa non necessita di tecniche. Ma le tecniche sono necessarie per rimuovere gli ostacoli sulla strada della meditazione.

Deve essere capito molto chiaramente: la meditazione in se stessa non necessita di alcuna tecnica, è pura comprensione, è essere svegli, consapevoli. Non sono tecniche nè l'essere svegli, nè l'essere consapevoli. Ma sul percorso del diventare
svegli, ci sono tantissimi ostacoli. Per secoli l'uomo ha accumulato quegli ostacoli - devono essere rimossi.
La meditazione in sè stessa non può rimuoverli, sono necessarie alcune tecniche.

Pertanto, lo scopo delle tecniche è preparare il terreno, preparare la strada, il passaggio. Le tecniche in sè stesse non sono la meditazione. Se ti fermi alle tecniche hai perso il punto. J. Krishnamurti ha insistito per tutta la sua vita sul fatto che non ci sono tecniche per la meditazione. E il risultato finale non è stato che milioni di persone hanno raggiunto la meditazione; il risultato finale è stato che milioni di persone si sono convinte che nessuna tecnica è necessaria per la meditazione. Ma hanno dimenticato completamente ciò che avrebbero potuto fare rispetto agli ostacoli. Per cui si sono convinti intellettualmente che non è necessaria alcuna tecnica.

Ho incontrato molti seguaci di J. Krishnamurti, molto vicini a lui, e ho detto loro: "Non è necessaria alcuna tecnica - sono completamente d'accordo. Ma avete raggiunto lo stato di meditazione voi o chiunque altro abbia ascoltato J.Krishnamurti?" Sebbene ciò che dice è fondamentalmente vero, egli dice solo la parte positiva dell'esperienza. Ma c'è anche una parte negativa. E per questa parte negativa sono necessari tutti i tipi di tecniche - sono assolutamente necessari -
perchè fino a quando il terreno non è ben preparato e tutte le erbacce e le radici selvatiche non sono strappate dal terreno, non puoi far crescere rose e fiori bellissimi. Le rose non hanno niente a che fare con quelle radici, con le piante selvatiche che hai rimosso. Ma rimuovere quelle erbacce è assolutamente necessario affinchè il terreno possa essere nella condizione giusta per la fioritura delle rose.

Mi chiedi: "E' possibile meditare senza alcuna tecnica?" Non solo è possibile, è l'unica possibilità. Non è necessaria alcuna tecnica- per quanto riguarda la meditazione. Ma che cosa ne fai della tua mente? La tua mente creerà mille e una
difficoltà. Queste tecniche sono necessarie per rimuovere la mente dal cammino, per creare uno spazio in cui la mente diviene quieta, silenziosa, quasi assente. Allora la meditazione avviene da sola.

Non è questione di tecnica. Non devi fare nulla. La meditazione è qualcosa di naturale, qualcosa che è già nascosta dentro di te e sta cercando di trovare la sua strada per raggiungere il cielo aperto, il sole, l'aria. Ma la mente la circonda
da tutte le parti; tutte le porte sono chiuse, tutte le finestre sono chiuse. Le tecniche sono necessarie per aprire le finestre, per aprire le porte. E immediatamente tutto il cielo ti è disponibile, con tutte le sue stelle, con tutta la sua bellezza, con le sue albe e i suoi tramonti. Solo una piccola finestra ti teneva separato.... una semplice pagliuzza può entrare nel tuo occhio e impedirti di vedere il vasto cielo perchè non puoi aprire i tuoi occhi. E' completamente illogico che una semplice pagliuzza o un granello di sabbia ti possano impedire di vedere le grandi stelle, il cielo infinito. Ma in effetti possono, lo fanno. Le tecniche sono necessarie per rimuovere quelle pagliuzze, quei granelli di sabbia dai tuoi occhi.

E la meditazione è la tua natura, è il tuo reale potenziale. E' un altro nome per indicare il tuo essere sveglio.

Un giovane padre stava portando il suo bebè nella carrozzina per una passeggiata nel parco e non sembrava per niente preoccupato dagli strilli provenienti dalla carrozzina "Tranquillo ora, Albert," disse quietamente. "Calmati, fai il bravo."
Un altro grido echeggiò. "No,no, Albert," mormorò il padre, "calmati."
Una giovane madre che passava di lì, rimarcò: "Mi congratulo con lei. Sicuramente lei sa come parlare ai bambini." E, dando una pacchetta sulla testa del bambino, mormorò : "Che cosa ti infastidisce, Albert?" "No, no," interruppe il padre. "Il suo nome è Johnnie; io sono Albert."

Stava semplicemente cercando di mantenere sè stesso all'erta: "Albert, stai calmo." Non voleva dimenticarselo, altrimenti avrebbe voluto gettare il bambino nel lago!

Meditazione è semplice consapevolezza senza alcuno sforzo, un essere all'erta senza sforzo; non necessita di alcuna tecnica. Ma la tua mente è piena di pensieri, di sogni, del passato, del futuro, - non è qui e ora, e consapevolezza è essere qui
e ora. Le tecniche sono necessarie per aiutarti a tagliare le tue radici nel passato, a tagliare i tuoi sogni sul futuro, ed a tenerti in questo momento, come se esistesse solo questo momento. Allora non ci sarà più bisogno di alcuna tecnica.

Hymie Goldberg era in visita dal suo amico, il Sig. Cohen, in punto di morte. "Fammi un favore", disse Hymie Goldberg, "Quando arrivi in paradiso, puoi trovare il modo per farmi sapere se lassù si gioca a baseball?" Il Sig. Cohen rispose che avrebbe sicuramente cercato di contattare il suo vecchio amico se fosse stato possibile. Pochi giorni dopo il Sig. Cohen morì, e Hymie Goldberg ricevette una telefonata. "Pronto, Hymie," disse il Sig. Cohen. "Qui è il tuo vecchio amico."
"Cohen? Sei veramente tu?" chiese Hymie. "Certo," rispose il suo amico. "Ho delle notizie buone e delle notizie cattive. Per prima cosa, si gioca effettivamente il baseball in paradiso. Ma la cattiva notizia è che tu sarai il lanciatore domenica prossima".

La vita è un affare complicato. Ci sono buone e cattive notizie. La buona notizia è che non c'è bisogno di alcuna tecnica, ma la cattiva notizia è che senza tecnica non puoi raggiungere la meditazione.


Osho
Re Interiore: E' POSSIBILE MEDITARE SENZA NESSUNA TECNICA?

domenica 1 luglio 2012

OSHO HEART MEDITATION (MEDITAZIONE DI ATISHA)


 Istruzioni

Preparazione alla meditazione.
Trova del tempo (almeno un’ora) ed un luogo in cui seguire questa tecnica di meditazione senza essere disturbato. Indossa abiti sciolti e comodi. Tieni a portata di mano un cuscino e una coperta nel caso dovesse servirti. Non praticare questa tecnica durante la guida!

Nota: puoi fare questa meditazione così come va bene a te.
Contrariamente alle meditazioni attive di Osho che hanno una struttura precisa, questa particolare meditazione è come un libero fluire. A questo riguardo Osho dice “Ogni individuo è così unico che non può essere data nessuna mappa assoluta, solo suggerimenti, vaghi suggerimenti, indicazioni. Non sei obbligato a seguire queste istruzioni. Comprendile, assorbile... e non seguirle in modo fanatico. Non dire ’Questo deve essere così. Se non è così, allora non la seguirò, allora qualcosa è sbagliato.’ Sarà qualcosa del genere... Avrà una fragranza simile, ma non sarà esattamente lo stesso; simile, sì, ma non lo stesso. Uno deve esserne consapevole.”

La meditazione può essere fatta in diversi modi. Questa versione di 50 minuti è una possibilità. Segui questi suggerimenti all’inizio. Puoi continuare a seguirli oppure adattarli a tuo piacere più avanti, all’interno della struttura delineata da Osho. 

Durante i  primi tre stadi puoi stare in piedi, muoverti, sederti oppure stenderti a terra così come ti viene naturale; gli occhi possono essere aperti o chiusi.

Primo stadio: Nel cuore (5 minuti).
Per prima cosa porta la tua consapevolezza al corpo – sentendolo dall’esterno e dall’interno, da sinistra a destra, di fronte e dietro, dalla testa ai piedi. Poi porta consapevolezza al respiro – nota come il respiro va e viene da solo. Nota come, mentre lo osservi, il tuo respiro diventa più profondo e più rilassato. Ora porta l’attenzione al chakra del cuore, il centro energetico situato al centro del petto. Se può aiutarti, appoggia una o tutte e due le mani sul centro del tuo cuore. Assorbi ogni inspirazione nel cuore, e riversa ogni espirazione fuori dal cuore.

Secondo stadio: Comincia con te stesso (15 minuti).
Devi cominciare con la tua sofferenza; sentila il più intensamente possibile. Senti il dolore, le ferite profonde e gli insulti che ti hanno fatto soffrire nella tua vita – raggiungi la totale consapevolezza di essere stato rifiutato. Lascia che le persone che ti hanno insultato e ferito emergano nei tuoi ricordi. Senti la tua sofferenza, la tua pena. Sperimentala, poi comincia ad assorbirla. Accettala, dalle il benvenuto. Lascia che questa sofferenza entri insieme all’inspirazione e venga assorbita dal cuore. Il tuo piccolo cuore è più grande dell’intero universo, può far miracoli. Appena l’energia attraversa il cuore, diventa beatitudine, diventa una benedizione. Quindi permetti a queste benedizioni di fuoriuscire con l’espirazione, e di diffondersi in ogni angolo dell’esistenza. Inspira la tua sofferenza... assorbila nel cuore... lascia che là si trasformi in gioia, in beatitudine. Espira tutta quella gioia, quella beatitudine; riversa te stesso nell’esistenza. Tutto ciò che ti accade dentro, puoi esprimerlo in suoni, parole, gesti e movimenti, oppure puoi lasciarlo accadere in silenzio – così come ti viene più naturale.

Terzo stadio: Includi tutta la gente del mondo (15 minuti).
Ora espandi questo processo. Ognuno di noi è carico di miserie, sofferenza, di dolore nel proprio cuore. Includi la sofferenza e le miserie degli altri nel tuo cuore – tutto il buio, tutta la negatività. Prendi tutto il dolore del mondo, dell’intera esistenza e assorbilo nel tuo cuore – amici e nemici, familiari e persone sconosciute, esseri umani e animali. Sentilo, sperimentalo, poi comincia ad assorbirlo. Accettalo, dagli il benvenuto. Lascia che l’inferno che esiste ovunque entri con l’inspirazione e venga assorbito nel tuo cuore. Continua il processo fino a quando la sofferenza di tutti gli esseri viventi, presenti e futuri venga inclusa incondizionatamente. E quando l’energia attraversa il tuo cuore, viene trasformata, diventa gioia, beatitudine, una benedizione. Allora permetti a queste benedizioni di fuoriuscire con l’espirazione, verso tutti gli angoli dell’esistenza. Riversa te stesso nell’esistenza. Come nel secondo stadio, tutto ciò che ti accade dentro, puoi esprimerlo in suoni, parole, gesti e movimenti, oppure puoi lasciarlo accadere in silenzio – così come ti viene più naturale.

Quarto stadio: Ritorna a te (15 minuti).
Ora distogli completamente l’attenzione dal mondo, dagli altri e persino da te stesso. Sdraiati, chiudi gli occhi, resta in silenzio e immobile.

Applicazione della tecnica nella vita quotidiana.
Praticando questa tecnica di meditazione, puoi portare amore, gioia e compassione con te nelle tue attività quotidiane. E una volta che hai sperimentato come la pena e la sofferenza possono essere trasformate in gioia attraverso il respiro e il cuore, potrà piacerti cominciare ad usare questo metodo in silenzio, ogni qualvolta le persone e gli eventi intorno a te innescheranno il processo.
Re Interiore: OSHO HEART MEDITATION (MEDITAZIONE DI ATISHA)